San Rocco fra cultura popolare e Surrealismo, con Arrabal foto

Il tema sarà la notte. E l’ospite d’onore del Palio di San Rocco sarà il regista teatrale, scrittore, poeta e autore surrealista spagnolo Fernando Arrabal.

Il Palio di San Rocco non delude per la sua decima candelina, anzi offre a San Miniato e allo storico quartiere dello Scioa, fra piazza Buonaparte e piazza XX Settembre, uno spettacolo lungo ben nove giorni, dall’8 al 16 agosto, caratterizzato dalla ormai tradizionale commistione di vette poetiche e cultura popolare. A portare in città tutto il fascino dell’arte più dirompente del Novecento sarà Fernando Arrabal, la cui figura fungerà anche da filo conduttore attraverso i vari giorni del Festival. Considerato uno degli autori più importanti e completi del XX secolo, collaboratore di alcune delle maggiori figure dell’arte contemporanea come André Breton, Tristan Tzara ed Andy Warhol, protagonista negli anni ’60 della nascita del celeberrimo collettivo di artisti del “Movimento Panico” insieme a Alejandro Jodorowsky e Roland Topor, Arrabal sarà protagonista di varie serate. Con lui anche altri importantissimi autori come il regista argentino Sergio Aguirre, attori come Mila Moretti e giornalisti e scrittori come Marilina Veca, autrice di numerosi reportage dai teatri di guerra.

“Tra i tanti eventi – spiega Delio Fiordispina, della Fondazione San Miniato Promozione – mi preme parlare dell’evento Pinocchio, capitolo cinque: la fame è più forte della paura. Da anni gli anziani di 8 residenze del territorio, tra cui la ‘Del Campana – Guazzesi’, partecipano a una rappresentazione annuale. Sono 50 anziani assieme a 10 tra attori e animatori. Il Palio offre la possibilità a loro di esibirsi e per tutte le sere del Palio diventa un luogo culturale dove vengono fatte mostre e diretti spettacoli. Vedere mille persone dentro la struttura è importante per integrare queta realtà all’interno della città”.

Oltre venti eventi teatrali, gastronomici e ricreativi tutti d’un fiato che culmineranno il 15 e 16 agosto con la vera e propria Festa di San Rocco, dove andrà in scena l’Arlecchino di Mario Gallo, uno degli ultimi eredi della tradizione della commedia dell’arte e si terrà l’esibizione del grande Rodolfo Banchelli su Orlando Spadaro e la canzone fiorentina del ‘900. Saranno poi proiettati alcuni film, come L’albero di Guernica di Arrabal con Mariangela Melato (12 agosto), La Notte di San Lorenzo (10 agosto) in un doveroso omaggio ai Taviani. Si terranno inoltre importanti mostre d’arte e di fotografia e la consegna del prestigioso Premio di San Rocco, che il sindaco di San Miniato assegnerà quest’anno proprio ad Arrabal e ad Aguirre, quest’ultimo protagonista con due suoi spettacoli teatrali: Dalì vs Picasso e Sarah e Victor.

La notte, che con tutto il suo portato onirico e di precarietà è stata tanto cara ai surrealisti, sarà il tema centrale del festiva. “A volte la notte è anche buona per le veglie, quelle di attesa, per il bene e per il male, anche per la morte – spiega il curatore del Festival Andrea Macini. – La notte è simbolo della precarietà, anche quellaLa notte, che con tutto il suo portato onirico e di precarietà è stata tanto cara ai surrealisti, sarà il tema centrale del festiva. “A volte la notte è anche buona per le veglie, quelle di attesa, per il bene e per il male, anche per la morte – spiega il curatore del Festival Andrea Macini. – La notte è simbolo della precarietà, anche quella sociale, politica, economica. La notte porta anche il nazismo: la cosiddetta “notte dei cristalli”. Ci sembra che l’Italia stia attraversando un momento particolarmente buio, nella sua vicenda storica, quella che ormai dura da oltre settant’anni, la storia dellaRepubblica. Quando abbiamo dedicato la nostra festa alla notte, non sapevamo l’esito delle elezioni di marzo, le nostre “idi di marzo”, quelle che da sempre segnano la fine di un’epoca. Anche per la Repubblica Italiana, avvertivamo davvero la fine di un’epoca, il senso della notte e della fine, magari dell’inizio successivo. Uno snodo insomma. Qualcosa da cui ripartire. Per noi, chiaramente, non può non esserci anche la speranza del dopo, del domani, il nostro pessimismo è, da sempre, venato di un sincero ottimismo. Ogni giorno (appunto dopo la notte), vogliamo sempre ripartire, riaprire i rubinetti del futuro. Ricominciare a lavorare. Insieme a chi desidera impegnarsi in nuove avventure. San Rocco 2018 sarà appunto questo, rifletteremo sul passato, apriremo al futuro. Quello che abbiamo sempre fatto. Grazie anche ai tanti che in questi anni ci hanno seguito”.

Nilo Di Modica

 

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