San Miniato, una via per Imposimato dopo il caso Giglioli

Una strada per ricordare Ferdinando Imposimato. È questo l’impegno assunto dal consiglio comunale di San Miniato, durante la seduta di ieri (30 gennaio) dove arrivava in discussione la mozione di Alessandro Niccoli sull’ormai celebre commento Facebook di Simone Giglioli, consigliere e segretario comunale Pd, che sotto il post di un amico aveva deriso la scomparsa dell’ex magistrato. Parole infelici per le quali Giglioli si è scusato pubblicamente, rivolgendosi al consiglio e alla stessa famiglia di Imposimato.

Ne è nata una lunga discussione, dove l’utilizzo un po’ ‘disinvolto’ di Facebook da parte di Giglioli è finito più volte al centro degli interventi. Discussione nella quale i consiglieri Laura Cavallini di Immagina San Miniato e Chiara Benvenuti del movimento Cinque Stelle hanno dichiarato che non avrebbero preso parte al voto, “perché questo consiglio e questa maggioranza – ha attaccato Cavallini – hanno dimostrato un’arroganza tale da non poter né valutare né commemorare la figura di Imposimato”. Alla fine, invece, non c’è stato alcun voto: a convincere Niccoli a ritirare la mozione è stato l’intervento del presidente del consiglio Vittorio Gasparri, che dopo aver ricordato la figura di Imposimato ha proposto a tutti i consiglieri di presentare una nuova mozione per la prossima seduta, impegnando il sindaco e la giunta a intitolare una strada all’ex magistrato.

“È veramente deprimente – ha detto Niccoli all’inizio del dibattito – che nel momento della morte un uomo come Imposimato venga deriso da un consigliere comunale, quindi da un pezzo delle istituzioni, oltre tutto inneggiando alla sua fine”. Da qui la richiesta di una punizione da parte dell’amministrazione e di un’iniziativa per omaggiare la figura del magistrato.
Pronta la risposta di Giglioli: “Come ho ribadito anche nei giorni scorsi, si trattava di un commento sulla pagina di un amico scritto dal mio profilo personale, che niente ha a che vedere con il partito e con il mio ruolo istituzionale. Vorrei anche ricordare che il 9 maggio del 2003 Imposimato venne alla Casa Culturale su invito del comitato Sandro Pertini. Sapete chi era il presidente di quell’associazione? Il sottoscritto. Quindi so bene chi era Imposimato, come so bene anche che negli ultimi anni era sceso nell’agone politico, anche se questo ovviamente non è sufficiente a giustificare le mie parole. Mi scuso pertanto con la famiglia, alla quale rivolgo le mie condoglianze, e con questo consiglio per il tempo che gli ho fatto perdere”.

“Capisco e comprendo le motivazioni della mozione di Niccoli – ha commentato Laura Cavallini – perché l’intervento su Facebook è stato davvero infelice. Tuttavia non parteciperò alla votazione, perché credo che questo consiglio e questa maggioranza abbiano dimostrato nel tempo un’arroganza di comportamenti tale da concedersi di tutto, giustificando qualunque cosa sotto aspetti privati che non hanno a che vedere con il piano istituzionale. Non credo quindi che questo consiglio e questa maggioranza siano deputati a valutare la figura di Imposimato e che non possano mettere in atto niente per commemorarlo”.
“Imposimato è sempre stato una persona molto lucida e disponibile – ha detto Chiara Benvenuti –. Quello che ha dato fastidio è Giglioli, forse, è il fatto che Imposimato abbia dato un contributo al fronte del no al referendum costituzionale: nel tempo, evidentemente, la sua opinione è cambiata rispetto al 2003. Nel momento in cui abbiamo diffuso la notizia di quel commento lo abbiamo ritenuto comunque sufficiente, anche se crediamo che la persona che ricopre un ruolo non può separare l’aspetto privato da quello pubblico che ricopre. Ad ogni modo non abbiamo voluto portare questo episodio in consiglio, anche perché qui dentro si giustifica tutto. Piuttosto il Pd non doveva aspettare la mozione di Niccoli per prendere le distanze dal proprio segretario. Anch’io quindi non parteciperò alla votazione”.
“Come amico di Simone – ha aggiunto Francesco Lupi di Articolo 1-Mdp – devo riconoscere che lo strumento dei social può essere infernale, perché tutti siamo esposti al rischio di cadere in espressioni infelici. E questa devo dire che lo è stata particolarmente. La cosa a mio avviso più grave è che Giglioli ha un ruolo non solamente politico ma anche istituzionale. Mi sarei aspettato dal consiglio o dal suo presidente una nota di biasimo”.

Dai banchi di Forza Italia, invece, è spuntato il ricordo di un altro commento Facebook di Giglioli, scritto durante la passata legislatura (quando Giglioli era capogruppo di maggioranza) nei confronti di Alessandra Mussolini. “Bisogna riconoscere a Giglioli di aver chiesto scusa – ha detto Michele Altini – e voglio pensare che sia stato un atto di responsabilità non imposto dal partito. Però gradirei che si scusasse anche per un altro post, quando scrisse che ascoltando la parlamentare Mussolini si dispiaceva che non fosse stato portato a termine fino infondo il lavoro di piazzale Loreto”. “L’allora capogruppo Roberto Ferraro – ha ricordato Carlo Corsi – contattò l’entourage della Mussolini e Giglioli rischiò una querela. Quindi accetto le scuse ma spero gli serva per il futuro”.

“Credo che alle scuse si debba riconoscere un valore – ha ribattuto il capogruppo Pd Alessio Spadoni – perché è difficile nella vita non inciampare mai. Io in prima persona ho biasimato Giglioli per questo commento. Le scuse sono state un atto doveroso, che pone un imbarazzo per Giglioli e per il partito, il quale che ha reagito a questo imbarazzo con il silenzio. Le scuse, francamente, ci erano sembrate sufficienti. I riferimenti fatti da Cavallini, invece, me li sento sulla pelle, ma non mi sembra di essere mai stato arrogante. Avrei preferito che l’argomento fosse stato un ordine del giorno o una domanda d’attualità, senza voto. È stata fatta la richiesta di commemorare Imposimato, ma credo non ce ne sia bisogno: se lui ha avuto la fortuna di poter visitare San Miniato è grazie all’attività e alla forza di Simone Giglioli. Non è un caso se da quando non c’è più il comitato Sandro Pertini ha smesso di fare iniziative”.

“Apprezzo e accolgo le scuse di Giglioli – ha aggiunto Niccoli -. Sono convinto che siano sincere e non di circostanza. Il mio non è stato un atto di accanimento, ma perché questo episodio si aggiunge ad altri, come quando fui offeso su Facebook mentre parlavo in consiglio”.
Tuttavia, alla richiesta della maggioranza di ritirare la mozione Niccoli ha inizialmente rifiutato, spiegando che ciascuno doveva assumersi le sue responsabilità. È stato Gasparri a quel punto a risolvere il caso, con un intervento inatteso e centrato che ha tolto le castagne dal fuoco della maggioranza. L’impegno, per la prossima seduta, è quello di presentare tutti insieme una mozione sull’ex magistrato, togliendo ogni riferimento al segretario Pd, per impegnare il sindaco e la giunta ad intitolaregli una strada del territorio comunale.

Giacomo Pelfer

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