Dalla tensione tra idea e materiale, l’arte di Nari Ward foto

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“La connessione con i materiali è ciò che permette anche la connessione tra noi stessi. L’arte è fatta di materiali, non più solo di concetti”. Così Nari Ward, artista contemporaneo di fama internazionale, spiega perché ha scelto il cuoio di Santa Croce sull’Arno. La mostra si colloca all’interno del progetto Arte Impresa Territorio del bando regionale Toscanacontemporanea2018 ed è realizzata in collaborazione con Galleriacontinua.

Nato in Jamaica, ma cresciuto e formatosi come artista a New York, Nari Ward ha presentato questa mattina, sabato 20 ottobre, la sua esposizione “Holding Patterns” curata da Ilaria Mariotti a Villa Pacchiani, nel comune di Santa Croce sull’Arno. Un appuntamento, quello santacrocese, giunto ormai alla quinta edizione e che ogni anno propone un talento internazionale dell’arte contemporanea. Quest’anno il tema della mostra è particolarmente importante per il territorio, visto che Ward ha utilizzato come materiale per le sue installazioni il cuoio delle concerie locali e l’inerte, il materiale finito che si ottiene dal processo di depurazione. “Sono rimasto colpito – dice l’artista – dal processo di riciclo dei materiali. Si tratta di trasformare il materiale da uno stato all’altro e di ottenere un prodotto partendo da un rifiuto”. L’inerte non rappresenta la morte, ma le potenzialità. Ward esprime questo concetto con l’opera centrale della sua mostra, un’installazione circolare di palloncini che sono legati a una base tramite un’asta. L’attenzione dell’osservatore cade sui materiali dei palloncini, l’inerte appunto, che è di colore scuro, ma allo stesso tempo è trasparente. Come ci dice l’artista newyorkese questi “Ricordano il vuoto, ma anche la possibilità”. Un’ottica ottimista e propositiva quella di Ward, che si immerge nel territorio per trovare ispirazione. Entrando a Villa Pacchiani, la prima sala è dedicata ad una installazione composta da un paio di scarpe in cuoio prodotte nelle concerie di Santa Croce. Come Zola, che per descrivere la vita nelle banlieue parigine si è immerso negli ambienti frequentati dagli operai e ha vissuto con loro, così ha fatto Nari Ward. Un’osservazione partecipata che richiede di “sporcarsi i pantaloni”. Nari Ward ha girato per le concerie santacrocesi e ha conosciuto imprenditori e lavoratori. Non a caso, i soggetti delle sue opere figurative sono stati scelti proprio tra i profughi che sono stati accolti dal comune di Santa Croce. Come precisa Giulia Deidda, il sindaco del comune, “Il 15 per cento dei lavoratori che partecipano al processo produttivo sono stranieri”. I materiali sono stati recuperati dalle concerie dismesse o donati da quelle ancora in attività e il risultato è un connubio equilibrato tra arte e produttività.
Non indifferente è stato il ruolo di chi sta dietro le quinte. Holding Patterns, infatti, è un progetto articolato, portato avanti da più enti e che prevede anche la collaborazione con l’Istituto delle Belle Arti di Firenze. Gli studenti, tra cui Sara Rusconi di Santa Croce, hanno avuto la possibilità di entrare in contatto con l’artista tramite un tirocinio svolto nel laboratorio Adarte di Poggibonsi, che ha curato la realizzazione pratica delle opere. Come spiegano i ragazzi, Nari Ward si è dovuto scontrare con la realizzazione tecnica delle sue idee. In questo tipo di arte, la parte concettuale non sempre può essere materializzata così come la si pensa.
L’esposizione di oggi è il risultato di un percorso che parte da lontano e che vede diversi attori in gioco. “L’abbiamo corteggiato per anni – dice Mariangela Bucci, assessore alla cultura di Santa Croce – ma i tempi dei bandi regionali non coincidevano mai con gli impegni dell’artista. Quest’anno, con il contributo dell’Unic, l’unione delle concerie italiane, siamo riusciti a contattarlo prima che uscisse il bando”. Alla presentazione erano presenti anche i rappresentanti dell’Unic Lineapelle. “Questo è un modo di raccontare il settore in maniera diversa – dice Fulvia Bacchi, direttore generale del gruppo conciario – la conceria è una forma d’arte”. Deidda, il sindaco di Santa Croce, sottolinea come questa mostra coincida con la fine della sua prima legislatura e ringrazia Nari Ward che “ha saputo valorizzare tradizione e memoria con il linguaggio universale dell’arte. È una lettura della comunità. Accanto a un prodotto che porta il lusso in tutto il mondo è importante una cultura di qualità”. L’artista ha voluto omaggiare la comunità del cuoio portando in Villa Pacchiani 9 opere inedite. “Ringrazio, inoltre, la Regione Toscana – continua Deidda – che ha riconosciuto la qualità del lavoro svolto ed ha contribuito anche economicamente”. Alle parole del sindaco risponde Alessandra Nardini, consigliere regionale, elogiando Santa Croce come “culla dell’arte”. A rendere omaggio all’artista era presente anche Josè Yaque, l’ospite dell’anno scorso nell’ambito dello stesso progetto.

Giuseppe Zagaria

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