Cuoio solidale, 6 tonnellate di cibo al Buon Samaritano

Generosità e solidarietà sono le parole con le quali si apre il 2016, almeno sul fronte del progetto Buon Samaritano, forte di una struttura logistica che va consolidandosi e della donazione da parte di Unicoop di buoni spesa che le associazioni potranno utilizzare per aquistare ciò che serve di più.

Queste le novità degli ultimi mesi, nel prosieguo di un’attività che anche nell’ultima raccolta straordinaria del 9 aprile nei 4 punti vendita Coop, ha visto donare da parte dei consumatori quasi 6 tonnellate di prodotti, prevalentemente alimentari fra San Miniato (1.839 chili), Santa Croce (1.062 chili), Castelfranco (915 chili) e Ponticelli (2.039 chili). Nato nel 2008 dall’unione d’intenti di associazioni, enti e grande distribuzione, l’iniziativa che organizza la raccolta di merci non più vendibili, in scadenza o donate durante le raccolte e le distribusice alle famiglie più bisognose segnalate dai servizi sociali dei cinque comuni di Santa Croce, San Miniato, Montopoli, Castelfranco e Santa Maria a Monte, ha fatto passi da gigante, fino a diventare una vera e propria filiera della lotta allo spreco e alla povertà. “Un gran lavoro che non sarebbe possibile senza tutti i soggetti coinvolti – dice l’assessore al sociale del comune di San Miniato David Spalletti, vera e propria ‘memoria storica’ del progetto -. Quello dello spreco alimentare è un problema enorme. Un problema al quale sempre più cerchiamo di dare risposta da alcuni anni attraverso vari sviluppi anche sulle modalità di raccolta. Il primo grande passo è stato fatto munendosi di un unico luogo di stoccaggio trovato all’interno di uno spazio fisico della cooperativa Di Vittorio e operando come sempre sotto l’organizzazione della Società della Salute. Sono passi avanti importanti, come anche il coinvolgimento di Santa Maria a Monte”.

 

La riorganizzazione. In particolare dal luglio 2015 attraverso la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra la società della salute Valdarno Inferiore, Unicoop Firenze sezioni soci, Caritas diocesana, associazione Auser e cooperativa “Di Vittorio” si è dato vita ad una nuova organizzazione progettuale che vede il coinvolgimento da una parte della grande distribuzione (i sopracitati punti vendita Coop, il magazzino Conad di Capanne ed il punto vendita Conad di San Romano) che dona i beni alimentari invenduti o vicini alla scadenza, dall’altra il terzo settore. Proprio le associazioni, con il coinvolgimento di quasi un centinaio di volontari, si occupano della raccolta e del trasporto della merce dai negozi al magazzino recentemente sistemato a Santa Croce in via San Tommaso, gestito logisticamente dai soci Coop e successivamente, con l’aiuto dell’Auser, la portano ai cinque centri di distribuzione della Caritas diocesana con la redistribuzione ai cittadini e alle famiglie a carico dei servizi assistenziali di pacchi alimentari giornalieri. “Il lavoro dei volontari è encomiabile, come è importantissimo questo equilibrio fra le associazioni, per il quale ognuno ha un pezzo di laovoro da fare ed una mansione da assolvere – spiega Rutilio Fioravanti, presidente della sezione soci Valdarno Inferiore –. Il 2016 conferma la generosità di un territorio che già nel 2015 aveva dato molto: con le due giornate organizzate con la Fondazione Il cuore si scioglie lo scorso anno nei punti vendita Coop.fi di Santa Croce, Castelfranco, San Miniato e Santa Maria a Monte erano stati raccolti 110 quintali di prodotti. A questi si è aggiunto il contributo di Unicoop Firenze che ha donato 2.200 euro in buoni spesa destinati a Caritas e Auser”.

I buoni spesa. Una politica quella dei buoni spesa, che nel 2015 ha totalizzato ben 100mila euro di donazione di Unicoop Firenze alle associazioni di volontariato toscane. “Un’idea che come Coop abbiamo avuto dopo la decisione di mettere in vendita al 50% nei nostri supermercati i prodotti alimentari freschi in scadenza, che un tempo erano dati alla rete della distribuzione alle famiglie ma che richiedono un’organizzazione differente e più difficile da sostenere, fra abbattitori e tempi ridotti – spiega Luciano Rossetti, direttore organizzazione soci di Unicoop Firenze. Di fronte a queste difficoltà abbiamo deciso di mettere in vendita il fresco, anche nell’ottica di intercettare tutto quello strato della socità che in grande sofferenza, penso alla classe media, che per vari motivi non si rivolge ai centri di distribuzione della Caritas, dove pure la composizione degli utenti in questi anni sta notevolmente cambiando e si sta, purtroppo, allargando”. “La merce veniva e viene venduta, seppure a metà prezzo, di qui l’idea di Coop di recuperare parte di questi soldi e reinmetterli nel circuito della solidarietà – conclude Rossetti – attraverso buoni spesa che le associazioni possono utilizzare per comprare quello che manca”.

Il futuro. Proprio i nodi dei prodotti freschi e del coinvolgimento delle mense sono al vaglio per il futuro del progetto. “Coinvolgere le tante mense sparse sul territorio è il prossimo passo verso cui ci dobbiamo concentrare – sprona rivolto alla Società della Salute don Romano Maltinti, della Caritas diocesana – anche perché rappresenta un settore dove lo spreco c’è per forza di cose. Proprio li il nostro lavoro deve concentrarsi”. “Stiamo lavorando ad alcuni progetti sperimentali nel fiorentino e ad Arezzo, per il recupero di alimenti freschi particolari prodotti direttamente dai nostri punti vendita – spiega invece Rossetti. – Parlo ad esempio di tutti gli alimenti cucinati nei reparti rosticceria, per i quali al momento stiamo sperimentando qualcosa in luoghi che possano garantire la presenza di abbattitori all’uscita dai supermercati ed una filiera in grado di distribuire tutto in poche ore”.

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