Ladri travestiti da tecnici e vigili raggirano due anziane foto

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servizio di Giuseppe Zagaria
Colpo grosso in via Francesco de Sanctis a Santa Croce Sull’Arno questa mattina 23 agosto. I ladri alla fine dopo aver ripulito due case se ne sono andati con oltre 60 mila euro di refurtiva.

Questa volta però il piede di porco non è servito, ad aprire la porta sono state le proprietarie delle due villette messe in allarme con la solita scusa della contaminazione da sostanze chimiche nell’acqua, addirittura uno dei malviventi si è presentato alla porta in uniforme, con una divisa sicuramente non autentica ma che ad una prima occhiata faceva pensare senza sospetto a quella di un agente della polizia municipale.
“Signora ci apra, c’è un guasto nella rete idrica e dobbiamo misurare la presenza di amianto nell’acqua”. Questo il fantasioso pretesto con cui i ladri sono riusciti a farsi aprire la porta della due abitazioni di Santa Croce Sull’Arno. Una frase pronunciata velocemente, in modo concitato secondo quanto raccontano le vittime, per mettere in agitazione prima la donna di 77 anni e poi la dirimpettaia di 74. Entrambe in questa mattina agostana erano a casa da sole, ad agire sono stati secondo quanto riferito dalle vittime, 4 uomini intorno alle 11,30 che si sono introdotti nelle due case per mette a segno il colpo.
Non ci sono dubbi che i 4 malviventi fossero dei professionisti del raggiro: non hanno, usato violenza contro le due donne, ma le hanno convinte a tal punto dell’imminente pericolo da farsi consegnare tutto l’oro il denaro contante e le fedi nuziali che avevano. Non solo, i malviventi sono riusciti anche a farsi dire dove erano le cassaforti che poi hanno aperto con una mola. Ma i ladri dalle due ignare signore si sono fatti consegnare anche le fedi e le collane che avevano al dito e al collo.
“Non vi preoccupate, il municipio ha già avvertito i residenti di tutta la zona” questo avrebbero detto i malviventi per tranquillizzare F.L e S.C che inizialmente erano diffidenti. Poi il solito copione che si ripete nell’arco di un’ora in entrambe le abitazioni, situate una di fronte all’altra.
“Mi hanno chiesto di entrare dicendo che erano già a lavoro per risolvere il problema dell’acqua avvelenata – racconta ancora incredula S.C, che per prima ha ricevuto la spiacevole visita – uno aveva i capelli a caschetto, erano tutti giovani, tra i 20 e i 25 anni. Mi ricordo che uno di loro indossava una divisa molto simile a quella dei vigili urbani, con una scritta sulla schiena. Gli altri erano vestiti da tecnici, non parlavano e avevano due zainetti, dove quasi sicuramente hanno messo la refurtiva. Mi domando ancora come abbia fatto a farmi abbindolare in questo modo: loro non hanno toccato nulla”. Sono mortificate le due vittime, ma senz’altro si sono trovate a fare i conti con dei professionisti del raggior che sapevano come agire. “Il vigile – così le signore chiamano il ladro camuffato da agente di pubblica sicurezza – prima di passare all’azione ha chiesto anche se vi fossero telecamere nei dintorni, e purtroppo non ce n’erano. Poi, ha chiesto in entrambe le abitazioni della candeggina per dare l’impressione di disinfettare da agenti contaminanti. “Io inizialmente non volevo che il vigile entrasse – continua ancora S.C – e volevo chiamare mio figlio. A quel punto lui mi ha detto che il comune aveva già avvertito tutti e che ci avrebbe parlato lui con mio figlio, così io gli ho dato il numero e lui fingendo di parlare con qualcuno mi ha fatto credere che era tutto a posto”. Con questa fase iniziale di rassicurazione i malviventi si sono introdotti nelle case, hanno aperto tutti i rubinetti, hanno finto di rilevare con uno strumento tracce di amianto nell’acqua e poi si sono divisi: due si facevano portare alla cassaforte al piano superiore, garantendo alle signore di mettere a riparo tutti gli oggetti di valore da potenziali ‘ossidazioni’ provocate dall’amianto, gli altri chiedevano garbatamente alle vittime di mettere contanti e oro sul tavolo al piano terra. Poi hanno distratto le vittime riuscendo a tenerle in altre stanze lontane della casa e con il flessibile hanno aperto le cassaforti. Nelle case quando sono arrivati i carabinieri vi era ancora il forte odore prodotto dal taglio del metallo, che per i ladriè diventato un pretesto per distrarre le due anziane.
“Signora noi abbiamo finito, restate ancora un po’ qui perché in casa c’è un forte odore” hanno detto i ladri alle donne per prendere tempo e ripulire il tavolo al piano di sotto. “Con me hanno fatto la stessa identica cosa – dice F.L, la seconda vittima del colpo che aggiunge qualche dettaglio -. Secondo me uno aveva la parrucca, però. Ed ho letto anche un cartellino con un nome: Alberto. Mi hanno fatto togliere anche la fede di mio marito che portavo al dito. Io non riuscivo ad aprire la cassaforte perché era tanto che non lo facevo e quindi hanno fatto da soli”. Nella seconda casa parte consistente della refurtiva è composta da una collezione di monete che il marito della vittima aveva curato per anni. Valore stimato di 15mila euro. I malviventi si erano accorti dalla passione per la numismatica notando libri e quadretti esposti nelle stanze della casa. In tutto, nelle due abitazioni tra oro, contanti, due Rolex e altri oggetti di valore, tra cui anche una collezione da decine di migliai di euro di bottiglie di wisky i ladri hanno arraffato valori per oltre 60mila euro.
Quando le donne hanno capito che erano state derubate hanno chiamato i carabinieri che sono subito intervenuti in cerca di elementi utili alle indagini a partire dalle testimonianze delle vittime. Una delle due donne ha riferito di aver sentito un “accento stretto del sud Italia” a uno dei malviventi, mentre l’altra dice di aver chiesto a uno di loro da dove venisse e che questo avrebbe detto di essere umbro.

 

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