Per riavere i barrocci servono i carabinieri, Centi dimesso

“Ho deciso di farmi da parte, per andare fino infondo a livello legale senza mettere in mezzo l’associazione che in questa storia è solo parte lesa”. A parlare è Francesco Centi, il responsabile dell’Associazione barrocciai capannesi che domenica racconta di aver incontrato il sedicente vigile che è riuscito a sabotare il primo Palio dei barrocci di Capanne.

Da qui le dimissioni, “irrevocabili”, in una storia ancora tutta da chiarire che continua a tenere nel caos gli organizzatori. Ancora a distanza di due giorni, infatti, non è chiaro se la manifestazione potrà essere recuperata questa domenica, mentre i famosi barrocci continuano a restare bloccati a Ponte a Egola, dal momento che il proprietario del fondo, intimorito dal colloquio di domenica col fantomatico agente, non sarebbe intenzionato a farli uscire se non in presenza di un pubblico ufficiale.
Una situazione paradossale ma soprattutto poco chiara, alla quale oggi 14 maggio si è aggiunto un altro tassello: la denuncia contro ignoti formalizzata dallo stesso Centi, l’unico dell’Associazione barrocciai a raccontare di aver prima parlato telefonicamente e poi incontrato il misterioso vigile. “Ero io che mi ero assunto l’incarico di reperire i barrocci, trovare dove sistemarli e poi portarli in paese il giorno del Palio. E non è un caso che abbiano chiamato proprio me”, dice Centi ricordando l’accaduto, con la convinzione di chi si sente vittima di una raffinata macchinazione. “Un complotto – lo definisce Centi – architettato da qualcuno che sapeva benissimo le cose ma che non può essere opera di un’unica persona. Prima mi ha chiamato il sabato, da un numero di cellulare che ho fornito ai carabinieri, dicendo che aveva ricevuto una segnalazione e che voleva vedere i mezzi. Poi ci siamo incontrati a Ponte a Egola, intorno alle 12 di domenica, insieme al proprietario del fondo dove sono tenuti i barrocci”.
“Quello che mi fregato – racconta – è che quest’uomo sapeva più cose di me. Conosceva particolari della documentazione che abbiamo fornito per avere i permessi. In questo modo è riuscito a intimorirmi e scoraggiarmi e io ci sono cascato”. Ad ogni modo, Centi ha fornito ai militari anche l’identikit del personaggio misterioso, dichiarando di poterlo riconoscere: si tratterebbe di un uomo sui 50 anni, alto circa un metro e 90, moro e col pizzetto.
Prima di formalizzare la denuncia, tuttavia, Centi aveva già inviato all’Associazione barrocciai le proprie dimissioni: “Ero io che avevo l’incarico di portare i barrocci a Capanne e questo non è avvenuto. Quindi me ne assumo la responsabilità – spiega – anche perché sono io ad essere stato accusato della non idoneità di questi mezzi. Non lo dico per fare il martire, sia chiaro, ma perché voglio andare fino infondo a livello legale senza tirare in ballo l’associazione che in questa storia è solo la parte lesa”.
Intanto l’Associazione barrocciai si è riunita ieri sera a Capanne per decidere come muoversi: è certo che il Palio sarà recuperato, ma non è ancora chiaro se questo potrà avvenire già domenica 19 maggio. L’obiettivo dell’associazione, in ogni caso, è quello di portare quanto prima i barrocci a Capanne, soprattutto per sfatare le voci di paese secondo le quali i barrocci, in realtà, non sarebbero mai esistiti. Per farlo, però, l’associazione dovrà tornare a Ponte a Egola in compagnia dei carabinieri, in modo da chiarire la situazione e tranquillizzare il proprietario del capannone, tutt’ora intimorito dall’incredibile colloquio di domenica con il misterioso “vigile”.

 

 

Giacomo Pelfer

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