“Maestri” interrogati in carcere, solo uno risponde

Le indagini condotte dal personale della squadra mobile di Pisa continuano. Sono ancora molti i punti da chiarire sul doposcuola dell’associazione culturale islamica di via Michelangelo a Santa Croce sull’Arno (Santa Croce, arrestati 2 ’maestri’ dell’associazione culturale islamica – Foto). Forse quanto diranno i genitori che verranno ascoltati dagli inquirenti potrebbe essere determinanti per chiarire il contesto in cui si svolgeva il dopo scuola e dove venivano impartite lezioni di corano e civiltà islamica a circa 60 bambini di età compresa tra i 7 e i 17 anni anche con metodi forti, come le percosse con bastoni e le violenze psicologiche da parte dei due maestri.

Questa mattina 18 giugno i due maestri dell’associazione islamica di Santa Croce sono stati ascoltati dal giudice per le indagini preliminari nell’interrogatorio di garanzia. Il più giovane, 41 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere mentre il più grande, di 43 anni, ha deciso di rispondere alle domande del magistrato per chiarire la propria posizione. I due arrestati intanto rimangono in carcere, visto che la misura cautelare era già stata convalidata e non era in discussione nell’interrogatorio di questa mattina. Durante l’interrogatorio sarebbe stato affrontato il modo in cui venivano fatte le lezioni e la questione delle punizioni agli scolari indisciplinati o che comunque non rispettavano le regole della scuola. Per gli inquirenti, intanto, rimane fermo un punto per il momento: non si trattava di lezioni in cui venissero predicati dettami antioccidentali o comunque che istigassero a sentimenti di odio.
La difesa dei due arrestati è stata assunta dall’avvocato Alessio Righin di Cascina. Proprio il legale dei due maestri ha spiegato: “Al momento i miei clienti sono tranquilli come lo si può essere in carcere. Prossimamente, una volta recuperati tutti i documenti e gli atti, valuterò se vi sono i presupposti per chiedere un riesame della misura cautelare visto che si tratta di un reato particolarmente odioso e che quindi ha spinto l’autorità giudiziaria a emettere una disposizione pesante. D’altro canto però, c’è anche da dire che i miei clienti per quanto accusati di maltrattamenti sui minori e questo è un reato antipatico, non hanno mai causato lesioni o comunque danni gravi ai bambini. Poi c’è la questione dell’esposizione mediatica e dell’accanimento della politica, che non aiuta a mitigare la loro posizione in questa vicenda. Mi sembra che comunque per il momento sia emerso che il reato non ha alcuna attinenza con il fatto che sia stato commesso in un’associazione islamica e non ha nessuna origine nella cultura coranica. Sono fatti odiosi che però, come la recente cronaca ci dimostra in provincia di Pisa, possono verificarsi anche in contesti diversi”.

 

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