Export pisano in forte crisi, ma crescono vino e motocicli. Record positivo per il cuoio, male meccanica e mobile

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Tra il 2013 e il 2014 il valore delle calzature pisane esportate è passato da 320 milioni di euro a 226 (-29,4%). Oltre che per le calzature, l’anno appena concluso risulta negativo anche per la meccanica (-7,1% nel suo complesso) che soffre del calo della domanda non solo tedesca (il Paese dove, tra l’altro, Pisa perde di più) ma anche di Francia, Turchia e Corea del Sud. Il 2014 si chiude sottozero, dopo quattro anni di crescita, anche per mobili che con un -5,7% scendono sotto quota 80milioni di euro.

Il dato emerge dall’analisi condotta dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Pisa e si inserisce in un contesto di crescita del commercio mondiale nel 2014 del 3,1%, ma la tendenza, secondo Istat, non ha interessato la provincia di Pisa che ha perso l’1,8% rispetto al 2013, in controtendenza rispetto alla Toscana (+2,2%) e all’Italia (+2,0%). Le calzature si sono contratte di quasi il 30% e la meccanica del 7,1%, mentre continuano a crescere cuoio e motocicli. La spinta più rilevante viene dal cuoio (+3,6%) che a fine anno tocca il record di 719milioni di euro di produzione esportata. Il settore trae beneficio degli ottimi risultati ottenuti in Vietnam, Germania, Spagna, Corea del Sud e Portogallo mentre altri mercati, tradizionalmente importanti per il settore, come Hong Kong e Francia, arretrano. Dopo un biennio di flessioni ritrovano la strada della crescita anche i motocicli (+1,8%) grazie soprattutto a molti Paesi europei, eccetto la Germania. Vanno bene, a seguito dell’accelerazione dell’economia mondiale, anche le esportazioni di prodotti base per l’industria come i metalli (+17,6%), i prodotti chimici di base (+3,4%), gli altri prodotti chimici (+2,2%) e il vetro (+14%). In crescita, per il sesto anno consecutivo, anche il vino pisano: +2,3%. A spingere le importazioni pisane sono soprattutto i prodotti dove il traffico di perfezionamento risulta rilevante come il pelli-cuoio (+14,2%) e i cicli-motocicli (+22,7%). Piuttosto frastagliata la dinamica degli acquisti dei prodotti per l’industria. Se da un lato flettono i chimici di base (-8,0%), i metalli non ferrosi (-7,9%) e gli articoli in gomma (-6,1%) dall’altro avanzano il legno (+5,4%), gli altri prodotti chimici (+38,2%) e le altre materie plastiche (+14,9%). “Osservando la crescita dei nostri principali settori esportatori come il cuoio e i motocicli ma anche di interessanti new entrie come il vino – sottolinea il presidente della Camera di Commercio Pacini – ci rendiamo conto di essere di fronte a imprese che hanno saputo superare le difficoltà degli ultimi anni attraverso un innalzamento dei propri livelli di competitività. Consci dell’importanza dei processi di internazionalizzazione, ancor più rilevanti in una fase in cui il mercato interno langue, la Camera di Commercio continua ad operare su questo versante non solo attraverso contributi per la partecipazione a fiere estere e per progetti di internazionalizzazione ma anche continuando ad accompagnare le nostre aziende ad importanti kermesse internazionali dell’alimentare, come il Vinitaly e Tuttofood, proprio nell’anno dell’Expo”.

 

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