Cascina, chiuso il centro di accoglienza. Trasferiti i migranti

La prefettura di Pisa ha deciso la chiusura immediata del centro di accoglienza La Tinaia a Cascina e l’immediato trasferimento dei 41 richiedenti asilo presenti in altri Cas operativi nella provincia e individuati in base alla disponibilità di posti. Il trasferimento è programmato nel pomeriggio di oggi 24 agosto.

“Dopo due anni di battaglie finalmente possiamo dirlo: la Tinaia chiude definitivamente. E’ una vittoria di Cascina e per Cascina, una vittoria delle istituzioni, dei residenti e dei cittadini” secondo Susanna Ceccardi, sindaco di Cascina. In mano il primo cittadino sfoglia il provvedimento con cui la Prefettura di Pisa ne dispone la chiusura. “Finalmente stamattina è stato notificato dalla prefettura di Pisa il provvedimento di immediata chiusura del Cas La Tinaia – dice Ceccardi – con cui si prende atto di una situazione igienico sanitaria assolutamente insostenibile. Noi lo abbiamo detto e denunciato da tempo, da anni. E non solo a parole. Lo abbiamo dimostrato e rendicontato con gli atti, con ordinanze sulla situazione igienica, sul sovraffollamento e anche sull’abusivismo edilizio presenti in questa struttura”. “Gli sbarchi – continua – non avvengono più, non c’è più l’emergenza di un anno fa con i centri di accoglienza strapieni e con le persone che arrivavano qua. E così mentre la Tinaia poteva al massimo accogliere 23 persone, è arrivata in questi anni ad ospitarne oltre 100. In condizioni igieniche vergognose. Con i topi, vivi e morti, nei locali, i bagni rotti e le tubature delle fognature che colavano sui letti. E questo sarebbe il sistema di accoglienza sostenibile voluto dalle Sinistre? Questa non è accoglienza, non è la nostra accoglienza. Ero ancora all’opposizione quando ho cominciato questa battaglia, a fianco dei residenti, una trentina, che abitano questa frazione di campagna e che sono stati in questi anni minoranza rispetto agli ospiti della Tinaia. Tanti dei migranti presenti a La Tinaia hanno avuto provvedimenti di allontanamento per i comportamenti tenuti e i residenti hanno denunciato episodi di atti osceni. Diciamo grazie ad una sinergia che si è creata con il governo centrale, con il ministero dell’Interno guidato da Matteo Salvini, che ha bloccato gli sbarchi e permesso che questi immigrati fossero redistribuiti nei centri mezzo vuoti della provincia, che andranno sempre più scemando, perchè le politiche sull’accoglienza e sull’immigrazione sono nettamente cambiate. Ora, finalmente, il business è finito. Da 35 euro al giorno per migrante ospitato nelle proprie strutture, ora le cooperative o le società che li accolgono percepiranno 19 euro. Una srl come quella che gestisce La Tinaia poteva quindi guadagnare un milione all’anno con 100 migranti e poi tenerli nelle condizioni denunciate dagli stessi ospiti e certificate dai controlli di Asl, Vigili del fuoco e Comune. Il lucro è finito. Ora aiuteremo soltanto i veri bisognosi, i veri profughi che hanno bisogno di scappare dai propri Paesi”.
La consigliera Nardini
“La sindaca Ceccardi – per Alessandra Nardini, consigliera regionale Pd – sbandiera ai quattro venti vittorie che non esistono. C’è stata la sacrosanta protesta di persone che vivevano in pessime condizioni igienico-sanitarie e il conseguente doveroso provvedimento da parte della prefettura. Perché è imprescindibile che chi si occupa di accoglienza sia tenuto a offrire strutture adeguate e conformi alla norma e mai più nessuno vuol vedere immagini agghiaccianti come quelle che ci sono arrivate dalla Tinaia. Ora aspettiamo l’evolversi della situazione, riponendo la massima fiducia nelle autorità competenti che hanno fatto tutti gli approfondimenti del caso. Ma basta con le strumentalizzazioni. Il ‘sistema di accoglienza voluto dalla sinistra’, come la Ceccardi lo ha definito, in Toscana è ben altro. È un modello che dice no a maxi-centri e sì invece a un’accoglienza diffusa, con poche unità distribuite in strutture delle dimensione adeguate e con un maggiore coinvolgimento degli enti locali, che meglio conoscono le priorità dei cittadini, un modello che difendo e che ho invitato la prima cittadina a sostenere, proprio perché lo ritengo il punto di equilibrio ideale tra le esigenze di tutti, cittadini, migranti, operatori. È un modello dove sono coinvolte tante realtà, operatori, cooperative, che lavorano in maniera seria e professionale e che non si meritano di finire nel tritacarne squallido che la sindaca e altri esponenti politici locali – penso agli attacchi di esponenti della destra pontederese giorni fa – tirano fuori, noiosamente, ogni volta che parlano di questo tema. Ma è un modello in cui se qualcuno non ha offerto servizi all’altezza ne subisce le conseguenze, perché nessuno si deve mettere in testa di poter aggirare le regole e fatti come quello di Cascina vanno condannati senza se e senza ma. È un modello in cui ognuno fa la sua parte, in modo equilibrato e condiviso, ogni territorio, per questo non si metta in testa la sindaca di costruire muri. Quello lo farà Orban, tanto amico del suo leader Salvini. Ma così non funziona. L’immigrazione e l’accoglienza si affrontano con una visione d’insieme coraggiosa. Solo così si possono raggiungere risultati positivi. Quelli che no, non abbiamo visto nelle politiche attuate dal Ministro dell’Interno, nonostante la sindaca si spertichi con parole di encomio. Perché lasciare oltre cento persone su una nave, come sta avvenendo con la Diciotti, con problemi di ogni tipo, di fronte a un nostro porto, no, non è un risultato di cui farsi onore, è solo un orrore, una vergogna. Né tantomeno porta a qualcosa invocare l’Europa e poi fare asse con i paesi di Visegrad e con coloro che dicono no a ogni forma di accoglienza. Sappiamo bene che siamo di fronte a sfide complesse. Ma non ci tiriamo indietro. E sui nostri valori non arretreremo di un millimetro”.

 

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