Per Non Dimenticare le vittime del Duomo, il dono di Luisa foto

L’arte è il suo modo di esprimersi, il progetto scolastico l’occasione per farlo, la storia della sua famiglia – che è anche quella della sua città – è il tema. Per non dimenticare è l’invito di Luisa Nacci di Balconevisi e anche il nome che ha voluto dare al suo progetto: una colonna che sembra di vetro e mattoni e che è una stele alle vittime della strage del Duomo. Da presentare domani 18 novembre alle 16 proprio sotto ai loggiati di San Domenico a San Miniato, dove sono state spostate le lapidi che ricordano la strage (Lapidi a S. Domenico, rimangono le proteste) e dove dovrebbe nascere il museo della Memoria (Museo della Memoria a San Miniato pronto entro il 2018).

Al quale Luisa, a nome suo e della sua famiglia, in qualche modo, fa il primo regalo: quell’opera nata da un progetto di Beppe Cheli e arricchita con le fotografie di un fotografo livornese, che a San Miniato arrivò il giorno dopo quella strage del ’44. “L’opera è nata come un progetto scolastico fatto all’ultimo anno di liceo – spiega Luisa, 19 anni, al primo anno all’Accademia di belle arti di Firenze -. Dovevo fare un’opera come esercizio e progettazione che avesse il tema del monumento commemorativo”. Da lì alle vittime del Duomo, il passo è stato breve. “Si rappresenta ciò che si conosce, credo. Io mi sono guardata, ho cercato di capire cosa mi stesse a cuore, cosa volevo ricordare, cosa avrei voluto trasmettere e cosa non avrei mai voluto perdere. Ho pensato allo zio Otello, zio della mamma: lui era in Duomo, mi ha raccontato quel giorno e poi gli altri dopo. L’ho sentito raccontare tante volte e ora, in qualche modo, ho voluto fissare le sue parole. Io ho 19 anni e l’ho conosciuto. Ma chi verrà dopo di me non lo conoscerà e, prima o poi, non ci saranno più testimoni”. Un discorso che suona strano nella bocca di una ragazza, ma di uno “strano bello”, di quelli che ti riempie il cuore, perché, come una stella cometa, prova a indicare la via. Per Non dimenticare è un tassello della storia familiare di Luisa Nacci e della storia della città e di un percorso che arriva da lontano e che non è ancora finito. “Lo regalo al Comune, credo lo terranno esposto, anche se non so bene dove, magari proprio lì, anche se in uno spazio diverso perché tira troppo vento”.

 

 

Elisa Venturi

 

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.