Ex Icla, in arrivo il nuovo piano di emergenza

L’ex Icla di Ponte a Egola attende a breve un nuovo piano di emergenza. Un piano che dovrebbe ridimensionare fortemente l’area di rischio rilevante del piano attualmente in vigore, “forse limitandola entro il perimetro stesso dell’azienda”. A dirlo è stato il sindaco Vittorio Gabbanini, rispondendo martedì sera alle numerose domande dei cittadini riuniti alla consulta. Cittadini che in molti casi vivono a poche decine di metri dall’azienda, spaventati dai rischi di un eventuale emergenza all’interno di un’impresa sottoposta a legge Seveso.

Specializzata nella produzione di gommapiuma, l’ex Icla ha riaperto i battenti nel 2013 col nuovo nome di M3, dopo l’acquisizione da parte del gruppo Magniflex di Prato. Da allora la storica ditta di Ponte a Egola lavora su livelli produttivi decisamente inferiori rispetto al passato, anche se il piano di emergenza varato lo scorso anno ha comunque confermato una fascia di rischio intorno allo stabilimento che abbraccia una buona fetta di area residenziale a sud della frazione. Da qui la preoccupazione dei cittadini, innanzitutto per i rischi di un eventuale incendio, che se una signora ha lamentato anche un problema di maleodoranze, raccontando di aver segnalato ad Arpat “un odore nauseante” anche nella mattinata di ieri (martedì 13 ottobre).
“Nel momento in cui è subentrata la M3 – ha risposto Gabbanini – ho dato ai nuovi proprietari un tempo di 5 anni entro il quale trasferire l’azienda. Prima del 2018, quindi, la ex Icla dovrà abbandonare Ponte a Egola perché quello non è un sito idoneo”.
Nell’attesa, però, rimane il nodo del piano di emergenza, sul quale l’intero consiglio comunale, mesi fa, aveva votato all’unanimità una mozione che impegnava l’amministrazione ad informare i cittadini su come comportarsi in caso di incidente. “Il piano attualmente in vigore è secondo noi sovrastimato rispetto agli attuali livelli produttivi – ha detto il sindaco –. Per questo abbiamo richiesto nuove verifiche: tutti gli enti competenti hanno già inviato il proprio parere in Prefettura. In base a questi pareri, sembrerebbe che il rischio rilavante sia limitato entro le mura dell’azienda. La Prefettura doveva riconvocarci a settembre; ancora non lo ha fatto ma credo che ormai sia questione di settimane. Dopodiché recapiteremo un opuscolo informativo a tutte le famiglie”.
Il ritardo della campagna informativa, però, non convince la consigliera Laura Cavallini di Immagina San Miniato: “Sembra che si voglia aspettare che qualcuno intervenga a mitigare il rischio per non allarmare troppo i cittadini. Ricordo anche che l’azienda aveva chiuso ma ha ottenuto una nuova concessione. Il tutto senza informare la cittadinanza”. “Non c’è la volontà di ritardare per non creare allarmismo – ha replicato l’assessore Manola Guazzini – Tutti gli enti hanno riconosciuto che il piano di emergenza del 2014 è stato fatto in modo un po’ frettoloso. Ad ogni modo, nel nuovo regolamento urbanistico l’Icla non è prevista: l’azienda dovrà trasferirsi entro tre anni”.

Giacomo Pelfer

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