Rifondazione comunista sul caso Fiom: “A Pontedera un sindacato senza lavoratori”

La solidarietà dei militanti ai lavoratori della Piaggio

“Come circolo di Rifondazione comunista siamo e saremo sempre a fianco dei lavoratori e della Rsu, a sostegno delle loro rivendicazioni, con la consapevolezza che la questione Piaggio ha riguardato in questi anni, da parte della multinazionale, la massimizzazione dei profitti (anche gli ultimi dati lo dimostrano) e la minimizzazione del costo del lavoro con contratti sempre più sfavorevoli che prevedono minori tutele e peggiori condizioni salariali, maggiore precarietà e ricattabilità. Al fianco di chi in questi anni non si è piegato a queste logiche ma ha vi ha resistito e continua a non arrendersi”. Intervengono così i militanti del partito della Rifondazione comunista del circolo Karl Marx di Pontedera dopo la conferenza stampa di ieri, martedì 4 febbraio, in cui si profilava la concreta possibilità da parte di oltre 100 iscritti di lasciare la tessera della Fiom, in parte già sospese.

“Non è la prima volta – dicono – che come circolo siamo intervenuti sulla vicenda Piaggio a sostegno delle lotte della Rsu che contestano l’accordo sul contratto integrativo, siglato tra le organizzazioni sindacali confederali e Confindustria. Molti i punti dell’intesa che i delegati Rsu (Fiom e Usb) non condividono: dalla diminuzione del premio di produzione, alla riduzione complessiva dell’occupazione, alla legittimazione del ricorso senza vincoli al lavoro precario quando altri lavoratori sono stati mandati a casa. Punti che andranno a incidere in modo pesante sui diritti e le tutele dei lavoratori, tra cui la questione più controversa dell’accordo che reinserisce 16 sabati lavorativi all’anno per i prossimi tre anni”.

“In questi ultimi giorni – continuano da Rifondazione -, in particolare è diventato molto forte il dissenso tra gli iscritti, i delegati sindacali e il segretario provinciale della Fiom, non solo sui contenuti del contratto integrativo ma anche sul fatto che il provinciale di Pisa non ha mai preso una posizione pubblica di sostegno ai suoi delegati sugli attacchi della proprietà con i provvedimenti disciplinari presi contro Massimo Cappellini, a cui invece ribadiamo tutta la nostra solidarietà. Dissenso che, con una crescente conflittualità, potrebbe determinare conseguenze molto negative sull’esperienza in fabbrica di lavoratori che, come loro stessi dicono, hanno deciso di uscire da uno stato di passività e di delega e di prendere direttamente nelle proprie mani le decisioni che riguardano il loro lavoro e la loro vita, anche combattendo la minaccia di cacciare quasi tutti i delegati e gran parte del comitato degli iscritti. In questi giorni si giocherà una partita importante che riguarderà le assemblee dei lavoratori e il referendum sull’accordo, quello che ci auguriamo è che siano garantiti appieno agibilità, correttezza e trasparenza in nome della democrazia sindacale”.

“Un importante ex presidente del consiglio – concludono i militanti -, Romano Prodi, di fronte alla platea di Confindustria che festeggiava i suoi 110 anni, auspicava alcuni giorni fa l’avvento in Italia del ‘sindacato unico’. A Pontedera qualcuno lavora a un sindacato senza lavoratori. Di male in peggio, insomma”.

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