Imprese più rosa in Toscana, quinta per occupazione femminile

Il numero delle imprenditrici artigiane toscane è cresciuto nell’ultimo decennio del 12,9%, il balzo in avanti più consistente di tutto il Centro Italia. Che porta la Toscana a essere quinta nella classifica delle regioni italiane con il più alto tasso di occupazione femminile. Le titolari donne di imprese artigiane sono passate da 13.743 nel secondo trimestre 2009 a 15.514 nello stesso periodo del 2019.

Il dato emerge dal sedicesimo Osservatorio Confartigianato Donne Impresa sull’imprenditoria femminile artigiana in Italia, prodotto dall’ufficio studi dell’associazione di categoria e pubblicato a fine settembre. L’articolato documento fissa in Toscana un tasso di occupazione femminile del 60,5%, dietro Provincia Autonoma di Bolzano (67,9%), Valle d’Aosta (64,1%), Emilia Romagna (62,7%) e Trento (61,7%). Il dato toscano si piazza al di sopra della media delle regioni del Centro Italia (60,5%), mentre il valore italiano è fermo al 49,5%. La città metropolitana di Firenze, con il suo 65,3%, è la terza provincia italiana con maggior tasso di occupazione femminile, dietro a Bolzano e Bologna, entrambe sopra il 67%. In Toscana, spiega il rapporto di Confartigianato, dietro il capoluogo, nell’ordine, si piazzano Pisa (62,3%), Siena (62%), Prato (61,6%), Pistoia (59,7%), Grosseto (59,1%), Arezzo (58,1%), Livorno (55,9%), Lucca (54,7%) e Massa-Carrara (53,8%). Per quanto riguarda la dinamica del tasso di occupazione delle donne, Pistoia è la terza provincia d’Italia a crescere (+5,2 punti), mentre la flessione più accentuata a livello nazionale è stata registrata ad Arezzo (-5%).
La Toscana nel 2018 occupa una quota di donne laureate del 29,6% (6° posto a livello nazionale), mentre la quota percentuale delle imprese femminili giovanili sul totale di quelle femminile registrate nel “granducato” si ferma solo al 10,8%, ovvero 10.349 aziende. La provincia toscana con una quota maggiore di imprese giovanili femminili registrate è Prato (13%). Sul fronte Hi-Tech, la Toscana conta in totale 2.237 imprese femminili: a livello nazionale un quinto di queste si colloca in Lombardia (7.167 aziende). Nell’artigianato hi-tech, in Toscana operano 408 imprese femminili.
Nel secondo trimestre 2019 Confartigianto ha registrato 30.981 donne con cariche nelle imprese artigiane: in pratica ogni dieci lavoratori con ruoli di responsabilità, solo due sono di genere femminile. Di queste, 15.514 sono titolari e 8.122 socie delle imprese dove operano. Le proprietarie di aziende si concentrano principalmente nei settori “servizi alla persona” (7.308), manifatturiero (5.597), e “servizi alle imprese” (1.888). In questo quadro, la Toscana è comunque la quinta regione in termini assoluti ad avere più donne con incarichi importanti nel settore artigianale. Su 733.746 lavoratrici femminili registrate in Toscana nel giugno scorso, il 18,7% (ovvero 136.999) sono classificate come “indipendenti”, di cui oltre tre quarti lavoratrici autonome.
Un tema cruciale per l’imprenditoria femminile è quello del welfare. Confartigianato Donne Impresa ha calcolato in Toscana all’83% il rapporto tra tasso di occupazione delle donne tra 25 e 49 anni con figli in età prescolare e delle donne senza figli (il sesto valore tra le regioni italiane). Solo la provincia di Prato in Toscana vanta una copertura totale sugli asili nido e i servizi di prima infanzia, mentre Firenze riesce a raggiungere questo risultato considerando anche i servizi integrativi. Se i dati toscani fanno comunque sorridere nel contesto italiano, allargando lo sguardo a livello internazionale si nota che il dato di tasso di occupazione femminile del 49,5% colloca l’Italia all’ultimo posto tra i principali paesi dell’Ue, preceduta dalla Spagna con il 56,9%, dalla Francia con il 61,9%, dal Regno Unito con il 70,3% e dalla Germania, che con un 72,1% è quarta nell’Unione.
“Le donne italiane – spiega Sabrina Nesti, presidente di Confartigianato Donne Impresa Toscana – sono tra le più intraprendenti d’Europa ma il nostro Paese è agli ultimi posti nell’Ue per l’occupazione femminile. Il maggiore protagonismo sociale delle donne ha provocato un ampliamento dei possibili campi in cui poter investire le proprie capacità e le proprie competenze e fra le varie possibilità professionali quella di diventare imprenditrici oggi è una scelta effettuata da molte donne per la realizzazione delle pari opportunità ed per esprimere la necessità di affermare la propria specificità e autonomia non solo sul piano professionale, ma anche a livello più globale di scelta di vita personale  In questo contesto le imprenditrici, e in generale le donne italiane, devono fare i conti con la difficoltà a conciliare il lavoro con la cura della famiglia”.

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