Comune unico e infrastrutture, il Cuoio secondo Mazzeo

“E’ chiaro che non si farà in qualche giorno. Ma da qualche parte bisogna cominciare, perché se si lavora insieme si conta di più e si può fare di più”. Il comprensorio del Cuoio, il distretto di Santa Croce, il consigliere regionale del Pd e presidente della commissione istituzionale per la ripresa economico sociale della Toscana costiera Antonio Mazzeo lo vede con quattro comuni che diventano uno e una sola associazione dei conciatori. Impegnata nel turismo, nella promozione e nell’export grazie a infrastrutture più adatte alla crescita. “Il punto di svolta – dice – dello sviluppo di questo territorio è stata la realizzazione della Fipili. Ora, però, non basta più: serve ragionare insieme e darsi da fare insieme, come territorio, non come singoli comuni o persone”. 

La nuova legge elettorale, l’Italicum, però, divide il comprensorio: Montopoli resta con Pisa e Santa Croce, San Miniato e Castelfranco di Sotto vanno nell’Empolese. Ci sarà un problema di rappresentatività?
“La rappresentatività sta nella capacità di un territorio di scegliere persone che portino le istanze di quel territorio, non per forza che siano nate lì. E dei partiti il compito di selezionare i candidati in modo che siano classe dirigente anche per quel territorio. Io non sono di qui, ma con questo territorio, con le sue persone, con le amministrazioni, dialogo con costanza e, quindi, mi sento di rappresentare anche questo territorio nelle mie funzioni in consiglio regionale. All’Italicum, comunque, stiamo mettendo mano. Io spero che si creino collegi uninominali più piccoli così che ciascun territorio possa decidere i propri candidati ed essere valorizzato”.
A proposito di valorizzazione, come si fa la promozione nella Toscana dei campanili? 
“Bisogna iniziare a pensare di fare le grandi scelte strategiche per questo territorio insieme. Sempre di più, i 4 comuni del Cuoio devono lavorare come fossero uno più grande non soltanto su singoli progetti”.
Parliamo del comune unico? San Miniato o Santa Croce?
“Il punto è di come si offrono servizi al territorio, ai cittadini e alle imprese, non importa qual è il nome del comune o dell’ente, se poi ne racchiude di più e facilita il lavoro di tutti. Sarebbe bello anche, per esempio, avere un’unica associazione di conciatori. Così da avere meno soggetti con i quali accordarsi, perché sono capaci da prima di trovare convergenze tra loro. Ovviamente questo non spetta alla politica deciderlo, ma sarebbe bello poter avere un interlocutore unico con cui rapportarsi. Qui, comunque, ci sono imprenditori e sindaci attenti al tema e sono sicuro che si trovi un punto comune. Con i tempi che saranno necessari”.
San Miniato terra di tartufo: la promozione passa anche da qui. 
“Senza dubbio. L’operazione che si sta facendo è molto importante ma per valorizzare il prodotto serve anche regolamentare ciò che gli sta attorno. Serve una proposta di legge che delini regole più chiare e certe, che facciano conoscere il tartufo di San Miniato anche fuori dall’Italia e che, però, tengano conto in maniera importante della tutela del territorio, perché questo prezioso prodotto sia sempre più presente e sempre di più buona qualità. La valorizzazione del tartufo e del suo ecosistema deve essere tra i temi del piano di sviluppo della Toscana costiera”. 
Alla promozione, però, servono anche le infrastrutture. 
“Sono un tema centrale nel piano di sviluppo della Costa. Il Comprensorio è cresciuto in maniera esponenziale quando è nata la Fipili, ma ora questa non basta più. Servono strade e ferrovie capaci di connettere in maniera rapida Pisa e Firenze, a servizio dei due aeroporti, ma anche di tutta la direttrice al centro della quale c’è il comprensorio. Penso a una metro di superficie, che dal Cuoio vada verso Pisa e Firenze in maniera agile. Un progetto così, però, non può essere rallentato dalla scelta dell’uscita o della fermata, dal comune nel quale farla ricadere. Serve essere d’accordo per trovare la soluzione più facile, per fare prima e meglio. 
Lei ha proposto una no tax area per la Valdera e un polo tecnologico unico per la Toscana costiera (qui Polo tecnologico unico, si parte dal direttore. Firmato il protocollo). Cosa propone agli imprenditori del Cuoio?
“Loro sono bravi così. Se qualche problema c’è stato, è quello legato a una crisi globale, non certo locale: sono riusciti a reggere mantenendo alto il livello delle esportazioni. Gli imprenditori, qui, sono capaci di leggere il futuro e di riorganizzare il lavoro. Detto questo, però, nel Polo tecnologico che mi immagino, c’è anche il Poteco: se i privati vorranno, il prossimo passo sarà inserire il Poteco nell’accordo di programma. Ovviamente la prima idea ha coinvolto chi era facile da raggiungere, ma l’idea è di fare un polo tecnologico diffuso, con le sue specialità in ciascun territorio così da essere punto di riferimento indispensabile per università e impresa 4.0”.
Lavoro ma anche scuola: con il Marconi vi siete presi un bell’impegno e i tempi sono brevi, visto che il comodato Polis è per 2 anni.
“Brevi ma non troppo. Se si lavora bene insieme, il tempo è abbastanza. Certo, serve procedere senza intoppi, ma la volontà delle amministrazioni comunali e di quella provinciale va nella direzione di una soluzione rapida. I Comuni devono scegliere rapidamente lo spazio e fare il progetto, io e il presidente Giani ci siamo impegnati a trovare le risorse in questa manovra (qui Lotti e Mazzeo: ‘Governo finanzierà nuovo Marconi’) per finanziare il progetto esecutivo, a quel punto il governo, che ringrazio per la disponibilità che ci ha dato attraverso il sottosegretario Luca Lotti, lo finanzierà attraverso l’Unità di Missione per l’edilizia scolastica così da poter avere al più presto una scuola che sia punto di riferimento per tutta l’area vasta. I tempi lunghi della burocrazia sono il problema di questo Paese che, però, ha dimostrato di potersi muovere velocemente in caso di emergenza e sono certo che, se ciascuno fa la sua parte, ce la faremo. Intanto è importante che siano stati messi i soldi della legge 70 per la riqualificazione dell’edificio che, provvisoriamente, ospiterà i ragazzi.
Dobbiamo imparare a essere così veloci anche nella programmazione e nella normale amministrazione. Questo governo ci sta mettendo l’impegno: con il referendum, l’Italia può scegliere se essere pronta e reattiva oppure continuare a scontrarsi con questa lentezza e l’instabilità di un Paese che cambia governo come le stagioni”. 

Elisa Venturi

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