“Ricreare lavoro laddove c’era”, nuovo stabilimento Vamas foto

“Ricreare lavoro laddove c’era lavoro” con questo principio la Vamas, oggi venerdì 14 giugno, ha inaugurato il suo quinto stabilimento alla presenza del presidente della Regione Enrico Rossi. Uno slogan che stato trasformato in realtà quello della filiera Vamas, visto che i suoi stabilimenti sono incubazioni di plessi dismessi o in crisi, con il conseguente mantenimento o incremento dell’occupazione. Lo stabilimento inaugurato oggi in via Filippo Turati a Ponte a Egola prende il posto del Cuoificio toscano e molti dei lavoratori che sono già all’opera al suo interno vengono dall’impresa terzista Suolificio Emira.

Una realtà produttiva tutta sanminiatese nel giro di pochi chilometri che permette di concentrare il ciclo produttivo azzerando così i costi e le tempistiche di trasferimento dei semilavorati e una razionalizzazione dei processi organizzativi. I benefici di un tal modo di fare impresa hanno ricadute su più fronti: come prima cosa il recupero urbanistico di plessi produttivi – e merita ricordare che riqualificare costa più che costruire -, in secondo luogo la tutela ambientale anche nella scelta dei materiali. Dal 2012 Vamas studia e utilizza il Tpu come materiale, il poliuretano termoplastico, biodegradabile ed ecocompatibile, oltre ovviamente al cuoio. “Questo momento celebra un successo e pone forse le basi per altri successi – ha detto Enrico Rossi commentando il percorso di Vamas che inizia un anno fa con un protocollo d’intesa con la Regione – In un anno e mezzo il signor Vagnoli ha fatto molto. Finché ci saranno in Toscana imprenditori che sentono questo legame col territorio, è una regione che non deve avere paura del futuro. Chi ha combattuto e ha sentito responsabilità, chi ha fatto investimenti la ha avuta vinta su chi diceva che dovevano delocalizzare. Qui c’è tecnica, scienza, saper fare”.
“Se prendiamo il decennio della crisi – continua Rossi – e guardiamo l’export tra le regioni, a parte il Trentino che ha una storia particolare, la Toscana è quella che ha il maggior export. Il distretto del cuoio, che ora non è più solo cuoio, è la base della capacità attrattiva del ‘sistema Toscana’. Gli investimenti ci sono e aumentano di anno in anno. Bisogna che ci sia una cultura del distretto. Un distretto che ha fatto sì che si andasse avanti con l’eccellenza. A volte si dimentica che dietro ai grandi marchi c’è un saper fare che viene proprio da queste zone”. Per valorizzare ancora di più le produzioni toscane, la Regione varerá un marchio di localizzazione che identificherà ogni prodotto agricolo o manifatturiero nato in Toscana. “Sarà un modo – ha spiegato Rossi – per esplicitare il legame inscindibile, unico e non replicabile, tra imprese, prodotti e territorio, spesso alla base della qualità e del gradimento riconosciuti a livello internazionale per quanto viene ideato e realizzato in Toscana. Il 13 maggio scorso la Giunta regionale ha avviato l’iter per il marchio, nella prossima seduta lo vareremo”
“È il primo invito che mi è arrivato da sindaco – spiega Simone Giglioli – Azienda che fa investimenti, recupero di strutture, nuove assunzioni: ce ne fossero. I numeri della Vamas sono importanti: nel nostro comune è una delle aziende maggiori che genera ricchezza”. Giusto per dare alcuni numeri, il nuovo stabilimento dà lavoro  32 persone, mentre in totale la filiera ha 450 addetti, passando dai 372 del 2018. La stessa tendenza crescente vale per il fatturato: Vamas è passata dai 32 milioni del 2017 ai 48 del 2018
“Ci siamo trovati con Rossi un anno fa a gennaio – ha detto Ivano Vagnoli, amministratore delegato di Vamas -, si è parlato di creare lavoro in una conceria per un recupero. Ora è di moda parlare di ecologia, ma noi siamo partiti 10 anni fa. Abbiamo trovato una ditta che si chiama Api che ci ha fornito materiali ecosostenibili e siamo arrivati al recupero totale dei materiali usati. Noi siamo impegnati esclusivamente nel comune di San Miniato. Ora abbiamo il sindaco nuovo e penso che si lavorerà bene insieme. Tante risorse nostre vanno nel territorio”.
“Entro fine anno contiamo di avere tutto il parco macchine centralizzato – spiega Andre Vagnoli, responsabile commerciale – Qui si producono 3 milioni di suole, per 22 firme del lusso. Abbiamo aperto a inizio anno uno stabilimento a Civitanova Marche. Sul territorio consolidiamo la filiera con efficientamento del parco produttivo e della logistica interna. Seguiamo il mercato: non perdiamo di vista il cuoio anche se scarpe di cuoio ce ne sono sempre meno. Cerchiamo di associare il cuoio a altri materiali. Ringrazio tutti i dipendenti che sono il vero motore, stiamo portando avanti un progetto di ottimizzazione dei processi produttivi con il consorzio Quinn”. Il Consorzio universitario in ingegneria per la qualità e l’innovazione, legato all’università di Pisa ha avviato un progetto formativo con Vamas sulla velocità e l’efficienza.

 

Giuseppe Zagaria

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