Una Goccia onlus, corsi dopo defibrillatori. “Metteteli”

Gli insegnanti hanno mantenuto l’impegno. E ieri sera 17 ottobre, all’oratorio San Severo di Castelfranco di Sotto, si è tenuto il corso per l’uso del defibrillatore indirizzato ai 4 plessi scolastici che li hanno ricevuti in dono (qui Una Goccia onlus, donati i defibrillatori).

La partecipazione al corso di almeno 5 insegnanti era l’unica condizione posta per ottenere in regalo il defibrillatore da Unagocciaonlus. L’istituto Buonarroti di Ponte a Egola era rappresentato da 3 partecipanti, quindi è stata pregata la dirigenza scolastica di fornire a stretto giro l’attestato di partecipazione ad un corso Dae di almeno due persone.
“Ad oggi – spiega l’associazione – soltanto il presidio di Castelfranco di Sotto ha installato il Dae, tre giorni dopo averlo ricevuto. Invitiamo gli altri istituti di seguire l’esempio, dato che sono passati già 10 giorni e come ci è stato riferito al momento sono dislocati in luoghi non appropriati. Chiediamo espressamente di farci pervenire entro i prossimi giorni le foto relative all’istallazione avvenuta di ogni apparecchio salva vita. A nulla servono i formali ringraziamenti di rito in occasione di eventi come quello dell’8 ottobre corredati di foto se poi un apparecchio che può salvare una vita, i dati forniti ieri sera sono impressionanti, per di più regalato, è’parcheggiato’ da una parte. Al termine del corso la nostra associazione ha lanciato una iniziativa che, ci è sembrato, abbia raccolto interesse tra i partecipanti: ha chiesto ad ogni istituto comprensivo di mettere in calendario entro la fine dell’anno scolastico un D-Day (defibrillator day) una mattinata dedicata alla tematica così cara a noi e al dottor Cecchini che si è reso, tra l’altro, disponibile a partecipare all’organizzazione della stessa insieme a Unagoccia Onlus e ad altri operatori del settore. Sarebbe un bellissimo segnale da parte degli istituti scolastici, visto che non ci risulta sia mai stata dedicata una mattinata in Italia su questo argomento, al contrario di molti Paesi europei e non dove questa è una consuetudine da molti anni”.

 

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