Operaio morto, una condanna e un rinvio a giudizio

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Una condanna e un rinvio a giudizio, queste le decisione del gup del tribunale di Lucca in merito alle richieste degli inquirenti all’interno del procedimento giudiziario contro l’amministratore delegato della Ve. Car. Service srl di Santa Croce sull’Arno e del consigliere delegato per la sicurezza sul lavoro. Tre anni fa partendo con l’attrezzatura della ditta per Andare ad eseguire una riparazione, dall’officina di Porcari della società, era deceduto l’operaio Ronni Lombardi, a soli 57 anni, per un infortunio sul lavoro.

L’amministratore della società Silvano Catastini è stato rinviato a giudizio per omicidio colposo e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, e dovrà presentarsi in aula il 21 marzo prossimo per difendersi dalle accuse, mentre il consigliere delegato Mauro Nencioni è stato condannato, in abbreviato, a 1 anno e 4 mesi di reclusione per gli stessi reati. Ronni Lombardi, meccanico della ditta affiliata alla ditta Linde, specializzata in manutenzioni di questo genere, era morto dopo aver sganciato una gomma del muletto, mentre stava riparando, nel piazzale una pompa idraulica del carrello elevatore dello scarico delle merci della cartiera Toscopaper di Saltocchio. Un attimo dopo essersi sdraiato sotto il carrello il cric aveva ceduto, rovesciandogli addosso la pedana che sosteneva il macchinario. La morte era stata praticamente istantanea ed erano stati inutili, infatti, tutti i soccorsi. Lombardi era arrivato nel primo pomeriggio di quel giorno infausto di ottobre del 2015 in cartiera, accompagnato da due colleghi. C’era da riparare quel maledetto muletto e lui si è messo all’opera. Ha tolto un pneumatico e lo ha assicurato con un cric. Poi si è steso al di sotto del carrello per fare le manutenzioni necessarie ma poco dopo il sostegno ha ceduto e lui è rimasto schiacciato in quella morsa letale. Ai vigili del fuoco era toccato il triste compito di estrarre la salma di Lombardi, che viveva con la famiglia in via di Sant’Alessio a Monte San Quirico a Lucca. Per i giudici le attrezzature usate non erano idonee e dalle indagini effettuate sono poi emerse le responsabilità dell’amministratore delegato rinviato a giudizio e del consigliere delegato condannato dal gup.

 

Vincenzo Brunelli

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