Addio Bud Spencer, il ricordo della Montesina – FOTO

Cinema italiano in lutto per Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer. E fra coloro che in questi giorni dedicano un pensiero al “gigante buono” del cinema italiano c’è un luogo insospettabile: Santa Maria a Monte. A ricordarlo in queste ore, infatti, sono i tanti che negli anni ’80 facevano parte della storica banda fokloristica “La Montesina”, che sulla scia di un successo ancora mai sopito, in qualità di banda fra le più note nella regione, partecipò fra una tournée ed un’altra anche ad alcuni dei più celebri film dell’attore, da “Lo chiamavano Buldozzer” del 1978 a “Bomber” del 1982 passando poi al più recente “Don Camillo” del 1983 dove invece il protagonista era Terence Hill.

“Noi non li abbiamo conosciuti insieme come tutti gli altri, li abbiamo visti separatamente” scherza Paola Bernardini, all’epoca dei primi film giovanissima suonatrice di clarinetto, impegnata in questi giorni a commentare e postare sui social i ricordi di quelle avventure, con i suoi compagni di allora. “Ho ancora una borsetta in pelle, quella per gli spartiti, autografata da tutti e due, anche se Bud Spencer è quello che ricordo meno, ero giovanissima e in traferta andai con mamma e papà” racconta tornando ai temi di Buldozzer. “La Montesina venne chiamata a suonare alla partita di football, girata agli stabilimenti di Tirrenia, dove si fecero gli inni nazionali. Mi ricordo che mia mamma fu coinvolta nella ressa a fine partita quando tutti corrono verso . Ci furono un sacco di riprese perché la palla non entrava fra i pali”. E poi fu il tempo di Bomber. “Quell’esperienza la rimembro di più. Bomber fu fatto a marina di Carrara, in uno stadio di box. Avevo circa 13 anni e mi ricordo che le ragazze del gruppo erano tutte più concentrate su Mike Miller (al secolo Stefano Mingardo, nda) che era giovane e bello” scherza Paola, sul filo dei ricordi. “In quel film si vedono molto bene molti dei componenti del gruppo, che anche in quel caso suonarono gli inni intorno al ring. L’esperienza più bella però fu nel terzo film, con Terence Hill”. In quell’occasione tutto il gruppo venne portato per una settimana sui luoghi delle riprese, a Pomponesco in provincia di Mantova. “Mi ricordo che per tutti fu una grande esperienza, perchè per oltre una settimana siamo stati coinvolti nel set che aveva coinvolto un po’ tutto il paese” dice sfogliando i vecchi spartiti. “La Montesina era ridotta a pochi elementi perchè face la banda di Peppone: divisa rossa, niente majorettes e Internazionale. Mi ricordo che in quell’occasione la banda provò a lungo i pezzi prima di partire, la musica era stata scritta da Pino Donaggio e si fecero anche delle registrazioni a Santa Maria a Monte a casa del maestro Roberto Fanteria”.

Immagini recuperate dal passato delle quali purtroppo è rimasto pochissimo, salvo che nella memoria dei presenti, ma che paradossalmente ebbero una grande influenza sulla storia della Montesina, che dopo quelle esperienze potè permettersi di costruire l’edificio dove ancora risiede, a Ponticelli. “E’ l’eredità più grande che ci hanno lasciato quelle esperienze – ricorda divertito Rino Pagni, che all’epoca era già un dirigente dell’associazione. – In particolare per il film di Terence Hill, ai quali partecipammo facendo i turni e andando e venendo tutti i giorni da casa, il compenso fu di oltre 20milioni di lire, che all’epoca era una bella cifra: di li a fare la sede fu un attimo. Quelli con Bud Spencer invece furono cose di un giorno. Tutte e due le volte venne a salutarci prima delle riprese, ma non si ebbe la possibilità di conoscerlo meglio. Hill invece spesso veniva a mangiare con noi, tutto il paese ci aveva come adottato, come aveva fatto per il cast e gli operatori del film. Alla fine delle riprese suonammo lungo tutto il paese e ci fu una grande cena in piazza”.

Nilo Di Modica


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