Conciatori, Matteoli: “Futuro ancora incerto”. Il nuovo Cda

Consorzio conciatori, cinque nuovi consiglieri nominati nel cda. Si tratta di Massimo Caponi (Gruppo Conciario Cmc), Alessio Monti (Lamonticuoio), Simone Nieri (Virgilio Conceria Artigiana), Luca Tempesti (Conceria Tempesti), Leonaro Traversi (La Patrie). Affiancheranno i sette componenti in carica nella gestione delle attività consortili

L’annuale assemblea si è aperta con la relazione annuale del presidente Matteoli: “Viviamo – ha detto – un’epoca di cambiamenti radicali, repentini e dirompenti che ci coinvolgono inevitabilmente, cambia la società, cambia la comunicazione, cambia la tecnologia ed una domanda ci sorge spontanea: dove ci porta il cambiamento? Nell’immediatezza scaturiscono queste prime riflessioni: siamo il paese più vecchio al mondo e non ci deve quindi stupire che il dibattito pubblico si concentri più sulle pensioni che sul lavoro sull’occupazione ed il ricambio generazionale a qualsiasi livello; la rivoluzione tecnologica, sia quella che prende la forma dello smartphone, del computer e dei dispositivi sempre più avanzati che abbiamo tra le mani tutti i giorni, sta modificando la nostra opera i nostri modi di essere oltre all’idea stessa di lavoro. Aspetti che condizionano la scena sociale, culturale, economica e politica e conseguentemente anche l’impresa, il lavoro, le città e i territori”.
Nelle relazione sono statitoccati molteplici aspetti economici sia a livello nazionale sia locale. “Per le concerie di Ponte a Egola – ha detto il presidente – è stato un 2018 nell’insieme positivo. Complessivamente si rilevano percentuali di incremento rispetto allo scorso anno anche se, come ormai dobbiamo rilevare da anni, le condizioni di redditività risultano diversificate in relazione al tipo di materia prima utilizzata e al posizionamento delle nostre associate nelle diverse aree di destinazione. Anche se i numeri confermano ancora una volta la solidità e la forza del nostro settore, occorre cautela, viste anche le ultime previsioni macroeconomiche che prefigurano il biennio 2019-20 come un periodo sfidante per il tessuto produttivo nazionale. Oggi va molto di moda parlare di economia circolare, le direttive europee in materia hanno fatto riflettere sull’argomento ponendo l’attenzione a quei principi di recupero e riciclo che da sempre le nostre concerie applicano, rappresentando un classico modello di circolarità. Con un approccio industriale moderno, sistemico e d’avanguardia la conceria trasforma un sottoprodotto alimentare in un materiale di qualità ed eccellenza, valorizzando allo stesso tempo alcuni scarti quali materie prime per altre filiere industriali attraverso vere e proprie simbiosi con l’intera catena del valore. Tale realtà consolidata è, tuttavia, poco nota e valorizzata. Se venisse meno la nostra storica funzione di utilizzatori di un “residuo” si avrebbero montagne di rifiuti eppure nonostante tanti sforzi siamo sempre sotto attacco e guardati con diffidenza, spesso si perde di vista il concetto chiave dell’economia circolare che si basa sull’assunto di progettare i prodotti in modo tale da utilizzare ciò che adesso è destinato ad essere un rifiuto come risorsa per un nuovo ciclo produttivo2. 
“L’economia circolare – ha proseguito il presidente – ci piace raccontarla con le iniziative ed i progetti in corso, a testimonianza di come la nostra l’industria conciaria sia riuscita negli anni a rendere concreti ed attuabili i paradigmi di una nuova visione economica che valorizza la materia durante i processi di trasformazione ed è in grado di attivare, pure nel recupero degli scarti, nuove ed interessanti opportunità di business anche in altri settori. Questo significa anche ricercare la creatività imprenditoriale, investendo in formazione ricerca e sviluppo, facendo sistema e cercando di fare di necessità virtù trasformando le problematiche in opportunità di crescita a vantaggio dell’intero settore e della collettività. Tali paradigmi negli anni li abbiamo portati avanti creando strutture consortili per il recupero ed il riutilizzo di innumerevoli scarti e o rifiuti della lavorazione conciaria, convinti che la sostenibilità sia un fattore di competitività, oggi dobbiamo spiacevolmente rilevare che questo impegno e consapevolezza non è sempre percepito positivamente da parte di alcuni enti”.
