Porta cicche e giochi di una volta nella spiaggia bon ton

Scelto l’outfit giusto (In spiaggia con garbo i consigli del maestro di bon ton), è ora di arrivare in spiaggia. Dove è chiaro che apparire non basta ma serve essere e così il bon ton consegna utili regole su come comportarsi. O non comportarsi, più che altro. Perché le buone maniere possono risultare difficili quando ti arriva un pallone in testa mentre prendi il sole, un cane ti copre di sabbia quando passi con il gelato o un bimbo sceglie di tuffarsi “a bomba” proprio lì, dove tu, uno spicchio alla volta, ti bagni per “acclimatarti”. Regole facili, queste certo – non per tutti, state pensando – ma gli “errori” in spiaggia sono dietro l’angolo, anche per i più attenti. “Questo non vuol dire che al mare si sta seduti composti e in silenzio – spiega il maestro di bon ton Stefano Agnoloni – ma che il mio divertimento non deve essere sguaiato tanto da disturbare quello degli altri”. Ovvio, ma non troppo se pensate agli ultimi giorni che avete passato al mare. 

Certo che in spiaggia si può giocare, ma magari preferendo le bocce ai racchettoni se si sta in riva al mare. “Negli stabilimenti ci sono luoghi attrezzati per i giochi con la palla, ma anche in spiaggia libera ci possono essere aree adattabili, dietro agli ombrelloni, dove una palla che sfugge al controllo non finisce addosso a qualcuno. Di certo in riva al mare, con i piedi nell’acqua, giochi di questo tipo possono essere concessi solo in una spiaggia poco affollata, che d’agosto è difficile da trovare”. 
La musica va bene, magari leggendo un buon libro. “Ma solo con le cuffie: da evitare è qualsiasi tipo di radiolina, come, in generale, urla e schiamazzi. E’ infatti educato abbassare il volume della voce, anche se si ride e si gioca, perché magari quello accanto a noi non è interessato”.
Mai i gavettoni: “Una cafonata che non è per niente rispettosa. Salvo in contesto privato, ovviamente, perché ciascuno ha diritto di divertirsi come ritiene, ma tutti devono divertirsi”. Non è che i bambini in spiaggia si debbano tenere legati, comunque. “E’ gradito, però, il ritorno ai giochi di una volta. Noi al mare ci divertivamo con secchiello e paletta, facevamo castelli di sabbia e guardavamo volare l’aquilone. Se poi nella spiaggia c’è abbastanza spazio per lanciare un frisbee o per mettere in acqua uno di quei motoscafi telecomandati allora ok, ma dobbiamo essere sicuri di non intralciare nessuno. E’ difficile in questo caso attenersi in modo rigido alle regole perché divertirsi è sano e necessario. Quindi essere più elastici va bene, ma magari imparando a capire quando c’è da fermarsi. Diciamo che se c’è abbastanza spazio e poca gente, allora tutto va bene e si può fare. Ma se c’è la tipica calca agostana, allora bisogna darsi una regolata, che si abbiano 3 anni oppure 100”.
E se c’è una cosa che unisce proprio tutti, quella è il cibo: si mangia al mare? “Come si fa a dire di no? Si mangia, ma non si cucina. Non si tocca il cibo con le mani, quindi si confeziona tutto in modo idoneo a casa, accertandosi di non invadere di odori gli ombrelloni altrui”. Niente tavolate imbandite di lasagne e frittate – che restano un ricordo della nostra infanzia – ma certo che si a frutta o un panino, incartato con carta paglia o tovagliolini, non con la stagnola. “Tra l’altro mangiare molto al sole e al caldo non fa per niente bene alla salute”. E ritarda il momento di farsi un bagno rinfrescante. Essenziale è rimettere tutto in ordine, però, quindi niente scarti per terra, plastica in mare, bottigliette abbandonate: se lo spazio in borsa c’era prima con il cibo, ora che la carta è vuota ci deve essere per forza. Dopo il panino al sacco vogliamo un caffè? “Se sto andando al bar e ho una conversazione in corso, prima termino la chiamata, poi entro, così da non costringere gli altri clienti ad ascoltare la mia conversazione. E anche perché posso salutare cortesemente il barista che dovrà servirmi”. Dopo il caffè c’è anche la sigaretta per molti. Un vizio tanto brutto quanto diffuso che non risparmia neppure il maestro di bon ton. “Fumare all’aria aperta è consentito, certo. Ma mandare il fumo addosso a chi non fuma o ai bambini sotto l’ombrellone non è comunque elegante. Io cerco di mettermi un po’ in disparte e, soprattutto, ho sempre con me la mia scatolina porta cicche, perché la spiaggia non è un enorme posacenere”. Ce ne sono per ogni tasca a partire da un euro e salvano l’ambiente. Sono, tra l’altro, abbastanza piccole da entrare nel taschino dei pantaloni e garantiscono un buon argomento di conversazione per chi è ecofriendly. Insomma un accessorio chic e che fa bene all’ambiente: piccola spesa, massima resa. Tra le rigide regole del vecchio galateo ce n’è una che è molto chiara: niente animali in spiaggia. “Ma io amo gli animali e quindi questa regola ritengo debba essere aggiornata. Se posso evito di portare la mia cagnolina al mare perché la sabbia bollente le piace poco, però ci sono spiagge attrezzate e stabilimenti dove i cani si divertono molto. E se può stare in spiaggia, può anche fare il bagno in mare. Certo, il cane nella calca agostana deve essere ben addestrato: non può andare in giro a dar fastidio, fare buche ed elemosinare cibo dai vicini di ombrellone”. Oppure abbaiare agli sconosciuti, perché il coro sarebbe straziante per lui. E per i vicini. Tante regole che diventano una: tutto si può, ma con rispetto. E garbo.  

Elisa Venturi

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