Servizio civile, Tar respinge ricorso. Parrella verso l’appello

Il Tar della Toscana ha respinto il ricordo del comune di Santa Maria a Monte in merito alla vicenda servizio civile presentato contro la decisione della presidenza del consiglio dei minsitri e di Arci servizio nazionale dopo che era stata revocata la possibilità del comune di far espletare ai ragazzi il servizio civile nelle proprie strutture in particolare nell’ambito del progetto “Cultura in rete” presso la sede di attuazione del Punto turistico ritenendo il progetto non comatibile con il servizio civile. La vicenda che vede tra gli attori anche l’Arci era stata divulgata dal pd di santa maria a monte in una conferenza stampa.

Una sentenza su cui il comune ha già annunciato di essere pronto ad appellarsi al Consiglio di Stato. Insostanza nella sentenza breve del tar si parla di incompatibilità della mansioni assegnate ai volontari con quell oche è il mansioanario del servizio civile, per quanto i ragazzi operassero pur in contesti consoni al servizio civile. una sentenza indubbiamente che forza su aspetti abbastanza sottili e in cui la disamina viene fatta su singole mansioni. insomma leggendo il dispositivo del tar tutto farebbe pesnare in effeti che per quanto il ricorso del municipio sia stato respinto vi sia margine di tornare in sede giudiziaria sull’arogmneto e che forse la vicenda nonè ancora chiusa. “La sentenza desta tuttavia grandi perplessità – commneta il sindaco Ilaria Parrella – ed arriva addirittura a sostenere che il nostro Comune non aveva titolo per partecipare al procedimento che ha portato alla revoca del progetto. Insomma, il Comune deve subire la revoca, ma non aveva diritto a difendersi nel relativo procedimento. Non ci è stata notificata la contestazione degli addebiti, non sapevamo neppure il perché i ragazzi impiegati come volontari dovessero abbandonare il proprio servizio, noi ed i ragazzi abbiamo dovuto subire le sanzioni senza poterci difendere, ma il Tar ha detto che tutto è stato fatto in maniera corretta. Non c’è bisogno di essere troppo garantisti per comprendere come sia difficile accettare e subire il principio che ad un comune, come a qualsiasi persona fisica o ente non sia dato modo di difendersi e discolparsi. L’affermazione resa nella sentenza è grave. Visto che esistono più gradi di giudizio noi abbiamo deciso di ricorrere in appello per tutelare il buon operato della nostra amministrazione e di quello dei ragazzi che, con tanta passione ed abnegazione, hanno prestato il loro servizio e, senza colpe, sono stati costretti a cessarlo”. Una sentenza con la quale alla fine il comune nella peggiore della ipotesi dovrà pagare 2500 euro di spese legali, ma le vere vittime di tutto questo meccanismo sono i giovani del servizio civile, che hanno perso un’opportunità formativa e sia pur in minima parte un’occasione di garantirsi un qualche entroito se pur minimo in un tempo in cui i lavoro è merce rara e la formazione costa.

 

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