Marconi, il rimpallo tra enti blocca le nuove aule

Sembra più complicata del previsto la realizzazione delle due aule in più che il liceo Marconi di San Donato attende da oltre anno. Due aule appunto, che certo non basteranno a risolvere i problemi di spazio della scuola, ma che da sole sembrano assumere ormai i contorni di una storia al limite del grottesco. A rallentare tutto, infatti, ci sarebbe un braccio di ferro tra il comune di San Miniato (che ha preso in affitto il locale dove realizzarle) e la provincia di Pisa, tutt’ora competente in materia di edilizia scolastica.

Rimpallo tra enti
A raccontare la vicenda sono gli stessi studenti, attraverso i rappresentanti d’istituto del Marconi, i quali rivelano come il locale preso in affitto dal comune di San Miniato abbia presentato delle complicazioni, almeno stando ai tecnici della provincia. “In pratica – spiega Emiliano Matii – si sarebbe sganciata una parte del controsoffitto. Secondo la provincia, quindi, il locale non è sicuro e la messa in sicurezza spetta al comune che lo ha preso in affitto. Fino ad allora dicono che la provincia non potrà eseguire i lavori”. Non sembra pensarla così, invece, l’amministrazione comunale, convinta che ci siano da tempo tutte le condizioni per poter realizzare le due aule. “Dal comune – aggiunge Mattii – accusano i tecnici della provincia di voler solo perdere tempo”.
Risultato: i lavori ancora non si vedono, mentre già dal mese di settembre il comune di San Miniato sostiene una spesa di circa 700 euro il mese (8500 l’anno) per sostenere l’affitto del locale.
L’antefatto
Si tratta comunque solo dell’ultima e più recente pagina nell’interminabile romanzo sugli infinti problemi del Marconi. Il tutto a pochi giorni dalla corteo di protesta indetto dagli studenti per il 30 di novembre a Pisa. Corteo che porterà in piazza, in primis, la carenza di spazi del Marconi (non solo delle aule, ma anche di un’aula magna e di locali di ritrovo) insieme ai problemi di degrado dell’interporto che circonda la scuola.
Trasferita da San Miniato a San Donato nell’estate 2008, l’emergenza spazio era esplosa nell’estate 2014, con l’incremento di iscritti ma soprattutto con la decisione di trasferire all’interporto anche l’indirizzo di scienze umane Falchi, fino ad allora ospitato a Montopoli. Una scelta sostenuta all’epoca da docenti e genitori ma fortemente contestata dal comitato montopolese per il mantenimento del Falchi, che si batté fino all’ultimo per scongiurare il trasferimento. Ad ogni modo, la provincia provò a rispondere alla fame di metri quadri sacrificando l’aula magna (divisa in due mini-aule) e prendendo in affitto due locali in più a pochi passi dalla scuola dove creare 5 aule e i servizi igienici. Per ragioni mai chiarite, tuttavia, uno dei due proprietari decise d’interrompere la trattativa con la provincia, sfilandosi dall’accordo e costringendo l’ente ad accontentarsi di un solo locale dove sono state realizzate 3 delle 5 aule inizialmente previste. Fu poi il sindaco Vittorio Gabbanini (nonché vicepresidente della Provincia) a riavviare i contatti per acquisire in affitto, a spese del comune, il piccolo locale mancante. Pochi giorni fa, anche il segretario comunale del Pd Francesco Lupi era intervenuto per chiedere una rapida esecuzione dei lavori. (Leggi anche Oltre 8mila euro per le aule al Marconi, ma la Provincia non fa i lavori)
Adesso, l’ultimo colpo di scena ha il sapore della beffa. E tutto per due aule che, ripetiamo, non basteranno a risolvere i tanti nodi irrisolti che pendono sul futuro del liceo. (g.p.)

 

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