Un particolare cenno è andato al distretto: “Anche oggi essere parte di un distretto – dice Matteoli – mostra ancora i suoi vantaggi perché i distretti continuano ad essere la locomotiva dell’industria italiana con performance di crescita del fatturato migliori rispetto alle aree non distrettuali, il nostro ne è un esempio peculiare, capace di vincere la sfida su crescita dei ricavi innovazione, produttività ed export anche se per alcune peculiarità e dinamiche interne esso ha bisogno di buona e costruttiva politica che abbia il coraggio di realizzare i cambiamenti che occorrono e l’intelligenza di guidare i processi di ripresa e riforme per la crescita e la messa a disposizione di strumenti per sostenere il panorama variegato di attività che vi operano. Serve definire le priorità per lo sviluppo del territorio, una Pubblica Amministrazione che supporti ed aiuti non che divida per non risolvere, che semplifichi e stia al passo con i tempi come richiesto al mondo produttivo, che operi per obiettivi premiando chi li consegue, che valorizzi le competenze dei singoli, e non sia più ancorata all’unico paradigma della legalità formale degli atti e dei processi, serve una giustizia che sia resa più efficiente e più vicina alle ragioni e ai tempi dell’economia, le imprese vivono di reputazione e un errore può essere fatale”.
In ultimo ma non per importanza una riflessione sul passaggio generazionale nella governance aziendale, specie nelle imprese familiari: “È un tema delicato, che riguarda non solo trasferimenti di quote e cariche, ma soprattutto un patrimonio di competenze e know how aziendali. Non affrontarlo per tempo con gli strumenti adatti potrebbe mettere in difficoltà la continuità e lo sviluppo dell’impresa stessa. Ciò si riflette a cascata anche sulla governance delle realtà associative. Abbiamo fondato la nostra identità associativa sulla centralità dell’imprenditorialità e dell’impresa, nel rispetto dei principi di legalità e responsabilità sociale attraverso processi partecipati e condivisi tra imprese, soggetti pubblici e comunità territoriali, avendo come obiettivo il raggiungimento di traguardi condivisi e di eccellenza per lo sviluppo delle imprese e a beneficio delle comunità in cui le stesse operano. Ci siamo rapportati in ogni contesto, con comportamenti improntati all’etica ed alla trasparenza, fondati su correttezza, responsabilità, dialogo e collaborazione con i vari portatori di interesse, non sempre abbiamo ricevuto lo stesso trattamento. Confidiamo sia il momento di un distretto giovane, cittadino del mondo, che sappia portare avanti progetti di comunicazione evoluti, questa è la faccia che può rendere un distretto unito, trasversale, capace di coalizzare istanze diverse e di trasformare i campanili in sistema, questa è la squadra che auspichiamo chiunque ne faccia parte. Serve un gruppo variegato che si ritrovi per cucire insieme interessi diversi e trovare le giuste intese, oggi diciamo a chi accetta il dialogo, il confronto e riconosce i valori e le peculiarità di tutti, che può contare su di noi nella ricerca di soluzioni, senza per questo dover rinunciare ognuno alla propria identità ed alla libera espressione”.
La relazione si è conclusa con un ringraziamento a tutti gli associati per la presenza alle assemblee consortili ai molteplici incontri, tutti molto partecipati, in cui il dibattito e la riflessione sono stati ampi, esaustivi e soprattutto propositivi e di incoraggiamento: “Mi auguro – ha chiuso Matteoli – che partecipazione associativa continui così e ci faccia sempre sentire il senso di appartenenza e condivisione perché solo così riusciremo a guardare lontano”.

 

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