Mostra tartufo, Gabbanini: “Obiettivo 100mila presenze”

La macchina organizzativa del tartufo bianco scalda i motori in vista della Mostra, che si svolgerà nei week end dell’11-12, 18-19 e 26-27 novembre. Sarà una manifestazione ecosostenibile, e questa è la grande novità di quest’anno. Ma l’edizione 2018 sarà anche l’ultima kermesse dell’era Gabbanini, che in dieci da sindaco ha vissuto da un punto di vista privilegiato lo sviluppo, le tendenze e i cambiamenti di quello che è il prodotto sanminiatese per eccellenza, che ha reso grande il territorio in Toscana e in Italia.
“Col tartufo, San Miniato ha avuto il piacere di vivere nel cuore della Toscana”, è questo lo slogan che il sindaco Gabbanini vuole utilizzare per parlare di San Miniato e il tartufo.

Manca un anno alla fine del suo doppio mandato e la Mostra di quest’anno sarà l’ultima dell’era Gabbanini. Il sindaco traccia un bilancio sereno, pacato, ma coinvolto. San Miniato e il tartufo vanno di pari passo in Italia e nel mondo, e chi è alla guida del Comune non può che aver lasciato in ogni Mostra svolta emozioni e sentimenti. Gabbanini ha visto crescere da protagonista il tartufo e la kermesse, che ogni anno si è saputa rinnovare nel filo della continuità. Difficile per lui stabilire qual è stata la manifestazione più bella.
“Ogni edizione – dice – ha avuto qualcosa di speciale che mi porterò nel cuore. Ogni anno c’è stato un tema importante. In questi dieci anni abbiamo portato San Miniato nei confini europei: per fare alcuni esempi, siamo stati a Bruxelles e al consolato francese. Due trasferte con molti ospiti e personaggi importanti a livello istituzionale. Ricordo molto bene, poi, il viaggio a San Pietroburgo, che mi ha regalato molte emozioni: ero davvero soddisfatto di portare San Miniato così lontano e renderlo ancora più famoso”.
Parlando di personalità prestigiose, Gabbanini fa una battuta: “Il tartufo di San Miniato ha portato fortuna, se pensiamo all’accoglienza che ci ha fatto Enrico Letta, e lui subito dopo è diventato premier. E la stessa sorte è toccata a Matteo Renzi”. E poi dice: “Il nostro tartufo, in dieci anni, è andato nelle mani di vari personaggi famosi come il professor Mosca, Carlo Conti, Panariello, Pieraccioni e di tanti altri personaggi dello sport. In sostanza, abbiamo dato il tartufo a tutti. E crediamo che la promozione di questo prodotto sia stata fondamentale”. Ma alla fine Gabbanini confessa: “Forse quella di quest’anno è la manifestazione più cara, perché è l’ultima”.
In questi dieci anni il tartufo ha vissuto dei cambiamenti, e il sindaco li rivela con orgoglio: “Pensiamo all’esperienza del Palatartufo, grazie al quale il palcoscenico del tartufo ha vissuto un forte cambiamento. Poi, il dopo cena del tartufo, che hanno presentato molti spettacoli sempre legati alla cultura e all’arte, con riferimenti al dramma popolare. Pensiamo all’officina del tartufo: abbiamo fatto transitare su quel parco i più grandi chef nazionali. Abbiamo sempre puntato sulla qualità del nostro territorio, e con questi cambiamenti c’è stato un surplus di qualità. E come tendenza o linea di continuità, vorrei dire che in quasi tutte le edizioni c’è stato un riferimento con la pelle e la pelle al vegetale”.
Per quanto riguarda le novità di quest’anno Gabbanini fa un’anticipazione: “La novità che magari tutti non si aspettano – dice – sarà questa: il tartufo sarà un prodotto incontaminato e la manifestazione perseguirà politiche ambientali. Abbiamo in mente una grande attenzione al tarufo bianco, che sia economicamente sostenibile. E sensibilizzeremo tutti i nostri standisti e i ristoratori che tutto sia sostenibile: la raccomandazione principale è che venga utilizzato materiale biodegradabile”.
Il sindaco, oltre ai successi che ha rivendicato nel suo bilancio, riconosce che qualcosa ancora da fare c’è: “C’è da fare ancora tanto – sottolinea – Partiamo da una constatazione: la Mostra, anche se è partita con numeri che andavano dalle 20 e 30mila presenze, ha poi sforato le 100mila presenze. Toccate solo una volta. Su questo dato parecchio ha influito la stagione, ma di sicuro è un target che deve essere sempre un obiettivo. E poi, la mostra va resa sempre più ecosostenibile e dobbiamo puntare su quei prodotti collaterali al tartufo (vini e standisti che arrivano da diverse parti d’Italia) per massimizzare la qualità e sperare sempre in un’annata buona”.

Mirco Baldacci

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