Amaretto d’oro al bar Greco, cena di gala con Rugiati foto

“Ti ricordi quando mangiavi da noi all’asilo?” gli chiedono le cuoche. E, poi, quella pasta panna e prosciutto che rinnega ridendo, ma che è l’esordio di ogni cuoco, professionista o amatoriale che sia. Ma anche il laboratorio nella soffitta della nonna dal quale scendevano dolci belli e buoni, che tutto sembravano meno che fatti da un bimbo. E’ stata una cena in famiglia, in pratica, di quelle che finiscono sfogliando l’album dei ricordi, quella alla quale ha partecipato il cuoco della tv Simone Rugiati, di Santa Croce sull’Arno. Ma anche un bel momento di condivisione, che ha salutato la XXIV edizione della Festa dell’Amaretto. 

L’Amaretto d’Oro lo ha vinto il Bar Greco, con una delle ricette più antiche e fedeli all’originale, nato due secoli fa all’interno delle mura del monastero di Santa Cristiana, in un’edizione rinnovata nella sede che ha riscosso un grande successo di pubblico e di operatori al Museo della Conceria.
“Il connubio tra il Museo e la Festa dell’Amaretto è sicuramente riuscito – per la sindaco Giulia Deidda –. Luogo simbolo di Santa Croce e della sua storia, vorrei che questo spazio diventasse un punto di riferimento anche per l’amaretto, altro simbolo della nostra città. So che questa manifestazione ha ancora grandi potenzialità inespresse, per cui continueremo a investirci”. Savina Maiorella del bar Greco 2.0 insieme al marito Antonio ieri sera ha ritirato il premio dalle mani di Simone Rugiati, d’accordo nel ritenere quello il miglior amaretto mangiato ieri. “Penso – ha detto – che la semplicità e la complessità di questa ricetta stia nella materia prima. Il futuro è alle spalle, bisogna tornare a fare le cose come si facevano una volta e l’amaretto è un buon inizio. Stiamo attenti a cosa mettiamo in tavola”. Una giacca da cuoco con i simboli di Santa Croce è stato l’omaggio a Simone della sua cittadina, mentre la presidente Manuela Bracci, a nome del Carnevale santacrocese, gli ha regalato una pigotta del carnevale.
Ringraziandolo per essersi in qualche modo fatto testimonial dell’amaretto, Deidda ha detto ai ragazzi dell’Alberghiero che si sono occupati del servizio: “Lui è la dimostrazione che se uno ha una passione e lavora per coltivarla, allora può arrivare lontano. Anche voi avete una passione: datevi da fare”. Il noto cuoco televisivo ha ricordato di come da bambino impastasse gli amaretti con sua nonna. Insieme al sindaco ha consegnato alle rappresentanti di Unicef Italia un assegno di mille euro, frutto della raccolta fondi dalla serata il cui menu è stato coordinato dallo chef Slow Food Benedetto Squicciarini e preparato dalle cuoche della mensa centralizzata, quelle, ha ricordato Deidda, “che ogni giorno mettono in tavola 600 pasti per i nostri figli”. Ma Rugiati non è stato l’unico ospite famoso a fare i complimenti alla manifestazione: nel pomeriggio è passato a portare i suoi saluti al primo cittadino di Santa Croce sull’Arno anche il giornalista Tiberio Timperi che con lei ha visitato gli stand, incantato per la struttura e per la bontà del biscottino a base di mandorle. 

Cinque gli amarettai che si sono confrontati per aggiudicarsi il trofeo messo in palio dall’oreficeria Baroni: il Bar Greco 2.0, i forni Freschi e Fornaretto, le pasticcerie Vacchetta e Loriana Betti. Da tradizione l’Amaretto d’Oro, opera orafa artigianale che riproduce il tradizionale biscotto a piramide nato nel monastero di Santa Cristiana, verrà esposto dal vincitore fino alla prossima edizione della Festa dell’Amaretto che sarà l’8 dicembre 2017. La scelta della giuria composta da esperti e da due persone estratte a sorte fra i visitatori e le casalinghe santacrocesi, non è stata facile. Ormai infatti la qualità degli amaretti è veramente elevata. Poche e pressoché impercettibili le differenze fra aspetto, sapore e gradevolezza, i tre parametri su cui i giurati hanno basato il proprio responso. “Un ringraziamento a Simone, la cui presenza mi ha fatto davvero molto piacere e che spero possa aiutarci nella promozione del nostro dolce – conclude il sindaco – ai commercianti, agli amarettai, agli sponsor, alle cuoche straordinarie che con passione hanno preparato la cena, alla pro loco nella persona di Angelo Scaduto che da sempre tutela i valori della tradizione, a Slow Food e agli uffici. Nessuno si è risparmiato e come si sa: l’unione fa la forza”.

 

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