“La saluterò come una cara amica”, Lambertucci scrive alla senatrice Segre

La risposta dell'associazione Figli della shoah

La senatrice ha apprezzato il suo scritto e la ringrazia per la solidarietà e le gentili espressioni di stima”. Così la segreteria dell’associazione Figli della Shoah ha risposto a una lettera che il consigliere comunale di Santa Croce sull’Arno Alessandro Lambertucci ha inviato alla senatrice Liliana Segre.

Lo ha fatto nella circostanza della Giornata della Memoria, ma precisando che Memoria deve essere ogni giorno e in ogni gesto. La lettera è stata anche l’occasione per informare Segre che riceverà la cittadinanza onoraria e per dirle che lui sarà lì se lei deciderà di venirla a ritirare.

Una lettera, quella di Lambertucci, che supera steccati ideologici del vecchio e del nuovo secolo e rende comprensibili i principi più profondi e nascosti tra le pieghe della Carta costituzionale, lontano da false retoriche, nello spirito più puro del Diritto, ma con l’umanità del singolo dolore e la coscienza dei fondamenti democratici.

Di seguito, riportiamo la lettera integralmente.

Mi chiamo Alessandro Lambertucci, ho 53 anni, sono avvocato e, convintamente, un antifascista e un anticomunista. Ritengo che l’uomo debba essere libero di vivere la propria esistenza, vincolato solo al rispetto della Legge e delle sovrastrutture sociali che ha democraticamente e liberamente scelto di adottare per organizzare al meglio i servizi a favore e a difesa della propria vita e a garanzia della convivenza con altri esseri umani e nel profondo rispetto di questi.
Con questa mia lettera intendo ringraziarLa per la preziosa attività che sta portando avanti e per la Sua testimonianza di vita. Purtroppo, in questo tempo di livore politico esasperato, non tutti comprendono a pieno ciò che Lei rappresenta e in molti finiscono, purtroppo, per utilizzare distrattamente il Suo nome più per dividere che per unire. Lei è stata nominata Senatrice a vita per un preciso merito e non perché fosse donna di destra, di centro o di sinistra; cosa che a me, in particolare e in tutta franchezza, non interessa e non appassiona minimamente. Il 19 gennaio del 2018 Lei è stata nominata dal Capo dello Stato Sergio Mattarella senatrice a vita per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale e questo, fino ad oggi, sta facendo con grande umiltà, umanità, rispetto, correttezza di linguaggio e instancabile lavoro. Mi permetto di fare un paragone tra la Sua figura ed un grande Capo di Stato avuto da questo nostro paese. Ecco io La vedo con la stessa determinazione e integrità morale del nostro “Nonno Presidente”, il compianto Sandro Pertini, che da ragazzino ho avuto l’onore di conoscere. Allora mi disse di vincere la mia timidezza di ragazzo e di avvicinarmi a lui come ad un caro amico. Ecco io vedo in Lei, oggi, questo amico che può trasmettere ai giovani, con altrettanta imparziale testimonianza, il seme dell’antifascismo e dell’antitotalitarismo di qualsiasi matrice politica.
Ritrovo in Lei anche il tratto energico e mai scontato della mia insegnante di tedesco al liceo, la professoressa Elvira Lombardo, la quale, oltre alla grammatica e alla lingua, ci faceva leggere vagonate di testi sui roghi di libri (i Bücherverbrennungen), sui momenti cruciali della persecuzione degli ebrei, da quelli iniziali a quelli finali, e sulla vita nei terribili K.Z., i Konzentrazionslager; o, sarebbe meglio dire di quel che restava della vita. All’epoca poteva sembrare assurdo tutto questo per un giovane studente di tedesco ma oggi so che stava instillando in noi il sapere e quella consapevolezza che, poi, mi ha permesso di amare comunque quel paese nei successivi viaggi che vi ho fatto e di amarlo anche profondamente nonostante questa terribile e terrificante realtà risalente a quel periodo. Ci ha insegnato non una