I sindacati: “Ctt Nord, sicurezza non si garantisce aumentando la capienza dei bus”

Le sigle attaccano l'azienda: "Tutte le nostre richieste disattese"

Le segreterie provincia di Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil, Faisa Cisal chiedono a Ctt Nord una maggiore attenzione alla sicurezza nella fase 2.

“Sin dall’inizio del lockdown – spiegano i sindacati – la nostra azione sindacale si è indirizzata allo svolgimento del servizio pubblico di linea che avesse come punto centrale la tutela della salute dei lavoratori e dei trasportati. In questa ottica abbiamo compreso i tagli al servizio, dettati sia da una diminuzione oggettiva dei passeggeri, sia dalla necessità di disincentivare l’utilizzo dei bus fuori dalle motivazioni consentite. Per questo nella prima fase della pandemia i tagli hanno raggiunto anche punte del 40% del servizio invernale. Già dalla fine di aprile e ancora di più, con l’avvento della seconda fase, il numero dei passeggeri è notevolmente aumentato, fino in alcuni casi, a costringere gli autisti a non effettuare più fermate di salita, in quanto il bus era arrivato alla capienza massima consentita per numero di trasportati”.

“Poiché tale situazione era facilmente preventivabile – si legge nella nota -, ci eravamo mossi in anticipo, chiedendo a Ctt Nord di reintegrare le corse tagliate, anche alla luce del fatto che la Regione Toscana ha sempre pagato il corrispettivo chilometrico totale, comprensivo delle corse non effettuate. Avevamo inoltre chiesto di utilizzare personale a disposizione e bus di scorta presso i principali capolinea, al fine di essere pronti nella maniera più celere a sopperire per situazioni di bus saturi, con corse bis”.

“Infine avevamo indicato a Ctt Nord – proseguono i sindacati – di utilizzare il personale attualmente in esubero per mansioni di controllo dei flussi dei trasportati e promuovere ogni forma di comunicazione necessaria. Il tutto come previsto dalla delibera regionale numero 47 del 2 maggio. A tutte queste nostre richieste Ctt Nord è stata solo capace di rispondere aumentando, in maniera del tutto autonoma e senza confronto con noi o enti preposti alla tutela della salute pubblica, la capienza massima dei bus. Intanto i lavoratori restano a casa in ferie d’ufficio o in cassa integrazione, i bus restano fermi nei depositi, i passeggeri restano a terra alle fermate. Ctt Nord continua a ricevere contributi pubblici per il 100% del servizio programmato. In questo assurdo scenario abbiamo già ricevuto solidarietà da parte di alcuni enti pubblici, ma è necessario fare di più e che tutta l’opinione pubblica sia messa a conoscenza del fatto che Ctt Nord in questa fase di estrema gravità, pensa di poter “fare cassa” sulle spalle dei lavoratori e dei passeggeri del servizio pubblico”.

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