“Sono in minoranza”, Lupi si dimette

Più informazioni su

La notizia di serata è arrivata subito nell’introduzione del segretario Francesco Lupi, che ripercorrendo alcune recenti vicende della politica sanminiatese ha annunciato l’intenzione di dimettersi dal proprio incarico. Una decisione che ha colto di sorpresa l’assemblea dei democratici, riunita ieri sera per affrontare la questione legata alla revoca delle deleghe all’assessore Manola Guazzini.

Una scelta che Lupi, tuttavia, avrebbe legato solo in parte al caso Guazzini, facendo riferimento nella propria introduzione anche alla polemica sulle lapidi di un anno fa, spiegando in pratica di sentirsi ormai in minoranza e quindi non più in grado di rappresentare la parte maggioritaria del partito. Da qui la decisione di fare un passo indietro comunicando le proprie dimissioni. Una scelta tecnicamente definitiva, perché di fatto Lupi non ha rimesso l’incarico nelle mani dell’assemblea ma ha semplicemente annunciato una decisione già presa, anche se, ovviamente, non sono mancati e non mancheranno i tentativi per convicere Lupi a ripensarci.
L’eventuale vuoto alla segreteria comunale del partito, tuttavia, rischia adesso di aprire un nuovo fronte in una situazione già delicata per il Pd sanminiatese, trascinando di fatto tutto il partito in una fase di riassenstamento che fino ad ora era limitata solo agli equilibri di giunta, e riconoducibile al di là di tutto nelle prerogative del sindaco. La scelta di Lupi, che non è legata alle correnti di partito ma ad un contesto tutto sanminiatese, complica inevitabilmente il quadro delle geometrie politiche: oltre all’assessore, infatti, la cui scelta spetta comunque al sindaco, il partito rischia di dover cercare quanto prima anche un nuovo segretario.
L’assemblea di ieri sera, ad ogni modo, ha riconfermato l’appoggio degli assessori e della maggioranza della segreteria nei confronti del sindaco Gabbanini, il quale, ancora una volta, ha ribadito le ragioni che lo hanno spinto a sfiduciare Guazzini, parlando di un clima di tensione in giunta che il primo cittadino avrebbe cercato inutilmente di ricucire. Un problema “di squadra” confermato anche dagli altri assessori, ai quali Guazzini avrebbe replicato affermando di essersi sempre comportata in modo leale nei confronti del sindaco e dei suoi colleghi.
L’area che si respira non è certo quello di uno scontro armato, ma i due incontri della segreteria e dell’assemblea hanno comunque certificato un certo livello di malcontento, soprattutto tra chi, in quasi due anni, si era abituati a considerare Guazzini come punto di riferimento per i grandi o piccoli problemi del territorio, come spesso succede del resto per gli assessori con delega ai lavori pubblici. Per molti la scelta di Gabbanini è apparsa quindi del tutto inattesa.
Adesso il ragionamento si sposta sui possibili scenari, dalla giunta al partito. Le dimissioni di Lupi, infatti, potrebbero anche essere lette come un tentativo di scuotere l’assemblea e indurla a una presa di posizione, oppure potrebbero essere l’atto con cui in qualche modo si ratifica quello che nell’aria c’è ormai da mesi, ovvero che nel partito vi sono almeno due correnti che a fatica dialogano tra loro. Stando ai fatti della segretaria di ieri sera tutto farebbe pensare che a San Miniato c’è una corrente più vicina al sindaco e sulla carta maggioritaria e una corrente più critica che però in questo momento oltre ad essere apparentemente minoritaria, è anche senza un leader, in grado di fare da punto di riferimento e dialogare in modo univoco con il resto del partito e il sindaco. Il problema politico quindi semrba spostarsi dalla giunta Gabbanini, che quasi sicuramente sopravvierà anche a questo passaggio e anzi verrà riorganizzata con la surroga di Guazzini, a un livello più squisitamente politico, ovvero all’interno del partito dove ora bisognerà capire cosa accade e soprattutto cosa farà la presunta minoranza critica nei confronti dell’amministrazione comunale. Da un lato comunque un copione già visto in altre occasioni in giro per la Toscana, dove spesso ad una giunta forte o a un sindaco forte corrispondono inevitabilmente criticità nella gestione dell’assemblea e della segreteria del Partito Democaratico, anche se il caso di San Miniato per il momento in provincia di Pisa rischia di essere unico.

 

Giacomo Pelfer
Gabriele Mori

 

 

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.