Il volontariato e “La meglio gioventù” della diocesi di S. Miniato foto

Gli scout raccontano la loro esperienza in carcere, gli educatori la loro missione in mezzo ai ragazzi, suor Laura l’impegno nella casa famiglia. Una guerra che si combatte con amore e sorriso quella che la Chiesa di San Miniato ha raccontato in piazza Duomo. Una guerra che è fatta di tante piccole battaglie, ciascuna impegnativa, complicata, a volte tanto da sembrare impossibile. Ciascuna vinta, però. In più o meno tempo, secondo il disegno di Dio. E’ una Chiesa con gli occhi sorridenti e il cuore enorme quella che il vescovo della diocesi di San Miniato Andrea Migliavacca ha invitato a raccontarsi.

“Dopo il sinodo sui giovani – ha detto don Andrea aprendo la serata insieme -, papa Francesco ha scritto una lettera ai giovani”. Si chiama Christus vivit, Cristo vive. “Egli – ha letto – è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo”. E’ vivo. Nei gesti buoni e nelle braccia aperte di questi giovani in missione nel mondo. E ti vuole vivo, capace di essere Vangelo che vive nelle vite degli altri. Di chi ha bisogni “fisici”, come cibo e un tetto. Ma anche di chi ha altri bisogni, forse meno facili da esaudire e anche da raccontare. Per questo la comunità è importante ed è bello vederla riunita.
Dopo il vescovo hanno parlato i giovani, raccontando un po’ di sé e di quel che fanno: gli scout portano la loro esperienza in un carcere minorile, gli educatori della parrocchia di Perignano quella tra campeggi e attivita per ragazzi, suor Laura il Cottolengo e la casa famiglia.
Giovani che si occupano di giovani. E che nel vescovo e in questa Chiesa giovane devono sempre trovare qualcuno che si occupa di loro. In occasione dell’ aperitivo un fuori programma per premiare l’ideatrice e del nuovo logo della pastorale giovanile di San Miniato: Sara Montagnani. Il suo logo, che mette al centro il vescovo che rappresenta la Chiesa e racchiude tutti in un abbraccio, è stato il più votato. in un’immagine viene raffigurato tutto il progetto della pastorale giovanile. 

Al termine della serata, ad incarnare lo spirito dei giovani e la loro linfa vitale è stato Antonio, “detto Antonino”, un giovane rapper locale che ieri sera prestava servizio per il catering e che si è esibito davanti al pubblico. Le strofe non si confacevano propriamente al genere, erano un connubio insolito, ma piacevole che ha divertito tutti i presenti. 

 

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