Lambertucci: “Non era una lista civica”, Rusconi: “Renziani del Cuoio in Italia Viva dopo le Regionali”

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Mentre il Pd e le forze politiche di maggioranza non proferiscono parola, almeno ufficialmente, la notizia del cammino politico intrapreso dal vicesindaco Marco Baldacci e dall’assessore Nada Braccini verso Italia Viva di Matteo Renzi (Pd addio: a Santa Croce le prime defezioni. Due assessori verso Italia Viva), non è passata inosservata a chi segue la politica, tanto a Santa Croce quanto al livello provinciale. Nell’area democratica e di sinistra, per il momento nessuno sembra voler commentare la decisione di Baldacci e Braccini. Il centrodestra di Santa Croce invece, due valutazioni prova a buttarle sul tavolo del dibattito politico.

I primi a intervenire sono Marco Rusconi e Alessandro Lambertucci che, anche se da due punti di vista diversi, cercano autonomamente di analizzare la situazione, visto che loro insieme agli altri consiglieri sono la minoranza nel consiglio comunale. Se da un lato Lambertucci vede quasi di buon occhio l’affacciarsi di una forza civica sullo scenario politico Santa Croce nella logica della pluralità delle voci nel processo democratico, dall’altro tanto l’avvocato, quanto Rusconi si chiedono ora cosa accadrà e intuiscono che adesso il problema è più per il sindaco Giulia Deidda che non per il partito ed entrambi ravvisano infatti l’origine di questa situazione politica, proprio una sopra di forzatura fatta in campagna elettorale nell’aver voluto “camuffare” a loro avviso il Pd da lista civica.
“Ora viene fuori la vera natura non civica della lista della Deidda, come noi avevamo detto in campagna elettorale – dice Marco Rusconi senza mezzi termini -. In realtà, come stiamo vedendo, questa coalizione di maggioranza è guidata da logiche di partito complesse. La nostra lista civica invece, è rimasta tale a come si era presentata agli elettori e coesa se pur composta da varie anime del centrodestra. Quello che ci chiediamo è se dietro a questi cambiamenti di casacca si possa innescare un ‘risiko’ delle poltrone sulle scelte dei nomi della giunta e sulle spalle dei santacrocesi” insomma Rusconi ravvisa un problema di rappresentatività della volontà elettorale e aggiunge punzecchiando la maggioranza: “Ancora una volta, un partito che i sondaggi danno al 4 per cento (Italia viva ndr) si trova in una giunta senza essere stato votato: con vicesindaco e assessore. Una considerazione non da poco ma che – spiega Rusconi -, è sotto gli occhi di tutti: di 5 assessori eletti in una lista a prevalenza Pd, adesso ai democratici rimangono un solo assessore e il sindaco, difficile mantenere gli equilibri in queste condizioni”.
Diversa nell’ordine degli addendi, ma il risultato non cambia, l’analisi del capogruppo Alessandro Lamberutcci che spiega: “Se questa uscita contrasta con il percorso politico programmatico della sindaca, che avrebbe preferito una maggioranza più rispondente agli ordini del suo partito e se questa dovesse rivendicare pesi politici diversi all’interno della maggioranza, il problema è solo suo, dal momento che è lei ad aver voluto far credere falsamente ai cittadini santacrocesi, fino all’ultimo giorno di campagna elettorale, che si trattava di una lista civica, visto che si vergognava del simbolo del Pd. Lista che poi, il giorno seguente, si è rivelata essere quello che in realtà era e cioè una lista asservita al Partito Democratico, salvo per quel che riguarda l’attuale assessore Bertelli”.
Poi Lambertucci osserva un aspetto diverso, ovvero il fatto che adesso si è rotta una sorta di catena di comando che fino a ora era stata monolitica. Infatti questo passaggio renderebbe almeno sulla carta Baldacci e Braccini più indipendenti dalla linea tesa tra Pd e sindaco. “La scelta di Baldacci e Braccini non porterà alcun cambiamento sostanziale nella maggioranza, ma di fatto hanno reso quest’ultima potenzialmente affrancata dalla totale dipendenza del Pd e, se vogliamo, espressione di una certa forma di civismo che fino a ieri non esisteva nella lista con Giulia Deidda Sindaco”.
Poi Lambertucci sottolinea un aspetto proprio a rimarcare che questa è solo un’analisi dello scenario politico santacrocese: “Non siamo abituati a guardare nel campo avversario, quindi, massimo rispetto per le scelte altrui che non ci permettiamo di sindacare. Anzi, il fatto di allargare le proposte politiche fa parte del sale della Democrazia. Rispettiamo qualunque tipo di idea anche se concettualmente diversa dalla nostra. Ritengo che la scelta messa in atto sia frutto più di un vero convincimento politico, che dettata da logiche di potere, per lo meno a Santa Croce tutto questo rappresenta una dinamica diversa da quella nazionale, che non ci interessa”.
Alla fine poi c’è un’ultima riflessione da parte di Rusconi, che butta l’occhio oltre lo steccato santacrocese e oltre il presente, ipotizzando che probabilmente tanto a Santa Croce quanto altrove, la mossa di Baldacci e Braccini potrebbe non rimanere isolata in futuro, ma che altri magari hanno ritenuto prematuro, per motivi politici, spostarsi in Italia Viva in questo momento: “Il fatto – analizza Rusconi – che Renzi abbia annunciato di non presentare candidati alle elezioni regionali e che gli amministratori, – come ha dichiarato recentemente – Italia Viva li avrà nel 2020, fa pensare che in realtà il nuovo partito di Renzi cercherà di infiltrare suoi uomini e donne nelle liste del Pd per poi fargli fare il ‘salto della quaglia’ nel momento in cui siano entrati negli organi di governo”. (g.m.)

 

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