Stipendi in ritardo e futuro incerto: lavoratori Ids in sciopero

Stipendi pagati poco e in ritardo e un futuro quantomeno incerto che potrebbe passare per una cessione di ramo d’azienda. Per questi e anche altri motivi, i dipendenti della Ids Ingegneria dei sistemi di Montacchiello di Pisa sono in stato di agitazione con blocco di straordinari e ore viaggio. In stato di agitazione lo erano già stati in passato e, se niente cambia, torneranno a esserlo in futuro perché qui, lamentano, “manca una strategia di lungo periodo”. O, almeno, loro proprio non la vedono.

 

L’agitazione è partita a seguito di un incontro con Massimo Garbini, Domenico Torlucci, Paola Rivera e Cico Amorosi nel quale le Rsu di Pisa Cecilia Tintori e quelle di Napoli e Catanzaro (le altre sedi italiane) hanno appreso che, per lo stipendio di maggio da pagare il 6 giugno l’azienda aveva a disposizione un importo pari a circa il 20% di quanto necessario e ha chiesto ai dipendenti di stabilire il criterio di ripartizione di tale ammontare. Dopo una discussione, l’assemblea sindacale ha approvato a larga maggioranza una proposta di distribuzione che prevede il “pagamento intero delle somme anticipate dai dipendenti per le trasferte e il residuo suddiviso per il numero totale dei dipendenti”. Inoltre, durante l’incontro, è emerso che, dopo la dichiarazione di intenti firmata il 4 marzo, “la trattativa con Enav per la cessione del ramo aeronavigazione ha fatto un ulteriore passo in avanti con la firma, il 28 maggio, di un contratto preliminare vincolante per Enav. L’azienda ha dichiarato che la trattativa Enav a questo punto è definitiva e certa. L’amministratore delegato Massimo Garbini, ha ribadito più volte che la cessione del ramo era l’unica via percorribile per scongiurare un fallimento immediato. Ha, inoltre, garantito che né lui né altri percepiranno compensi per questa operazione. Ha, inoltre, sottolineato che il fatto che sia stato prima direttore generale e poi amministratore unico di Enav fino al 2014 non ha influenzato la scelta di identificare nella società Enav la parte acquirente, in quanto questa era l’unica scelta possibile nel panorama italiano ed estero. Egli ha, infine, minacciato che alla prossima insinuazione su questo argomento procederà con la querela e ci ha ribadito che, finita l’esperienza in Enav nel 2014, non potendo accettare la carica di vicepresidente in Ids per conflitto di interesse, ha lavorato per Sesar a Bruxelles nel triennio 2014-2017 e solamente a gennaio 2018, ovvero una volta passati i tre anni previsti dalla legge, ha assunto la carica di Ad di Ids.

