Vescovo a scuola e in conceria – Foto foto

Una prima visita. Alla quale ne seguiranno altre, più o meno a sorpresa e di certo meno formali. Non perché don Andrea Migliavacca, vescovo della diocesi di San Miniato, sia di per sé formale, ma perché oggi 11 febbraio, ad accompagnarlo c’erano il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini e il presidente del Consorzio Conciatori Michele Matteoli, oltre a don Giovanni Fiaschi, il parroco di Ponte a Egola.

“Le concerie sono tante – ha detto Gabbanini – è impossibile visitarle tutte. Cioè, io lo faccio, ma solo quelle del mio comune, non del distretto”. “Se ce la fa il sindaco – ha replicato don Andrea con il suo solito sorriso – ce la fa anche il vescovo. Se serve, posso anche correre”. D’altra parte, lui, è il più giovane d’Italia. Che della sua diocesi, oggi, ha incontrato il cuore produttivo: intendiamoci, il comprensorio è molto altro, ma per comprendere il Cuoio, serve conoscere le concerie, così come per essere un buon pastore, ha detto il vescovo ricordando l’invito del Papa, serve conoscere l’odore delle pecore. Da quell’odore che oggi sembra meno metaforico, che all’inizio ti spiazza ma del quale poi non si può fare a meno, il vescovo vuole cominciare un percorso con la parte di diocesi che lavora e produce, che si sporca le mani per mantenere la famiglia, base sicura sulla quale poggia ogni società.

La conceria

“Alcune delle persone che ho incontrato – ha detto – sono alla quarta generazione di conciatori. Quella che ho scoperto, è una realtà del tutto nuova, ma stimolante, moderna, perché c’è una tradizione da conservare, ma con stimoli sempre nuovi. Ho incontrato un patrimonio che incide sulla vita delle famiglie, consapevole che anche il lavoro fa parte del progetto di Dio. Sono stato accompagnato in belle e solide realtà, ma il mio sguardo, oggi, ha colto anche chi è in sofferenza: oggi l’ho sentito e sento la voglia di incontrare tutti i lavoratori, anche quelli che non abbiamo visitato, che ora vivono l’attesa”. Una sorta di Avvento, più che di Quaresima, nella quale la certezza della vicinanza del vescovo sia stella capace di guidare oltre la fatica di un periodo dal quale, sempre e con forza, è necessario riprendersi. “Un segno tangibile di umanità e comprensione – ha sottolineato don Giovanni – quello che cercano alcuni lavoratori del settore per i quali le cose, magari in questo momento, non vanno così tanto bene”. Cinque le aziende visitate in tutto, a cuoio, cromo e vegetale.

A scuola

Nel pomeriggio, poi, il vescovo ha visitato anche CuoioDepur. “Oggi il vescovo visita il depuratore, spesso lo fanno le scuole – ha aggiunto il presidente del Consorzio Conciatori di Ponte a Egola Michele Matteoli -. Per noi è un bel traguardo: 20 anni fa si teneva nascosto. E’ un bel messaggio e un incentivo a continuare su questa strada”. La mattina, però, il vescovo l’ha conclusa alla scuola media dell’istituto Buonarroti, dove sei classi della scuola media di Ponte a Egola hanno presentato lo splendido lavoro finalista al concorso Amici per la pelle, il prossimo 25 febbraio a Milano. “Oggi ho visitato alcune concerie – ha raccontato il vescovo ai ragazzi di Ponte a Egola, insieme ai quali ha concluso questa intensa mattinata – e ho visto come avviene questo processo di lavorazione che io non avevo mai visto”. Poi, ai ragazzi che hanno partecipato ad Amici per la Pelle, prima della premiazione a Milano in occasione di Lineapelle ha detto: “La scuola vi aiuta a mettere insieme fantasia e intelligenza, che diventano creatività. Ho visto il vostro lavoro: voi ne siete dotati e vi auguro, nella vita, di saperli mettere sempre insieme”.

“Indipendente da come andrà – ha detto il vicesindaco e assessore alla scuola Chiara Rossi -, siamo orgogliosi di voi. Intanto votate il vostro lavoro e fatelo votare”. Un orgoglio confermato dal sindaco Gabbanini: “Vi faccio un grande in bocca al lupo, anche se quest’anno dalla nostra avremo pure il supporto del vescovo. Comunque vada, però, sarà andata bene”. Riguardo alla giornata, Gabbanini ha aggiunto: “Una giornata intensa e doverosa. Il comparto conciario è per la nostra realtà un settore trainante e fondamentale per l’economia dell’intero territorio. Desideravo davvero che il nuovo vescovo potesse conoscere più da vicino questa realtà, parlasse con i lavoratori e che conoscesse l’estremo rispetto che nutriamo per il nostro ambiente, con la chiusura della visita proprio alla Cuoiodepur, un impianto fiore all’occhiello: lee nostre concerie si sono, con sacrificio, messe in ordine per tutela la nostra salute. Se ancora c’è il tartufo, vuol dire che le scelte ambientali sono state azzeccate”.

Ai ragazzi, Matteoli ha portato “il saluto di tutte le concerie. Quest’anno ci avete proprio stupito. Sono convinto che a Milano faremo la nostra parte”.
Riguardo ad Amici per la Pelle, Leonardo Volpi di Poteco ha ricordato come “Il progetto nato anni fa dai giovani imprenditori è ora in linea con i nuovi programmi scolastici. Le aziende vi aspettano: grazie alla lungimiranza dei nostri imprenditori, potete scegliere di frequentare un corso specifico del Cattaneo”. A dimostrazione che scuola e lavoro devono, non possono, convivere.

 Elisa Venturi

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