Maleodoranze S.Donato, per Arpat restano un mistero

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Niente da dichiarare da parte di Arpat in merito alle maleodoranze che tra venerdì e sabato della scorsa settimana (22-23 gennaio) che erano state avvertite dai cittadini e anche da noi giornalisti passando a Ponte a Egola e San Donato nel tardo pomeriggio.

I cattivi odori, simili a quelli che la scorsa estate a Castelfranco di Sotto erano stati imputati (da Arpat) alla cicuta dei campi d’Arno, (ma è solo una prova data dal nostro naso) erano anche stati segnalati da un cittadino all’agenzia, ma purtroppo, per Arpat le segnalzioni dei cittadini sembrano seguire un iter meno prioritario di quelle fatte dai pubblici ufficiali di un comune. In questo caso avrebbe dovuto segnalare San Miniato, i cui amministratori tra venerdì e sabato non sono passati da Ponta Egola, nella zona di Romaiano due e San Donato e quindi erano perfettamente ignari che c’erano delle maleodoranze. In sostanza, quindi, quando si sente un cattivo odore, bisogna allertare amministratori o polizia municipale secondo Arpat a qualunque ora, per avere la certezza di un intervento tempestivo, proprio come fece il sindaco Gabriele Toti nel caso di un’azienda del suo comune (Castelfranco di Sotto) la scorsa estate. Alle 2 di notte, Toti in una notte di luglio 2015 era proprio lungo la via Francesca bis a cercare di essere ascoltato da Arpat e riuscì ad avere la presenza dei tecnici dell’agenzia nonostante l’ora tarda. Lo stesso non è accaduto a San Donato e Ponte a Egola questa volta, dove gli amminsitratori non si sono visti (sicuramente perché non sono stati informati, altrimenti, di certo, anche loro avrebbero voluto fare chiarezza). Un cittadino però ha fatto una segalazione da solo, con la conseguenza che la sua mail è stata valutata solo dopo due giorni, quando le maleodoranze si erano ormai dissipate.
Nella nota di risposta di Arpat quindi si legge che gli uffici al momeno delle segnalazioni erano chiusi e solo il lunedì successivo l’agenzia ha preso visione di ciò di cui andava succedendo, quando ormai l’origine dei fenomeni non era più evidenziabile. Questo è ciò che si evince dall’ultima nota dell’Agenzia Regionale, che ha voluto chiarire anche il meccanismo previsto per le eventuali segnalazioni in merito. “Tutto ciò che non si configura come emergenza è incanalato nella normale attività e rientra nell’orario di ufficio” spiega Arpat. “Nel caso specifico delle maleodoranze avvertite a San Donato di San Miniato, nella giornata di venerdì 22 gennaio, non ci sono pervenute segnalazioni da parte della Sala Operativa della Protezione Civile e la mail inviata alla casella Urp da parte di un cittadino alle 20,30 del venerdì, essendo orario di chiusura degli uffici è stata visionata il lunedì mattina, motivo per cui non è possibile avanzare ipotesi sulla sorgente stessa”. Quale fosse l’origine dei cattivi odori quindi sembra destinata a rimanere un mistero perché nessuno ha verificato. Arpat, poi, ha inoltre teso a precisare il funzionamento dell’agenzia di fronte alle segnalazioni di questo genere. Si scopre quindi che nel caso di San Donato, non essendo arrivata alcuna segnalazione dagli organi competenti, vale a dire quelli dell’amministrazione comunale, il tutto è finito per essere automaticamente archiviato come caso valutabile in orario di ufficio. “In merito ai recenti articoli, apparsi sulla stampa, aventi per oggetto le maleodoranze nella zona del Cuoio a Pisa, si ritiene utile chiarire alcuni aspetti” scivono. “Arpat è attivabile 24 ore su 24, per le emergenze ambientali, attraverso la Sala Operativa della Protezione Civile di Firenze. Tale struttura può essere contattata unicamente dalle forze di polizia e dalle istituzioni nei casi che siano ritenuti necessari. Per le segnalazioni che non richiedono un intervento immediato, i cittadini possono utilizzare i seguenti canali: il numero verde gratuito di Arpat 800 800400 attivo dal lunedì al venerdì in orario 9-13 e dal lunedì al giovedì in orario 14-18. La casella mail urp@arpat.toscana.it è presidiata in orario di ufficio”.

 

 

Nilo Di Modica

Gabriele Mori

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