Il Miravalle resta ai gestori, il Tar accoglie sospensiva

Il comune di San Miniato aveva fissato per questa mattina, 7 gennaio, lo sgombero dell’Hotel ristorante Miravalle, minacciando se necessario persino l’intervento della forza pubblica per rientrare in possesso dell’immobile, di proprietà comunale, in piazza Duomo. La terza sezione del Tar Toscana, invece, ha deciso di congelare la situazione accogliendo la richiesta di sospensiva dei gestori, le società Consorzio Miravalle e Gestione Framar, che avevano presentato ricorso contro i provvedimenti emanati dal comune per rientrare in possesso dell’albergo e cercare un nuovo gestore.

Tutto rinviato, insomma, in attesa che i giudici amministrativi entrino nel merito del ricorso con la trattazione collegiale fissata per il 26 gennaio. Almeno per adesso, quindi, l’hotel Miravalle potrà continuare a lavorare regolarmente, nonostante il braccio di ferro che ormai dalla scorsa estate contrappone i gestori all’amministrazione comunale, decisa a rientrare in possesso dell’immobile in virtù dell’inadempienza del privato rispetto ai canoni concordati. A partire dal 2000, infatti, la struttura è gestita in concessione in base ad un contratto, della durata di 18 anni, che ne assegnava la conduzione a fini alberghieri e di ristorazione in cambio di un canone annuale. Il gestore, tuttavia, risulterebbe inadempiente dal 2013, in base a quanto dichiarato dall’amministrazione nella determina 635 del 7 agosto 2015, con la quale il comune decretava la risoluzione del contratto. Decisione ribadita in una nota del 4 settembre, nella quale si stabiliva la data del 15 settembre come termine entro il quale l’attività del Miravalle avrebbe dovuto interrompersi, in modo da restituire l’immobile nelle mani del comune. Una richiesta caduta nel vuoto, ma seguita pochi giorni dopo, il 21 settembre, da una nuova delibera (n.723) con la quale l’amministrazione emanava un avviso pubblico per la raccolta di manifestazioni d’interesse da parte di privati intenzionati a subentrare. Iniziativa, tuttavia, che secondo i giudici del Tar è stata “conosciuta dai ricorrenti solo il 12 dicembre”. Il 30 settembre, intanto, l’amministrazione Gabbanini emanava un’ordinanza che intimava nuovamente il rilascio dell’immobile entro 30 giorni. “Ordinanza, tuttavia, ignota e sconosciuta alle ricorrenti – scrive il Tar – in quanto mai notificata né portata alla loro conoscenza”. Da qui l’ulteriore ultimatum fissato con il provvedimento del 4 dicembre, che dava tempo ai gestori fino al 31 dicembre 2015 per liberare i locali dell’albergo e del ristorante, minacciando in caso contrario uno sgombero il 7 di dicembre.

Questo lunedì, invece, il decreto della terza sezione del Tar Toscana, presieduta dal giudice Rosaria Trizzino, ha annullato l’efficacia del provvedimento del 4 dicembre e di “ogni altro atto presupposto, consequenziale e connesso”. La questione, quindi, è stata rinviata ad una trattazione collegiale prevista con la camera di consiglio di martedì 26 gennaio.

Un vizio di forma, dovuto a un difetto di notifica, che spesso in Italia rappresenta il cavillo per non dare corso alle disposizioni giudiziarie. Diventa assai inquitante il fatto che il Comune rischi ora di non poter rientrare nella disponibilità di un bene della collettività nonostante lamenti una presunta inadempienza economica da parte del gestore. Rimane da interrogarsi sul motivo per cui il Comune, stando al Tart, sia incorso in un vizio di notifica per atto emanato da se stesso.

Gabriele Mori

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