Profughi all’Hotel Cristallo, le ragioni del M5s

E dopo il voto in consiglio comunale anche gli esponenti del Movimento 5 Stelle di Santa Croce sull’Arno che hanno approvato la mozione presentata dalla maggioranza e sostenuta in consiglio anche dal Sel (leggi qui), spiegano il perché del loro appoggio al documento proposto dalla stessa maggioranza. “Evitando qualsiasi inutile strumentalizzazione ideologica, – dicono i 5 stelle di Santa Corce – e basandoci su fatti reali e oggettivi, abbiamo cercato di contribuire a far chiarezza ed affrontare il problema.

Abbiamo verificato i documenti al momento reperibili confrontandoli con le dichiarazioni del sindaco e del prefetto, e le procedure previste sono state citate, durante il suo intervento, dal nostro portavoce Luca Mazzantini, illustrando tecnicamente come dovrebbero svolgersi le procedure per l’individuazione di strutture di accoglienza per i profughi richiedenti asilo. La giunta ha fatto tesoro delle nostre indicazioni, che potrebbero costituire una valida arma giuridica da contrapporre qualora queste procedure non fossero state rispettate.
L’emendamento da noi presentato a fine intervento è stato inserito nella mozione presentata dai gruppi di maggioranza, la quale è stata approvata. Gli unici a opporsi, con nostra viva sorpresa, sono stati gli esponenti della lista Ricostruiamo. Probabilmente il loro contributo politico si è esaurito nel chiamare a Santa Croce Salvini, il quale dopo essere venuto a fare i suoi soliti proclami inutili, senza minimamente sapere di cosa stesse parlando, se e è poi ritornarsene beato in Lombardia”.
“Siamo comunque soddisfatti – continuano gli esponenti grillini – di essere riusciti a far prendere al sindaco e alla giunta un impegno formale e concreto, in base al quale potremo capire, anche dalle future azioni dell’amministrazione comunale, a chi imputare le varie responsabilità in questa preoccupante vicenda.

 

Il testo del comumento presentato in consiglio comunale dal Movimento 5 Stelle.
Ancora una volta il Ministero dell’Interno si affida goffamente a chi lucra sulla pelle dei migranti. Siamo vittime di dissennate politiche sia nazionali che internazionali. Giusto per ricordare: il trattato di Dublino, firmato a suo tempo dalla coalizione di centrodestra che ora si strappa le vesti, prevede che il profugo che arriva in un Paese non può uscirne subito, ma deve essere accolto e gestito dal paese in cui sbarca. L’Italia è diventata la sala di aspetto, la porterei dei disperati del mondo. Bella comunità questa europa. Questa volta rischiamo che tocchi a noi vivere da vicino l’iniquità di queste norme. L’episodio, che in questi giorni ha allertato e svegliato improvvisamente anche le coscienze dell’amministrazione locale, delle forze politiche filogovernative della regione e di alcuni parlamentari della maggioranza (peccato che sia proprio il governo a rendere possibile ciò che sta accadendo), ha messo in luce le criticità della procedura di gestione del drammatico fenomeno dei continui sbarchi dei profughi e della relativa accoglienza. Fino ad oggi nel nostro territorio si era riusciti in qualche modo ad evitare ciò che ci troviamo ad affrontare oggi, e cioè il ricorso ai soggetti privati per la creazione e la gestione di strutture di accoglienza. Questa infausta realtà però, non è mai stato un evento imprevedibile, poiché era previsto dalle direttive del Ministero dell’Interno che qualora venissero esaurite le disponibilità fornite dagli enti locali, i prefetti si sarebbero dovuti rivolgere ai privati. Nel nostro caso la vicenda presenta oggettivamente delle anomalie, qualcosa sembrerebbe che non sia andato esattamente come la procedura vorrebbe. Questo però non toglie il fatto che il vostro caro ministro Alfano, del partito unico del governo Renzi, abbia previsto la possibilità che questo accada, a danno di tutti: sia dei cittadini italiani, sia dei profughi stessi. Abbiamo visto con lo scandalo di Roma, cosiddetto “Mafia Capitale”, alcuni dei rischi che si corrono ad affidare a privati la gestione di questi problemi, a sottoporre una questione così socialmente grave e delicata alle logiche del profitto. Niente che ci stupisca purtroppo, anzi tutto fila coerentemente con il comportamento di un governo che tollera e tutela di fatto corrotti, corruttori e che addirittura riforma la costituzione collaborando con partiti fondati da persone condannate per mafia, tra l’altro tuttora difese e apprezzate dai vertici di quei partiti stessi.
Ma torniamo a S. Croce. Ciò che sta accadendo presenta dei nodi da sciogliere su come si siano svolte effettivamente le procedure che hanno portato il prefetto di Pisa ad indire un bando di gara per individuare operatori economici ai quali affidare il servizio di prima accoglienza di cittadini stranieri richiedenti asilo. Esaminando gli atti si evince che la gara è stata indetta a seguito della circolare del Ministero dell’interno n. 14906 del 17 dicembre scorso. La procedura, come previsto dalla precedente circolare n. 7418 del 20 giugno 2014, prevede, tra l’altro che Per quanto attiene all’individuazione di nuove strutture di accoglienza non può prescindersi da una condivisione con il territorio. Tale sistema richiede una forte governance regionale attraverso tavoli coordinati dal prefetto del comune capoluogo di regione, in linea a quanto già previsto dai documenti approvati in Conferenza unificata in data 26/9/2012 e 11/09/2013, in un contesto di leale collaborazione fra i livelli istituzionali. La stessa circolare ancora riporta che Le prefetture capoluogo di regione concerteranno con le regioni e con gli enti locali il reperimento di ulteriori posti di accoglienza. Alla luce di queste direttive ministeriali, le possibilità sono due: o il comune non ha partecipato a questo confronto tra istituzioni, nel tal caso avrebbe poco da lamentarsi per l’accaduto e sarebbero anzi i cittadini santacrocesi a doversi lamentare; oppure il prefetto non ha seguito le procedure previste dalla circolare ministeriale, e nel tal caso il sindaco avrebbe il dovere di opporsi, anche per vie legali, all’attuazione di quanto previsto dal prefetto stesso. Considerando queste ipotesi riteniamo la mozione proposta inadeguata ad affrontare il problema, in quanto propone impegni a nostro avviso insufficienti e generici rispetto al tema specifico, poiché i primi due punti lasciano il tempo che trovano, ci mancherebbe altro che l’amministrazione comunale si rifiutasse di proseguire con gli impegni che ha già preso riguardo ai progetti di accoglienza in corso, mentre l’ultimo punto ci sembra una iniziativa che lascia il tempo che trova, una preghiera che poco lascia intravedere possibilità di sortire effetti concreti. Per questo motivo presentiamo un emendamento, da inserire nella mozione presentata dalla maggioranza, che impegni la giunta a compiere tutte le azioni necessarie a scongiurare l’attuazione e la riproposizione di simili procedure, ricorrendo, nel rispetto delle norme di legge, contro la decisione del Prefetto di Pisa qualora si ravvisassero irregolarità nelle procedure da egli seguite per l’individuazione di nuove strutture di accoglienza nel nostro territorio.

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