Da Michela la busta è di carta e non si paga. La protesta foto

’Da Michela frutta e verdura in busta di carta non a pagamento. Perché io dico no!’ Dopo tante polemiche sui social, c’è chi ha deciso di attuare la propria pacifica protesta contro il pagamento dei sacchetti per la frutta e la verdura scattato da alcuni giorni nella grande distribuzione. E così Michela Candela, commerciante di Ponte a Egola, proprietaria del negozio di generi alimentari di via Ferrari, ha appeso alla porta di ingresso il suo cartello di protesta. Un’iniziativa forte, rivendicata con orgoglio da Michela, che dice: “Dico no alle buste biocompostabili, imposti per legge senza alcuna condivisione. Una legge che fra l’altro penalizza i piccoli commercianti”.

A Michela Candela non va giù l’entrata in vigore della legge: “Una normativa senza senso – dice – che ci è arrivata sopra la testa, come una spada di damocle. Non c’è stata chiarezza né condivisione, c’è stato detto tutto a cose fatta. Per questo motivo, in primis, io dico no”. Una questione di principio, insomma. Il negozio è aperto dal 2013 e la titolare non intende fare diversamente da come ha sempre fatto e da ciò che da sempre propone ai clienti proponendo per chi non vuole pagare la busta il sacchetto di carta gratuito per i clienti, che ha sempre utilizzato. (continua a leggere dopo il video)

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C’è anche un problema di natura tecnica per i piccoli commercianti che Michela spiega: “Ho chiesto quando mi sarebbero arrivati questi nuovi sacchetti, e mi è stato detto che arriverebbero a febbraio circa. Incredibile. Anche a voler rispettare la legge, ci sono le lungaggini che si mettono in mezzo. Il problema è che ci sono pochissime aziende produttrici di questi sacchetti e ci vuole quindi un po’ di tempo per rifornire tutta la grande distribuzione e poi i piccoli negozi”. Grande e piccola distribuazione, è qui che si annida la polemica: “In realtà la legge va a favore della grande distribuzione, infatti per i grandi soggetti una busta costa un centesimo. Per i piccoli commercianti i costi sono invece più elevati: ho fatto una stima e una busta mi costa circa 4 centesimi che dovrei far pagare al cliente. Non è assolutamente giusto”. Tuttavia, Michela sottolinea: “Ho comunque le buste per il pane, che hanno tutti i requisiti di legge: posso servirmi di quelle per andare incontro alla legge”.

Mirco Baldacci

 

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