lingua statica ma una lingua come “opportunità” per conoscere un mondo che ci ha reso soprattutto uomini pensanti. Mi permetto di aggiungere che, sicuramente, ai tanti viaggi della Memoria, che oggi si organizzano con i ragazzi, servirebbe accostate anche tanti insegnanti saggi come Frau Lombardo. Per questo è di fondamentale importanza il lavoro di persone come Lei che siano testimonianza viva di quel periodo e siano in grado di rendere i giovani di oggi, troppo distolti dal bombardamento mediatico di ogni genere e dai videogiochi violenti, degli uomini liberi e pensanti.
Sono anche un consigliere comunale del mio paese, Santa Croce sull’Arno in provincia di Pisa e sono della Lega anche se faccio parte di una lista civica assieme ad altri partiti. Per le idee che rappresento democraticamente e sempre con modi rispettosi non mi sento però un fascista come spesso mi sono sentito attribuire in campagna elettorale dagli avversari politici.
Anche perché, al di là degli slogan di partito e di alcuni che possono travisarne i
temi, come purtroppo ce ne sono anche in altri partiti, ritengo che la Lega che conosco io non sia ispirata da rigurgiti storici ispirati dalle idee del fascismo altrimenti sarei io stesso il primo a prenderne le distanze.
Ritengo di essere sufficientemente in grado di saper distinguere i pericoli di cui ho parlato poco sopra anche perché, purtroppo, mio padre ha subito la perdita di un giovane cugino innocente. Un ragazzo di 11 anni barbaramente strappato alla vita da soldati nazisti i quali, vedendolo correre in una fossa con altri coetanei, lo scambiarono per un partigiano e lo freddarono con un preciso colpo alla nuca. Storia tragica che, se Lei avrà l’occasione, come io spero tanto, di venire a Santa Croce sull’Arno a ritirare la cittadinanza onoraria che presto Le conferiremo, Le farò raccontare direttamente da mio padre che quel tragico dolore ha vissuto e Le mostrerò l’opera d’arte da lui creata per rappresentare questa triste vicenda che si trova custodita, assieme a tante altre opere, nella stanza della Memoria allestita nel mio paese.
Nel 2018, quando ancora non ero consigliere comunale, ho suggerito e caldeggiato agli amministratori locali di allora, che alla fine hanno avuto la lungimiranza di ascoltarmi nel 2019, di portare a Santa Croce sull’Arno, nello spazio espositivo di Villa Pacchiani, la mostra “Avvocati senza Diritti” che ha ripercorso, con testimonianze documentali e fotografiche, la persecuzione che gli avvocati ebrei in tutta Italia dovettero subire durante il periodo in cui furono in vigore le leggi razziali, quando questi professionisti, privati del loro titolo professionale non poterono esercitare la loro professione. Una mostra che il mio ordine degli avvocati di Pisa aveva allestito anni prima in collaborazione con il Consiglio Nazionale Forense e che mi premeva, in particolar modo, il mio comune potesse conoscere e annoverare tra le iniziative della Memoria.
L’attendiamo a ritirare la cittadinanza che Le sarà riconosciuta e io ritengo che Santa Croce non sarà per Lei una tappa comune perché l’amministrazione comunale di Santa Croce sull’Arno, che da sempre è attenta ai temi della Memoria, quest’anno ha mostrato interesse anche all’implementazione dei temi del Ricordo delle Foibe ritenendo finalmente doveroso e giusto dare ai giovani gli strumenti per conoscere tutti gli aspetti della storia nella sua complessità e tener viva la Memoria ed il Ricordo di quanto, anche in anni, non troppo lontani da noi, è accaduto.
Se Lei verrà, mi avvicinerò a Lei e La saluterò come una cara amica per tutto il prezioso lavoro che Lei fa ogni giorno per non dimenticare chi non poté tornare dall’inferno di Auschwitz e dagli altri campi di morte e per formare coscienze libere e immunizzate.
Con profonda stima

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