Un caso di tubercolosi a Santa Croce, 17enne ricoverato in ospedale

Un nuovo caso di tubercolosi a santa croce sull’Arno. Un ragazzo di 17 anni di origine straniera è stato ricoverato all’ospedale di Careggi a Firenze dopo che il personale sanitario della Asl 11 gli ha diagnosticato un’infezione da mycobacterium tuberculosis più noto come il bacillo di Koch, il batterio responsabile della tubercolosi.

Dalla asl 11 il dipartimento della prevenzione si è subito attivato facendo scattare i protocolli di prevenzione. Al momento non vi sarebbero altre persone contagiate dalla pericolosa malattia che era praticamente scomparsa nella sua forma più virulenta dal suolo italiano da anni se non per pochi casi che periodicamente vengono registrati, ma è considerata una malattia riemergente. La Asl 11 ha istituito fatto uno screening tra familiari del giovane interessato, sottoponendoli al test tubercolinico e ad altri test per rilevare l’eventuale presenza dell’infezione. Gli esami diagnostici sono risultati tutti negativi. Nei prossimi giorni saranno sottoposti a test altre persone che sono entrate in contattato con il giovane negli ultimi tempi , visto che la malattia alle volte può avere periodi di incubazione, in cui il soggetto è già virulento piuttosto lunghi. I test si concentreranno su dieci coetanei e una insegnante che hanno frequentato un corso di lingua a Santa Croce sull’Arno insieme all’adolescente. “La tubercolosi polmonare- spiegano dalla Asl 11 – è una malattia perfettamente curabile con farmaci specifici, che determinano la guarigione completa del malato. E’ una malattia batterica che si trasmette da una persona ammalata mediante le secrezioni respiratorie emesse, ad esempio, con colpi di tosse, starnuti. Il rischio più alto di trasmissione si ha in ambito familiare o in comunità chiuse, per contatti stretti e prolungati con il malato. Le attuali linee guida stimano come livello di rischio un contatto di almeno 8 ore in ambienti chiusi: non sono da considerare a rischio significativo i contatti occasionali o in luoghi aperti. Il contatto con il batterio può provocare la cosiddetta infezione tubercolare ovvero una reazione del sistema immunitario che blocca il germe senza provocare alcun sintomo di malattia. Solo il 5-10% delle persone con infezione tubercolare si ammalerà nel corso della vita anche a distanza di molti anni, ma il rischio di sviluppare la malattia è più alto se sono presenti condizioni favorenti quali malattie del sistema immunitario.
L’infezione tubercolare si sviluppa dopo circa 4-8 settimane dal contatto con un malato e la si può identificare tramite il test tubercolinico, cosiddetto test Mantoux, che consiste in un’iniezione intradermica, simile a quella effettuata per i test allergologici, da effettuare nel braccio. L’esito viene valutato attraverso un controllo della reazione da effettuarsi dopo tre giorni. I soggetti che risultano positivi al test devono essere sottoposti ad ulteriori controlli per evidenziare o escludere l’infezione, da tenere presente che la positività del test non significa avere la tubercolosi ma indica una possibile infezione che potrebbe essere necessario trattare con farmaci specifici.
La tubercolosi è una malattia la cui diagnosi non è immediata, in quanto la sintomatologia è spesso aspecifica, almeno nelle fasi iniziali, e sono necessari vari tipi di accertamenti strumentali e di laboratorio. Negli ultimi anni, l’attenzione dei sanitari su questa malattia riemergente è aumentato, tanto che i tempi di diagnosi si sono ridotti. La tubercolosi – continuano i medici – è una malattia tuttora esistente, per la quale sono disponibili farmaci efficaci che consentono sia la cura dei soggetti ammalati, sia la terapia preventiva di soggetti che abbiano contratto l’infezione tubercolare. In quest’ultimo caso la terapia evita lo sviluppo della malattia negli anni successivi. Si tratta di una malattia che rappresenta ancora una emergenza a livello mondiale ed è diffusa soprattutto nei Paesi più poveri di Africa, Asia e Sud America. In Italia, come in tutti i Paesi più industrializzati, pur essendoci una bassa incidenza, si registrano mediamente ancora oltre 4.000 casi ogni anno. Nell’Asl 11 l’incidenza di casi di tubercolosi è inferiore rispetto alla media regionale, con una media annuale di circa 15 casi nell’ultimo quinquennio, ma con un calo nell’ultimo anno 11 casi nel 2014″.

 

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