Impresa e lavoro, per Cna “C’è una filiera da ricostruire”

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“Non possiamo più stare a guardare se non vogliamo definitivamente smantellare un apparato produttivo di altissima qualità. La forza del nostro sistema produttivo manifatturiero sta ancora in gran parte sulle spalle delle nostre piccole e medie imprese e possiamo ancora recuperare grosse occasioni di creazione di impresa e di lavoro”. Ne è certo Graziano Turini, coordinatore Area Cuoio di Cna.

“Le aziende di lavorazione calzaturiera specializzate – spiega -, è vero, sono rimaste poche in zona, ma non era così fino a non molti anni fa. Una riflessione anche sulla responsabilità in capo alle aziende committenti, andrebbe fatta, secondo noi. L’epoca della globalizzazione selvaggia e della ‘caccia’ al contenimento dei costi delocalizzando in tutto o in parte le produzioni all’estero del ‘made in Italy’ ha prodotto questi effetti, così come l’assoluta mancanza di un politica industriale, per il settore manifatturiero di qualità, a livello nazionale negli ultimi vent’anni. Gli Stati Uniti, patria del capitalismo e del liberismo, hanno da tempo messo in campo azioni e risorse a tutela delle aziende nazionali con progetti come Buy America rilanciato anche da grandi distributori come Walmart. Non si tratta di protezionismo, ma di riconoscere e sostenere le competenze e capacità delle aziende esistenti nel nostro territorio nei vari settori produttivi. Soprattutto, come in questo caso, quando è sempre più essenziale puntare sull’alta qualità, sul saper fare, come elementi competitivi. E’ già troppo tardi per chiedere a Regione e Governo, azioni serie e incisive sul fronte della ricostituzione delle filiere produttive? Noi speriamo di no e ci consola un recente rapporto prodotto dal Centro Europa Ricerche  il 9/5, che analizza il cosiddetto fenomeno del reshoring (il rientro in Italia di produzioni precedentemente delocalizzate). I dati aggiornati a giugno 2015 (ultimi disponibili) parlano di 101 casi di rilocalizzazione produttiva in Italia. Tra i settori industriali coinvolti spiccano quelli del tessile-abbigliamento-moda (43%) ed apparecchiature elettriche ed elettroniche (21%). Oltre il 70% dei casi si concentra nell’industria del fashion”.

 

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