Dal Comprensorio in Senegal per raccontare la migrazione foto

Giovani stelle del giornalismo e della cooperazione internazionale crescono, fra il comprensorio e il Senegal. E’ notizia di questi giorni, infatti, che il Centro Europeo di Giornalismo (EJC – European journalism centre), ente sostenuto dalla Bill and Melinda Gates Foundation, ha premiato un gruppo di lavoro di cui fanno parte anche la fucecchiese Silvia Lami e la compagna di viaggio e d’avventure Viola Bachini, giornalista originaria di Castelfranco Di Sotto, con un importante stanziamento di fondi. Le ragazze, una (Viola) in Italia e l’altra (Silvia) da mesi a Thies, una città a 70 chilometri da Dakar, hanno presentato un progetto incentrato sulla realizzazione di un documentario, risultato vincitore insieme ad altri 13 progetti selezionati tra 199 proposte.

“C’è molto lavoro da fare ma l’entusiasmo è alle stelle”, racconta Silvia, partita per il Senegal a settembre con un progetto di Servizio Civile Internazionale. “Il nostro progetto Demal Teniew (va e torna, in lingua wolof) consiste nella realizzazione di un web documentario sulla migrazione di ritorno tra Italia e Senegal. Il nostro obiettivo è quello di promuovere una visione alternativa rispetto al discorso dominante in Italia sui fenomeni migratori, mettendo in evidenza una prospettiva diversa”. Laurea in filosofia in tasca, una passione per il tema dell’immigrazione nato in Italia e poi sviluppato tra le file dell’ong Lvia, dove nasce la passione per la documentazione, Silvia decide di focalizzare la sua attenzione sul tema del rapporto, ormai storicamente sedimentato, fra l’immigrazione sengalese e la nostra regione. “Oggi mi occupo sia di sensibilizzazione ambientale sia di progettazione in ambito di migrazioni. L’idea di concentrarmi sulla migrazione tra Senegal e Italia nasce dal mio interesse per l’argomento, dalla mia precedente esperienza in Italia e dalla stretta collaborazione con l’associazione Comunità Senegalesi Santa Croce e il comune di Santa Croce sull’Arno, che hanno appoggiato fin dal primo momento e sostenuto economicamente l’idea di approfondire le cause dell’emigrazione tra questo paese e la Toscana, per riflettere sulle possibili prospettive di cooperazione decentrata e collaborazione tra partner toscani e senegalesi”.

Di qui la genesi del progetto, la cui nascita ha visto l’unione di tante esperienze. “Giunta in Senegal ho conosciuto la mia inseperabile compagna di avventure, Marcella Pasotti, una ragazza della provincia di Brescia che lavora qui a Thies per l’agenzia di cooperazione belga (Ctb)” racconta Silvia. “Insieme abbiamo ideato e sviluppato il progetto sulla migrazione di ritorno. Grazie al supporto scientifico della professoressa Giulia Sinatti della Vrije Universiteit di Amsterdam abbiamo impostato una ricerca etnografica già iniziata nei mesi passati e abbiamo partecipato al bando del centro europeo di giornalismo nell’ottica di elaborare prodotti comunicativi che fossero fruibili al grande pubblico e non soltanto al mondo accademico”. Ed è qui che entra in gioco Viola Bachini, studi in geologia e poi in comunicazione, castelfranchese ma residente da tempo in Valdera, a Peccioli. Una produzione nella quale riverserà la sua esperienza, maturata nel giornalismo divulgativo a carattere scientifico e nel data journalism: raccontare il mondo a partire dai numeri. “Una sfida che ho accettato con entusiasmo e che presto mi porterà da Silvia, in Senegal – dice -. Il tema delle migrazioni di ritorno che mi hanno proposto le ragazze affronta un problema reale in un’ottica nuova e interessante. Dinamiche nelle quali cercherò di mettere la mia esperienza nel mondo del data driven. Ho già lavorato sui dati in passato ma mai nell’ambito della cooperazione”. “Un’amica di lunga data – la presenta Silvia – mia compagna al liceo e adesso giornalista esperta e specializzata in web documentari. Viola si occuperà della strutturazione del nostro web documentario e del supporto tecnico. Ultimo membro del nostro team è Sylvain Cherkaoui, fotografo e giornalista freelance ha lavorato per grandi testate europee (Le Monde, El Pais, Corriere della Sera) e realizza documentari in diversi paesi africani”.

E l’obiettivo, come sempre, è quello di descrivere il mondo che ci circonda smontando qualche stereotipo. “Mostrare che molti sono i snegalesi che stanno cercando o che hanno già deciso di tornare per provare a lanciare progetti di impresa o micro-business nel loro paese di origine, per noi è un modo per contrastare l’idea di un’invasione dell’Africa verso le coste italiane ed europee e per esplorare le opportunità che i flussi migratori possono rappresentare in termini di cosviluppo sia del Paese di origine che di emigrazione – continua –. Crediamo che integrando le nostre diverse competenze, riusciremo a creare una campagna comunicativa efficace e un web-documentario originale, che si basi su una ricerca scientifica approfondita e realizzata sul campo e al contempo possa parlare ad un ampio pubblico”.

Nilo Di Modica

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