Rifiuti abbandonati a Le Capanne, Varallo: “Serve civiltà” foto

“A volte basterebbe un po’ di civiltà in più per avere un ritorno concreto in bolletta. Se la campana degli abiti usati è piena, niente vieta di riportare il sacco a casa e tornare la settimana dopo, evitando di far finire quegli abiti nell’indifferenziato e quindi nel conto della Tari”. Punta dritto all’aspetto economico l’assessore all’ambiente Alessandro Varallo, in risposta all’emergenza rifiuti registrata negli ultimi giorni attorno alle campane degli abiti e del vetro presenti nel comune di Montopoli (leggi qui Abiti abbandonati fuori cassonetto. L’allarme dei cittadini).

Campane trasformate in vere e proprie discariche, con i sacchi di indumenti abbandonati tutt’attorno. Sacchi che a loro volta, come succede in questi casi, hanno attirato l’attenzione di chi è abituato a gettare i rifiuti dove capita. Da qui la polemica degli ultimi giorni, rivolta in particolare contro la cooperativa Archimede, erede della vecchia Arsis, tornata questa mattina (21 agosto) per svuotare le campane, dopo l’interruzione del servizio nella settimana di Ferragosto. “La scorsa settimana – spiega l’assessore Varallo – i centri dove Archimede conferisce gli abiti usati erano chiusi, per questo c’è stato un ritardo nello svuotamento e quindi una recrudescenza del fenomeno dell’abbandono. Ad ogni modo, credo che un disagio una settimana l’anno possa capitare, ma alla fine basterebbe un po’ di civiltà da parte di tutti. Non stiamo parlando di rifiuti organici: se la campana degli abiti è piena niente vieta di riportare il sacco a casa e tornare la settimana dopo. E lo stesso vale per il vetro: se la campana è stracolma basta andare a quella successiva. Abbandonando tutto in terra, invece, oltre al danno ambientale si produce anche un danno economico per tutti, perché questi rifiuti dovranno essere smaltiti nell’indifferenziato e quindi andranno a incidere sulla Tari. Non dimentichiamo, infatti, che la Tari si calcola a peso e che con gli abiti si fa presto a far salire la bilancia”.
Oltre all’abbandono, però, si aggiunge anche il fenomeno ricorrente delle campane scassinate, aperte e svuotate alla ricerca di abiti e vestiti da riutilizzare, con il risultato di sparpagliare gli indumenti tutt’attorno. È successo anche nel pomeriggio di ieri (20 agosto) alla campana degli abiti di fronte alla Conad di San Romano (a cui si riferiscono le foto scattate da un nostro lettore). “Fino ad ora – riprende Varallo – abbiamo cercato di mettere le campane in punti ben visibili, mentre due sono state tolte: quella a San Romano Basso è stata tolta definitivamente perché veniva scassinata tutti i giorni, mentre quella in piazza Vittorio Veneto a Capanne è stata trasferita alla Pubblica Assistenza. Detto questo, però, non si può neanche pretendere che la cooperativa venga a svuotare le campane tutti i giorni, piuttosto bisognerebbe che i cittadini ci aiutassero anche con le denunce”. (g.p.)

 

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