Palio di San Rocco, proseguono le serate-evento

Continua il Palio di San Rocco. Domani (12 agosto), nel quinto giorno del Festival del pensiero popolare, la memoria è alla seconda guerra mondiale. Il film di Fernando Arrabal L’albero di Guernica sarà proiettato alle 22 in piazza XX settembre. Il film fu girato sugli splendidi sassi di Matera, su consiglio di un grande amico di Arrabal, cioè Pier Paolo Pasolini, che nel 1964 vi aveva realizzato il suo capolavoro, Il Vangelo secondo Matteo.

Arrabal costruisce una sorta di poema visivo con l’insuperata interpretazione di Mariangela Melato. “Quello che si ricorda è il bianco, la povertà delle persone e delle case – dice il direttore artistico del festival Andrea Mancini -, si tratta anche di un documento storico: Matera di oggi non assomiglia più a quella che si vede in questa pellicola. Non a caso Arrabal è stato di recente celebrato, nella città dei sassi, con una cerimonia importante e con la proiezione del film restaurato”.
Alle 18,45, nella stessa piazza XX settembre avrà luogo un altro degli interessanti incontri sulla “notte”: Quanto è distante la Notte dei cristalli. Il pogrom del 1938 durante il quale tutte le sinagoghe di Berlino furono distrutte e migliaia di ebrei deportati? È così lontano il nazi fascismo? C’è ancora questo pericolo in Italia?. Questo il lungo titolo dell’incontro con la scrittrice e giornalista Marilina Veca, già apprezzata molte volte al Festival. Si partirà appunto da questo episodio terribile all’inizio della guerra, per arrivare all’oggi, ai tanti problemi legati al razzismo e alla persecuzione che ancora ci attanagliano.
A fine serata, dopo il film, avremo invece l’esibizione del laboratorio guidato da Francesco Gigliotti, che ha intensamente lavorato in questi primi giorni del Festival. Lo spettacolo si intitola naturalmente al teatro Panico di Arrabal e presenta una serie di azioni tragicomiche, come nello stile del grande poeta spagnolo, di cui si sta preparando l’arrivo a San Miniato.
Lunedì (13 agosto), invece, sarà una giornata dedicata all’Africa, ma anche alle notti del teatro, di un teatro che fa incontrare mondi diversi, come l’Argentina e l’Italia, cioè il luogo di nascita di Sergio Aguirre, il regista che sarà premiato con il San Rocco 2018, per la diffusione della cultura e del teatro spagnolo in Italia. Proprio ad Aguirre, insieme a Manola Nifosì, sarà dedicato appunto l’incontro di lunedì, per parlare di trent’anni di notti teatrali, consumate da quando ha attraversato l’oceano, per stabilirsi in Italia.
“Era il 1989 – ricorda Aguirre -, dopo gli studi all’Accademia teatrale di Buenos Aires, diretta dal grande Raul Serrano, sono venuto in Europa, prima a Parigi e a Berlino, dove ho lavorato al Berliner Ensemble di Bertolt Brecht, per poi trasferirmi in Toscana e trovare il luogo dove avrei speso la mia esistenza”.
Da allora il lavoro di Aguirre è stato entusiasmante, pieno di incontri, favoriti anche da Intercity di Barbara Nativi, che cominciò la sua entusiasmante avventura a Sesto Fiorentino, in rapporto con i teatri di tutto il mondo, ma anche fondando il Centro di iniziative teatrali, insieme a Manola Nifosì e a Lugi Monticelli.
Sarà interessante discutere con questi rappresentanti del teatro toscano, in rapporto soprattutto con la loro iniziativa più felice e anche la più nota, cioè Luglio Bambino, che ha portato nella piana fiorentina tutti il miglior teatro internazionale, staccandosi spesso anche dal teatro ragazzi, per presentare i grandi gruppi di teatro di strada, come i catalani Els Comendiants.
Dopo la consueta cena sulla terrazza Del Campana Guazzesi, alle 22 in piazza XX settembre avrà luogo lo spettacolo Orestea Africana. Deg Nga Wolof, con i richiedenti asilo della casa della pace Shalom di Collegalli. Un lavoro importante, nato proprio al palio di San Rocco esattamente un anno fa, quando ebbe luogo un’esibizione fuori programma da parte dello stesso gruppo, guidato da Andrea Mancini. Da allora è stata fatta tanta strada, spettacoli in tutta Italia e una naturale riduzione del gruppo teatrale, che negli ultime mesi ha reso necessaria una rimessa in scena, stavolta firmata dalla regista Paola Bolelli, reduce da esperienze internazionali e allieva del grande Nikolaj Karpov, un indimenticato docente della biomeccanica di Vsevolod Mejerchold, tante volte presente nella nostra città (nei laboratori di Prima del Teatro), dove nel 2007 la casa editrice Titivillus gli pubblicò il bellissimo Lezioni di movimento scenico.
Paola Bolelli si è a tal punto entusiasmata del progetto Orestea, tanto che si è quasi trasferita a Collegalli. “Sarà per me davvero emozionante – ci confessa Andrea Mancini – vedere come il mio lavoro si è venuto modificandosi, per me questo è il senso vero del fare teatrale: si realizza uno spettacolo, poi altri possono lavorarci ancora e mutarlo anche radicalmente. Se ci pensa anche quando un autore scrive un testo fa questo: immagina un lavoro, che poi saranno altri a mettere in scena e a cambiare come vogliono. Siamo davanti a un lavoro collettivo, dove sappiamo com’è la partenza, ma non conosciamo l’arrivo, il punto finale”. Tra l’altro il Palio di San Rocco ospita quest’anno anche la bellissima mostra fotografica di Aurelio Cupelli, dedicata proprio ad una Orestea Africana che non esiste più.
A fine serata, verso le 23,30, ancora una esibizione del teatro della Conchiglia dedicata al teatro Panico di Fernando Arrabal, dentro la chiesa di San Rocco, avremo performance e improvvisazioni guidate da Francesco Gigliotti, ormai appuntamento fisso del pubblico un po’ più notturno del festival del pensiero popolare.
Il palio di San Rocco Pellegrino è anche una serie di belle mostre d’arte e di documentazione storica e ancora una cena romantica da consumare sulla bellissima terrazza del Palazzo Del Campana Guazzesi, offerta dalla filarmonica Giuseppe Verdi.

 

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