San Rocco divide Cigoli e spacca la consulta: 3 dimissioni

Giunge al suo culmine la polemica sull’utilizzo della chiesina di San Rocco a Cigoli, e fa le sue prime tre “vittime”: Beate Schnock, Pietro Rosselli e Giuseppe Latini. I tre, rispettivamente rappresentanti della lista “Immagina San Miniato”, del Partito Democratico e del circolo “G.Gori” nella consulta territoriale di Cigoli, La Catena e Molino d’Egola, hanno ufficializzato le proprie dimissioni a seguito delle polemiche maturate nei mesi scorsi sull’utilizzo della chiesa, consacrata ma di proprietà del comune.

“Contrariamente alle nostre aspettative e senza il coinvolgimento dei membri della Consulta, negli ultimi mesi l’amministrazione ha provveduto a risistemare la chiesa come spazio per le funzioni sacre, facendo togliere tra l’altro la targa che attesta la proprietà pubblica. Tuttora convinti che si potesse trovare una soluzione condivisa, la nostra decisione è stata presa in sostanza per le modalità di procedere da parte del governo locale, osservate tra l’altro anche in altre circostanze”. Per questo, in sintesi, tre membri della consulta territoriale Cigoli, La Catena e Molino d’Egola hanno rassegnato le proprie dimissioni al coordinatore Walter Salvini.

Dimissioni “bipartisan” che arrivano alla fine di una polemica che ruota intorno ormai da diversi mesi alle modalità di fruizione dello spazio, consacrato ma di proprietà comunale, da parte della popolazione della frazione. Una questione che sembrava chiusa nel 2012, quando all’indomani di una Consulta fu annunciata la stesura di un regolamento condiviso per l’uso dell’edificio, dopo aver chiarito una volta per tutte che la proprietà apparteneva al comune. La chiesetta di San Rocco, in pratica, sarebbe rimasta a disposizione dei cittadini per eventi e iniziative, a patto che fossero consoni con la sacralità del luogo e con le funzioni religiose. A distanza di 5 anni, invece, la disputa per l’utilizzo della piccola chiesa di Cigoli è ancora aperta. A far storcere il naso ad alcuni cittadini e alla Consulta è stata l’apertura di un bando, tempo fa, da parte del comune, per la ricerca di sponsor pronti ad acquistare una decina di panche per la chiesa. Una mossa letta da parte dei residenti, in pratica, come “ritorno all’ovile” dello spazio sotto l’egida della parrocchia. Pensiero che evidentemente è rimasto diffuso anche dopo la stipula di un regolamento comunale per l’utilizzo degli spazi pubblici che, nel caso della chiesetta, impone alcuni accorgimenti particolari, come la richiesta formale del permesso alla giunta, in virtù del fatto che l’edificio è consacrato. 

“La questione dell’utilizzo della chiesa è molto sentita da parte della popolazione ed è stata nell’arco di molti anni oggetto di discussione e di confronto fra le parti, anche di fronte a varie ed evidenti forzature nella gestione dello spazio – aggiungono i tre dimissionari. Il comportamento dell’amministrazione sopra descritto contrasta gravemente con lo spirito di collaborazione che ha sempre caratterizzato l’operato dei sottoscritti, che per queste ragioni non ritengono più produttiva la loro presenza all’interno della consulta”. (ndm)

 

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