Farmacia, consiglio di Stato respinge il ricorso del Comune

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Sono andati fino davanti al consiglio di Stato a Roma per avere ragione contro la Farmacia Riosa, i legali del comune di San Miniato, incaricati dagli attuali amministratori della giunta Gabbanini, nonostante il comune avesse già perso in primo grado davanti al tribunale amministrativo di Firenze, il Tar della Toscana. Si sta parlando del ricorso intentato dalla farmacia Riosa di Ponte a Egola fin dal 2012 contro una decisione del comune di San Miniato di far aprire una nuova farmacia in piazza Guido Rossa a Ponte a Egola.

Una vicenda giudiziaria, lunga e tormentata, che alla fine si è conclusa questa mattina 8 novembre davanti al Consiglio di Stato che ha rigettato il ricorso del comune di San Miniato, confermando in pieno quanto già deciso dal Tar e quindi dando ragione alla farmacia Riosa come era già accaduto nel 2014.
Ma andiamo con ordine e capiamo da dove nasce questa guerra legale tra la farmacia Riosa e il comune di San Miniato.
Nel 2012, con la delibera numero 74 del 24 aprile, il comune di San Miniato autorizzava l’apertura di una nuova farmacia in piazza Guido Rossa a Ponte a Egola. Una decisione che i proprietari della farmacia di via Diaz, esercizio storico a Ponte a Egola, impugnavano davanti al Tar, trascinando in giudizio il comune di San Miniato, la regione Toscana e la ex Asl 11, oltre che i titolari della nascente farmacia, che però non si costituivano in giudizio, come anche la Asl di Empoli.
Daniele Riosa e Susanna Corsi, i proprietari della farmacia rappresentati dai propri avvocati, per impugnare la decisione del comune di San Miniato già nel 2012 presentarono una lunga disamina al tribunale fiorentino sollevando eccezioni di incostituzionalità sulla base dell’articolo che demandava alla Regione la legiferazione in materia di sanità e di altre leggi posteriori che stabilivano come, quando e dove aprire nuove farmacie. Alla fine il tribunale fiorentino non riconobbe nella vicenda violazioni costituzionali, ma accolse il ricorso per due motivi molto più semplici. In primo luogo perché il comune aveva introdotto nell’atto un numero non reale di abitanti a Ponte a Egola ovvero secondo la delibera comunale a Ponte a Egola nel 2010 vivevano 8.362 persone, numero contestato dai rappresentanti della farmacia Riosa con tanto di documenti, dove invece si dimostrò che a Ponte a Egola vivevano 5.640. Un dato non da poco visto che la legge stabilisce che per individuare l’apertura di una nuova farmacia bisogna soddisfare due parametri, ovvero la perimetrazione del bacino servito dalla farmacia, che sarebbe da identificare in una farmacia ogni 3300 abitanti e la distanza dalle farmacie preesistenti ovvero 200 metri. Ora, nel caso specifico, il Comune era riuscito a far lievitare il numero di abitanti di Ponte Egola a oltre 8mila persone mettendo in collo allo stesso bacino farmaceutico (zona), la popolazione di San Donato di San Miniato e gli abitanti della Valdegola. Valutazione smontata dai legali della farmacia Riosa, dal momento che San Donato è servito da una farmacia comunale. Poi c’era la questione della distanza tra le farmacie, infatti la farmacia in piazza Guido Rossa avrebbe avuto una distanza dalla Riosa inferiore ai 200 metri previsti per legge.
Dopo questo parere del tribunale fiorentino, il sindaco Vittorio Gabbanini e i suoi assessori della giunta hanno deciso di impugnare e ricorrere al consiglio di Stato il secondo grado di giudizio della giustizia amministrativa. Nonostante la Regione Toscana stessa dopo la sentenza del Tar avesse desistito, accogliendola e non intentando un ricorso in secondo grado, un iter giudiziario che alla fine ha visto il comune di San Miniato rimanere solo davanti al tribunale per poi vedersi rigettare l’appello di secondo grado. La corte romana infatti ha ritenuto legittimo l’intero parere già espresso dal Tar di Firenze.

 

Gabriele Mori

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