Collegi, no di Montopoli alla divisione del Cuoio

Una mozione per dire no alla “divisione” del comprensorio in collegi elettorali diversi con la nuova legge elettorale. E’ quanto ha votato, con il sì della maggioranza, l’astensione del gruppo Carli e il voto contrario del Movimento Cinque Stelle.
Con la mozione si chiede, in sostanza, di non separare nella divisione dei collegi il territorio di Montopoli, attualmente inserito nel collegio 5 con i Comuni delle province di Pisa e Livorno da Castelfranco, Santa Croce e San Miniato, che sono nel collegio 4 con una parte dell’Empolese Valdelsa e alcuni comuni del fiorentino e dell’aretino.

“I collegi previsti – spiega il vicesindaco Linda Vanni – prevedono una dimensione che sta fra i 600 e i 700mila abitanti (circa 470mila elettori). Perciò non si capisce quale sia la logica. I tre comuni della Zona del Cuoio insieme fanno poco più di 52mila abitanti e se il problema è quello di far quadrare i conti matematici, credo che questo modesto numero di elettori si possa recuperare nell’ambito del territorio fiorentino. Non ha senso “spezzare” i Comuni del Comprensorio e dividerli dal territorio della provincia di Pisa. Questa scelta va a dividere una zona, un distretto industriale, una storia e progetti di oggi. Un territorio, il nostro, composto da valori, storia, tessuto economico e sociale. Un distretto industriale, quello di Santa Croce, che impiega oltre 10mila addetti, tra cui molti dei cittadini montopolesi, 450 concerie e circa 400 aziende conto terzi con una valenza socio-produttiva che ci pone tra i primi posti in Toscana e in Italia. Un tessuto sociale che da sempre dialoga insieme al fine di uno sviluppo armonico del territorio: enti locali, sindacati,
associazioni, rappresentanti degli imprenditori”.
Su questo tema, i sindaci hanno già inviato una lettera ai presidenti di Camera e Senato per chiedere di rivedere questa previsione. “Purtroppo  – chiude il vicesindaco la scorsa settimana la prima Commissione della camera ha praticamente chiuso il parere sullo schema dei collegi elettorali previsti dall’Italicum. La rigidità e l’articolazione dei criteri seguiti non ha permesso una soluzione. Tuttavia l’ultima parole spetta al governo e per questo chiediamo ai nostri parlamentari eletti di fare pressione. Per il nostro territorio il tema dei collegi è importante anche perché rischia di perdere del tutto l’aspirazione ad avere una rappresentanza parlamentare”.

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