Brexit, per i conciatori pericoli dal rapporto euro-dollaro

Si guarda con la dovuta attenzione e occupazione ai fatti europei, non più di quanto fa qualunque azienda. Questo in sintesi il punto di vista dell’Assoconciatori sulla Brexit, mentre gli analisti dei mercati finanziari di tutto il mondo cercano di comprendere il futuro prossimo dell’economia.

A dare risposta ai nostri quesiti il direttore dell’Associazione Piero Maccanti, secondo il quale il pericolo diretto per il settore della pelle è, al massimo, legato alle prevedibili fluttuazioni dell’euro. “La maggior parte degli scambi delle aziende del settore nel distretto, legate alle esportazioni, ha a che fare col dollaro, quindi le uniche preoccupazioni che possiamo avere riguardano lo scambio fra euro e valuta statunitense” afferma Maccanti. “Aldilà di quello che gli analisti valuteranno nelle settimane prossime ciò che quasi sicuramente ci dovremo aspettare è la fluttuazione dell’euro. Per il resto il nostro mercato è influenzato relativamente dalla sterlina”. Stessi toni Maccanti li sceglie per valutare la prospettiva, avanzata da alcuni, circa il ritorno a politiche protezionistiche da parte della Gran Bretagna. “Anche in questo caso il pericolo è relativo e le preoccupazioni degli imprenditori nel settore non sono differenti da quelle che devono avere tutti gli imprenditori italiani, qualsiasi sia il loro settore – dice – non abbiamo con il mercato inglese un elevato numero di scambi e si contano davvero sulle dita di una mano le aziende interessate direttamente da quel mercato”. Un rapporto privilegiato con il mondo dominato dal dollaro che andato intensificandosi sempre più in questi anni per i conciatori, specie dopo che la piazza specificamente europeo, che passava da Parigi, è stato colpito duramente dalla crisi prima e dagli attacchi terroristici che hanno frenato molto il mercato della moda (leggi: Distretto, Assoconciatori:”Il futuro nelle aziende emergenti”). Un settore, quello del lusso che permetteva al distretto produttivo di stare un po’ più sereno, che ha progressivamente e ha fatto si che le firme di seconda fascia si siano inserite nel mercato utilizzando l’indotto dei Paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina), un tempo creato in seno al manifatturiero europeo.

Nilo Di Modica

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