Sulla trattativa in corso con Enav, l’amministratore delegato ha lamentato che l’anticipo del 10% del prezzo di vendita alla firma del preliminare è saltato. Enav ha richiesto, invece, che, entro la data di perfezionamento del contratto di cessione prevista per il primo luglio, Ids presenti un piano triennale consolidato post vendita airnavigation, il cosiddetto piano (triennale) di ristrutturazione attestato e che tale piano sia asseverato da un soggetto terzo indipendente della legge fallimentare. Secondo quanto affermato dall’Ad, il piano dovrà certificare la continuità aziendale mantenendo l’attuale livello occupazionale che, al netto della cessione del ramo dell’aeronavigazione che coinvolgerà 152 dipendenti, è di 264 risorse inclusi i dirigenti”.
Sul piano i delegati sindacali hanno chiesto maggiori delucidazioni e dettagli, ma l’Ad, dicono, “si è rifiutato categoricamente di consegnarlo alle Rsu prima dell’asseveramento e di comunicare il nome del soggetto terzo incaricato dell’asseveramento stesso. Ha, tuttavia, promesso che a seguito del closing con Enav, tale piano sarà messo a disposizione della Rsu. E’ opportuno ricordare, comunque, che, nel penultimo incontro tra le Rsu e l’Ad avvenuto il 15 marzo 2019 dopo la firma della dichiarazione di intenti con Enav, l’Ad aveva dichiarato che il piano non poteva essere condiviso con le rappresentanze sindacali in quanto non ancora approvato dal Cda. In quella occasione, l’Ad aveva però anticipato che nel 2019 si prevedeva che il valore della produzione si sarebbe assestato intorno ai 65 milioni di euro senza, tuttavia, specificare le voci che lo componevano. Sorgono, a tale proposito, alcuni dubbi: se il 4 marzo scorso è stata firmata una dichiarazione di intenti con Enav, come è possibile che il CdA Ids abbia potuto deliberare una tale operazione straordinaria senza aver, contestualmente, approvato un piano industriale al netto della divisione aeronavigazione? Tale piano è, forse, il medesimo inviato agli istituti di credito con i quali la direzione continua, a suo dire, ad intrattenere rapporti alla ricerca di finanziamenti? Poiché l’Ad ci ha comunicato che adesso il piano esiste, è stato approvato dal Cda ed è già stato consegnato all’asseveratore, perché, allora, l’azienda non vuole consegnarlo alle Rsu? Infine, perché il nome dell’asseveratore, che l’Ad dice essere già al lavoro sulla verifica del piano, non ci viene comunicato? A questi dubbi, l’Ad non ha saputo rispondere. Il suo consulente, Cico Amorosi, ha citato qualcosa sulla ‘riservatezza’ della trattativa con Enav, ma tale argomentazione, non confermata nemmeno dall’Ad, non è sostenibile dato che il piano riguarda le altre attività di Ids e non quelle d’interesse di Enav. Confermando il rifiuto di consegnare il piano, l’Ad ha, quindi, illustrato a voce e a grandi linee i contenuti dello stesso, citando selettivamente solo alcuni elementi quantitativi (sulla riduzione dei costi, per esempio, non ha fatto alcun cenno quantitativo). Ci ha informati che il piano prevede il mantenimento degli attuali livelli occupazionali ed è stato sottolineato che il fatturato di 18 milioni, al netto dell’aeronavigazione, calcolato dalla Rsu non è corretto. Abbiamo fatto notare che il totale del fatturato 2018 è pari a 42 milioni di cui 24 sono proprio dell’aeronavigazione e che, a seguito di un’operazione aritmetica, si ottengono, appunto, 18 milioni. L’amministratore ha tenuto a sottolineare che il risultato di 18 è calcolato sui dati 2018”. In base ai dati in suo possesso, quindi, la Rsu ha provato a calcolare il dato previsto per il 2019. “Se consideriamo variazioni per rimanenze e altri ricavi pari a 0 dal valore della produzione di 65 milioni si sottraggono le capitalizzazioni interne per 6,5 milioni e le plusvalenze (cessione ramo aeronavigazione) per 41 milioni, ottenendo, così, un valore di fatturato di 18,5 milioni. Il costo del personale 2018 è dichiarato in 23 milioni per 415 dipendenti. Si può, quindi, calcolare che il costo del personale per 264 dipendenti (quelli che rimarranno dopo la cessione del ramo) sia intorno ai 15 milioni. E’ evidente, quindi, che 18,5 milioni di fatturato non possano garantire la continuità aziendale per il prossimo triennio considerando 15 milioni di costo del personale a cui vanno però aggiunti i costi di produzione e di struttura. Abbiamo, inoltre, fatto presente che stiamo assistendo ad una ‘fuga’ che, spesso, riguarda i migliori tecnici dell’azienda e che il punto di forza di Ids si basa, da sempre, sull’eccellenza dei propri dipendenti. Della stessa opinione, non sembra essere il direttore delle risorse umane Domenico Torlucci che ci ha spiegato che per un dipendente che se ne va, un altro sarà assunto e che tutti sono utili ma nessuno indispensabile. E’ molto grave che sia proprio il direttore delle Risorse Umane a non riconoscere che la forza di Ids stia nell’eccellenza delle proprie risorse. Tutto ciò non fa ben sperare circa l’intenzione dell’azienda di difendere il vero e importante patrimonio aziendale costituito dalla forza lavoro. L’azienda ha criticato la posizione della Rsu che, a suo dire, non tiene conto del portafoglio ordini, dichiarato dall’azienda stessa, di circa 70 milioni esclusa l’aeronavigazione ‘italiana. Inclusa l’aeronavigazione estera (Canada e Australia) per circa 15 milioni di euro (valore stimato da Rsu) che sarà ceduta il prossimo 31 dicembre. Per ottenere i 70 milioni previsti, rimangono da assegnare ulteriori 15 milioni di euro. A questo proposito l’amministratore ha soltanto fornito indicazioni generiche sulle buone aspettative per la divisione Satcom anche se ha confermato che, attualmente, persistono notevoli difficoltà tecniche che, secondo l’Ad, i tecnici risolveranno quanto prima. A questo proposito, è doveroso sottolineare che la risoluzione di tali difficoltà, relativamente a uno dei due esemplari di antenna ad oggi esistenti e in fase di collaudo negli Stati Uniti, è stata affidata a due tecnici dimissionari. Una volta terminato il periodo di preavviso di tali tecnici, nessuno sarà in grado di dar seguito alle attività in tempi rapidi e con adeguata competenza tecnica. In quell’occasione, potremo verificare se l’affermazione di Torlucci sul fatto che tutti siano utili ma nessuno indispensabile, sia vera. Nel caso in cui si sbagli, Ids dovrà rinunciare, forse, anche ai milioni di euro di portafoglio ordini legati a questa attività. Per quanto riguarda gli aspetti finanziari, durante l’incontro è emerso che, a seguito della contabilizzazione dei crediti e dei debiti relativi alla divisione aeronavigazione fotografati al momento del closing del 1 luglio, l’entrata finanziaria effettiva per Ids sarà di circa 41 milioni”.
Secondo quanto spiegato alle Rs, inoltre, “il 25 giugno ci sarà il conferimento dei 152 dipendenti del ramo aeronavigazione nella NewCo IDSNav srl, le cui quote saranno cedute interamente ad Enav in occasione del closing. In occasione dell’incontro ufficiale tra sindacati e azienda per la cessione del ramo, chiederemo di inserire nell’accordo che ‘per almeno tre anni saranno garantiti i livelli occupazionali’, relativamente alla struttura aziendale che rimane dopo la cessione. L’azienda ha dichiarato di aver inserito tale impegno nel Piano di ristrutturazione attestato che è attualmente in corso di asseverazione da parte dell’esperto. Riteniamo, quindi, che l’azienda non avrà alcuna difficoltà a confermare tale impegno nell’accordo con i sindacati”.

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