Spaccio, rifiuti e prostituzione: “Paese irriconoscibile” foto

Serata a dir poco infuocata quella di ieri, 11 ottobre, nella sala grande del circolo Arci Torre Giulia, pieno all’inverosimile per la prima riunione della consulta di San Romano dopo oltre un anno. Di fronte a più di un centinaio di presenti, chiamati all’appuntamento indetto dopo una raccolta di firme, il sindaco Giovanni Capecchi, la vicesindaca Linda Vanni e gli assessori alla Polizia Municipale e all’ambiente e lavori pubblici Marzini e Varallo. Il degrado del quartiere intorno alla stazione ferroviaria, con tutto il corredo di segnalazioni su spaccio, abbandono rifiuti e fenomeni di prostituzione, che da mesi è al centro della lotta politica, ha trovato sfogo in una serata che in vari momenti ha rischiato di trasformarsi in bagarre.

“La Prefettura e ci ha garantito una maggiore presenza sul territorio di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza – ha riferito Marzili. – Negli ultimi mesi, in particolare fra luglio e ottobre, sono stati fatti controlli più stringenti da parte della Polizia Municipale, con identificazione di vari soggetti e alcune segnalazioni”. Controlli che a detta dell’assessore avrebbero anche portato alla segnalazione di “due donne straniere”, con riferimento al fenomeno della prostituzione denunciato da tempo da numerosi residenti.

Sullo sfondo i problemi legati alla convivenza e all’integrazione, denunciati a più riprese dalla platea composta da residenti, opposizioni e anche esponenti delle comunità straniere. Al centro del dibattere anche l’arrivo di un nuovo gruppo di richiedenti asilo in estate, ospitati in una struttura della frazione gestita dalla Multicons. Operaizione che nelle settimane scorse aveva provocato anche la reazione dell’amministrazione comunale, che anche ieri sera per voce del sindaco Capecchi e dell’assessora al sociale Linda Vanni ha dovuto ammettere di avere armi spuntate a riguardo. “Molti commenti che sento qui stasera non mi piacciono e non sono veritieri. C’è una percezione falsata della reale gravità della situazione” ha detto Vanni. “Da anni collaboriamo con una cooperativa che storicamente lavora bene sul territorio e nel comune. L’ultima novità, legata alla Multicons, è qualcosa sulla quale non riusciamo ad intervenire: non è una decisione del comune, ma della Prefettura. Se guardate a casi simili a noi vicini vi accorgerete che la dinamica è la stessa in ogni comune. Anche a Cascina, dove si annunciava la guerra ai profughi, nell’ultimo anno il loro numero è aumentato. I comuni possono farci poco”.

Le proteste

Parole che hanno infiammato a più riprese la sala, teatro di numerose segnalazioni circa i tanti piccoli e grandi disagi quotidiani. “Sarò costretta a chiudere, vivere in quel quartiere è diventato un incubo e noi residenti siamo costretti ad assistere a tutto. Vediamo tutto e non possiamo fare niente – denuncia Renata Fatticcioni, titolare dello storico hotel di fronte alla stazione. – Spaccio, rifiuti, adescamenti e prostituzione alla luce del giorno. San Romano è irriconoscibile”. “Nella via della stazione chiudono gli italiani e aprono gli stranieri” dice invece un’altra signora, mentre una ragazza racconta “nei vicoli troviamo decine di siringhe, il sottopasso la sera fa paura”. Molte le richieste di maggiore sorveglianza, telecamere e cura di una situazione che in molte occasioni ha portato la frazione montopolese al centro di cronache anche sul fronte dell’abbandono di rifiuti. Parole a cui ha fatto da tiepido contraltare la voce di alcuni esponenti delle minoranze: “siamo qui per risolvere i problemi insieme a voi, anche tanti italiani sporcano e non rispettano le regole”.

Sorveglianza e riqualificazione

Sulla difensiva la giunta, chiamata a rispondere anche su progetti di riqualificazione di cui si parla da tempo: dal recupero dei locali inutilizzati della stazione per le associazioni la cui disponibilità a detta di Capecchi “sarà sancita con le Ferrovie entro l’anno”, alle telecamere “in arrivo, ottenuto il permesso dal convento per installare un’antenna”. Politiche di riqualificazione del quartiere legate alla ciclopista dell’Arno sono poi state anticipate da Varallo: “bando entro il 2018, con lavori intorno alla stazione, infrastrutture e sorveglianza”. A Vanni, invece, il compito di difendere le “numerose iniziative per l’integrazione fatte e l’inserimento dei richiedenti asilo in percorsi socio-lavorativi”. “Le politiche sociali del comune sono di tutti e per tutti – ha aggiunto Vanni. – Chi dice che pensiamo solo agli stranieri dice il falso, noi guardiamo al disagio di tutti e cerchiamo di rispondervi”. 

Le opposizioni

“San Romano si porta problemi di degrado e squilibri da troppo tempo. Sono problemi di natura urbanistica, storica demografica. – ha detto, in un intervento molto applaudito, l’ex consigliere e medico Massimo Tesi. – Una frazione divisa in due fra alto e basso, poi dalla stazione ed anche da un confine comunale. Un luogo che malgrado rappresenti un terzo del comune di Montopoli non è mai riuscito ad esprimere un sindaco, con risultati evidenti. Da anni denuncio che questa frazione è quella nella quale si investono meno soldi pro-capite rispetto a tutte le altre parti del comune. Come se non bastasse c’è una ghettizzazione in atto: stando ai trattati dovremmo ospitare 28 profughi, a me ne risultano 80. Persone che non sta a me, medico, segnalare. Ma che compongono un quadro che il comune dovrebbe conoscere e sul quale dovrebbe intervenire”.

Sul piede di guerra anche le altre opposizioni, a cominciare da Luca Potì (Movimento Cinque Stelle) che oggi in un comunicato (leggi) esprime un’opinione in tutto negativa della serata. “I cittadini sono preoccupati e spaventati – scrive – e non hanno certo trovato ieri sera soluzioni da parte dell’amministrazione. L’assessore Marzini ha sostenuto che secondo la prefettura il problema sicurezza non esiste: quindi niente emergenza, niente degrado, niente siringhe, niente prostituzione, niente di niente”. “Tutto ciò che è stato detto questa sera è tardivo, l’amministrazione ha da tempo ricevuto segnalazione non solo dai cittadini ma anche in sede di consiglio – ha denunciato la socialista Maria Vanni – Proprio per questo è venuto il momento per i cittadini di farsi avanti. Spero davvero che lo facciano il prossimo 20 ottobre al consiglio comunale aperto sul tema”. 

Nilo Di Modica

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