Cassa di risparmio di San Miniato, il nome è a rischio

All’apparenza può sembrare solo una questione di forma, come un appiglio ideale a cui aggrapparsi. Ma per una realtà come quella di San Miniato, dove la perdita di autonomia della banca rappresenta il crollo e la fine di un sistema, la questione diventa assolutamente sostanziale. È il tema del nome: capire, cioè, se i nuovi proprietari francesi decideranno o meno di mantenere la parola ‘San Miniato’ nel marchio e nelle filiali della banca appena acquisita. Una questione ancora incerta che il gruppo CariParma scioglierà probabilmente da qui all’estate, anche se l’ipotesi di perdere ogni riferimento alla città della Rocca non sembra affatto improbabile.

“Non sappiamo ancora cosa accadrà, ma è probabile che il nome San Miniato sparisca – risponde Daniele Quiriconi, segretario regionale della Fisac Cgil -. Non dimentichiamo che l’acquisizione di Carismi si inseriva in un pacchetto, insieme alle Casse di Rimini e Cesena, quindi per ciascuna delle tre banche sarà trovata una soluzione diversa”.
Tuttavia, a differenza dei due istituti romagnoli, la sorte del nome San Miniato appare forse più spinosa. “In fase di acquisizione – ricorda Claudio Fiaschi della Fisac di Pisa – si prevedeva per le Casse di Cesena e Rimini una fusione, con la conseguente fusione anche dei due nomi, mentre per la San Miniato si parlava di una fusione per incorporazione. Dunque è possibile che le filiali di Carismi possano assumere semplicemente il marchio di CariParma, ma tutto dipenderà da una scelta di mercato. La Banca Toscana, ad esempio, continua a mantenere l’insegna nonostante la fusione per incorporazione da parte di Mps. La nuova proprietà, in pratica, dovrà valutare l’appeal del nome San Miniato in funzione del territorio in cui opera: dato che Carismi ha sempre operato in una zona geografica circoscritta, potrebbe essere una scelta positiva mantenere il nome San Miniato per renderla più riconoscibile agli occhi del risparmiatore o dell’imprenditore locale. Si tratta comunque di una scelta che Crédit Agricole farà nel corso dell’anno, forse già in primavera”.
Per la Cassa di Risparmio di San Miniato, tuttavia, c’è anche una terza strada per il futuro del nome: un’ipotesi ventilata nei mesi scorsi in fase di trattativa. “Dato che in CariParma c’è anche CariSpezia, che al momento ha mantenuto il proprio nome – ricorda Fiaschi – era stata ventilata l’idea di una fusione tra le due Casse di risparmio, andando a creare un istituto di credito dell’area costa, a cavallo fra Toscana e Liguria, individuando di conseguenza un nuovo nome che dovrà comprenderle entrambe”. (g.m, g.p.)

 

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