Incidente in allenamento, genitori: “Caos soccorsi Asl”

Prima l’ambulanza che arriva e d’improvviso se ne va, poi l’attesa interminabile al Pronto soccorso, senza indicazioni e nonostante il forte dolore. È la storia che arriva da Santa Maria a Monte, raccontata due genitori, Giorgio Agnesini e Francesca Narducci, che nel tardo pomeriggio di oggi, 19 gennaio, si sono recati al Pronto soccorso dell’ospedale Lotti di Pontedera dopo un incidente capitato al figlio 14enne.

Un incidente di gioco, avvenuto intorno alle 18, al campo sportivo di Montecalvoli, durante un allenamento che il ragazzo stava sostenendo con i compagni di squadra dell’Asd Santa Maria a Monte. “Ha battuto violentemente la testa – racconta il padre – e ha riportato un trauma alla caviglia, forse una rottura”. Immediato l’intervento dell’allenatore e degli altri dirigenti della società, che hanno provveduto ad allertare il 118. Dopo pochi minuti è arrivata l’ambulanza, mentre i genitori, contattati dall’allenatore, si sono subito precipitati in direzione del campo sportivo. All’arrivo a Montecalvoli, però, hanno scoperto che l’ambulanza nel frattempo se n’era andata. Giusto il tempo, ovviamente, di accertarsi che il ragazzo non fosse in pericolo di vita, per poi correre su un altro intervento più grave. “Hanno detto di essere stati chiamati per un’altra emergenza – riprende Agnesini – e sono ripartiti. Sul momento abbiamo aspettato, credendo che ne arrivasse subito un’altra. Invece siamo stati noi a dover chiamare nuovamente il 118 per chiedere una seconda ambulanza. Così, alla fine, mio figlio è arrivato al Pronto soccorso di Pontedera dopo 45 minuti dall’incidente”.
“Da allora non è stato ancora visitato – racconta il padre intorno alle 21 -. Gli hanno dato una semplice Tachipirina e ci hanno lasciato qui ad aspettare, senza sapere niente”. Comprensibile la preoccupazione dei genitori, in apprensione sia per la brutta botta alla testa sia per il forte dolore alla caviglia. “È insopportabile una situazione del genere. C’è mio figlio che urla dal dolore e noi non possiamo fare niente”.

 

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