Niente coro, Pace o cestino per le offerte: dal 18 maggio i fedeli potranno tornare a messa

Il protocollo con la Cei prevede sanificazione degli ambienti e accessi controllati. Attesa la comunicazione dei vescovi toscani

Ingressi contingentati, ambienti sanificati e acquasantiere ancora vuote. Ci saranno rigide regole, ma dal 18 maggio sarà finito il tempo delle messe sine populo, senza il popolo dei fedeli. È stato firmato oggi, 7 maggio, il protocollo per far ripartire le celebrazioni eucaristiche in presenza dei fedeli tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese e il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana.

Un protocollo diviso per blocchi: le modalità di accesso, la sanificazione di ambienti e oggetti, le indicazioni sui comportamenti da tenere durante la celebrazione e infine la diffusione il più capillare possibile delle regole da seguire. Se le regole generali sono fissate, per conoscere l’applicazione pratica nella diocesi di San Miniato, come ha confermato il vescovo Andrea Migliavacca sentito al telefono da IlCuoioinDiretta.it, bisognerà aspettare il coordinamento della Conferenza episcopale toscana, che molto probabilmente non arriverà prima di domani, 8 maggio. Al momento, quindi, non ci sono iniziative ufficiali che possono riguardare i vari scenari che il protocollo ha aperto. Tra questi, il primo e il più delicato è quello che riguarda l’accesso ai luoghi di culto: stando al testo del decreto, infatti, sono i sacerdoti a definire la capienza dei luoghi. Questo apre due possibili scenari: il primo è l’ingresso dei fedeli fino a esaurimento posti, il secondo potrebbe riguardare lo sviluppo di meccanismi per prenotare un posto a una celebrazione. In questo modo, forse, si eviterebbero potenziali affollamenti all’esterno delle chiese. Vero è che una soluzione potrebbe essere quella di aumentare il numero delle messe durante la giornata e che, in ogni caso, potrebbe attivarsi un meccanismo volontario, che parta dagli stessi fedeli, di non recarsi tutti il 18 maggio fuori dai luoghi di culto. Certamente qualcuno sceglierà di aspettare l’evolvere della situazione. D’altra parte, ci avviamo verso i mesi più caldi dell’anno, durante i quali, anche a condizioni normali, la partecipazione alle messe subisce un drastico calo. Questo potrebbe agevolare la gestione dei flussi in tutta sicurezza.

Un altro scenario, ancora sull’accesso, è la misurazione della temperatura corporea. E’ espressamente vietato l’ingresso a chi ha una temperatura superiore ai 37,5 gradi e all’entrata delle chiese ci saranno volontari o collaboratori che guideranno i fedeli. Non è chiaro, tuttavia, se la misurazione della temperatura sia lasciata alla responsabilità dei fedeli o se i volontari saranno dotati di appositi strumenti.

Ecco cosa prevede il protocollo. Sarà vietato l’accesso a chi ha una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi, a chi manifesta sintomi influenzali e a chi è venuto a contatto con un caso accertato di Covid-19. All’ingresso di tutte le chiese saranno presenti liquidi igienizzanti per le mani e resta fermo l’obbligo di indossare mascherine e guanti, di evitare gli assembramenti e resteranno ancora vuote le acquasantiere. L’accesso sarà controllato da volontari o da collaboratori che saranno incaricati di gestire i flussi di persone nel rispetto del protocollo. Le indicazioni siglate oggi, prevedono l’utilizzo di più punti di accesso o di porte distinte per l’entrata e l’uscita dei fedeli da lasciare sempre aperte, per evitare di toccare le maniglie. Per quanto riguarda il numero dei fedeli ammessi, saranno i sacerdoti a individuare la capienza massima, tenendo conto della distanza necessaria di un metro e mezzo tra ciascuno. Se la partecipazione attesa è alta, i celebranti devono considerare l’ipotesi di aumentare il numero delle messe o, se il luogo di culto si rivela inadeguato per le disposizioni, possono valutare la possibilità di celebrare all’aperto, nel rispetto delle distanza sanitarie. Deve essere favorito, per quanto possibile, l’accesso di disabili, prevedendo luoghi appositi per la loro partecipazione. Continua a essere incentivata la trasmissione in streaming delle celebrazioni.

Dopo ogni raduno dei fedeli ci sarà una sanificazioni di tutti i locali, comprese le sagrestie, così come saranno sanificati gli oggetti usati durante la celebrazione come vasi, ampolle e microfoni.

Per ridurre al minimo i rischi sarà ridotta la presenza dei concelebranti: sarà ammesso un organista ma non il coro. Non ci sarà lo scambio del gesto di pace e la raccolta delle offerte sarà effettuata con un contenitore posizionato all’ingresso o in altro luogo idoneo, ma comunque non durante la celebrazione. Per la comunione il celebrante, dopo essersi lavato le mani, indossando guanti e mascherina, dovrà fare attenzione a non toccare le mani dei fedeli. Inoltre, per ridurre i rischi di trasmissione, non saranno posizionati sulle panche i libri dei canti o altri oggetti per seguire le celebrazioni.

Le disposizioni si applicano anche nelle celebrazioni diverse da quella eucaristica o inserite in essa: battesimo, matrimonio, unzione degli infermi ed esequie. Sono, invece, rinviate le cresime.

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