“Bisogna che piova, magari per più giorni”, in cerca di funghi tra sottobosco delle Cerbaie e colline sanminiatesi

Dopo tante settimane di siccità, non basterà certo qualche ora di pioggia né tanto meno un forte temporale. Prima di iniziare a rivedere qualche fungo, nel sottobosco delle Cerbaie o fra le colline sanminiatesi, bisognerà aspettare almeno qualche giorno di pioggia e sperare in un vento non eccessivo, giusto il tempo che il terreno si inzuppi fino ad una certa profondità. Solo allora torneranno a spuntare anche nella nostra zona i funghi che amiamo portare in tavola.

Da questo dipenderà la prossima stagione micologica, tenendo conto però che ad oggi è praticamente impossibile fare previsioni. “Perché i funghi risentono degli effetti climatici di breve periodo, all’incirca di un paio di settimane” spiega Massimo Pinori, segretario dell’Agmt, l’Associazione dei gruppi micologici toscani che riunisce 25 gruppi in tutta la regione, ma che da anni ha preso sede a Santa Croce sull’Arno. “Perché proprio a Santa Croce? – risponde Pinori –. Principalmente perché si trova in posizione baricentrica per tutti i gruppi, ma anche perché nel comprensorio ci sono parecchi appassionati, soprattutto per la presenza delle Cerbaie dove si trovano specie particolari e interessanti dal punto di vista scientifico: un bel polmone verde che dovremmo cercare di custodire meglio”.

Fino alla fine di settembre, tuttavia, ma più probabilmente fino ai primi di ottobre, è praticamente inutile addentrarsi nei boschi delle Cerbaie a caccia di funghi. “Bisogna che piova, magari per più giorni” spiega Pinori, residente a San Donato di San Miniato e membro del Gruppo micologico Vichi di Pontedera. “Bisogna che il terreno si bagni fino a 10 o 15 centimetri di profondità e che non ci sia troppo vento, altrimenti asciuga subito. Anche un eventuale temporale non servirebbe, perché l’acqua scivola via senza restare nel terreno. È per questo che la stagione qui da noi non inizia prima di ottobre, quando allora si può iniziare a trovare il porcino Aereus, il cosiddetto Moreccio, insieme magari al porcino Aestivalis o ad altre specie molto diffuse in queste zone come i famosi Gallettini, il Cantharellus Cibarius. Al momento però è impossibile fare previsioni perché tutto si gioca in un paio di settimane e la stagione può ‘esplodere’ in qualsiasi momento. Il tartufo, che è pur sempre un fungo ma ipogeo, rappresenta in questo senso un’eccezione, perché risente degli effetti climatici sul lungo periodo ed è quindi possibile dare delle indicazioni sulla stagione che verrà”. Stagione che nei territori delle Cerbaie e nelle colline a sud dell’Arno prosegue generalmente fino alla fine dell’anno.

Ovviamente, quando non si è sicuri del fungo che troviamo, è sempre buona regola lasciarlo dov’è. “Perché con i funghi non si scherza – sottolinea Pinori -. La mancanza di conoscenza, la superficialità o anche l’abitudine di affidarsi a pseudo conoscitori o a persone che dicono di conoscere i funghi da sempre può avere spiacevoli risvolti, talvolta anche letali. Ogni anno con l’inizio della stagione ci sono persone che muoiono o si ammalano per aver mangiato dei funghi, talvolta dandoli pure ai bambini che dovrebbero starne alla larga finché non sono grandi. Quando non si è sicuri il fungo va lasciato dov’è, perché anche quelli velenosi hanno la loro funzione per l’ambiente. È brutto andare in bosco e vedere funghi arrovesciati o calpestati: non è distruggendoli che ci si difende dai funghi nocivi”. Per essere sicuri dei funghi raccolti, piuttosto, è sempre possibile rivolgersi all’apposito ispettorato Asl: “I micologi dell’Asl sono le uniche persone autorizzate a dire se un fungo è commestibile oppure no. Neppure noi non ci possiamo prendere questa responsabilità e non avremmo comunque i titoli per farlo”.

Per avvicinarsi al mondo dei funghi e imparare a conoscerli, tuttavia, è sempre consigliabile partecipare ad uno dei corsi che la Regione Toscana organizza proprio con l’Associazione dei gruppi micologici. Si tratta di tre serate, assolutamente gratuite e aperte a tutti, dove certo non si diventa degli esperti ma almeno ci prepara ad andare in bosco in modo più consapevole. “Perché tante persone vanno a cercare i fughi in modo sprovveduto – aggiunge Pinori – talvolta anche perdendosi nei boschi. Per questo la Regione ci incarica di organizzare i corsi a scopo soprattutto preventivo, con la possibilità che in futuro diventino obbligatori per chiunque voglia diventare cercatore”.

Dopo il periodo di stop imposto dall’emergenza Covid, l’Associazione è pronta a far partire un nuovo corso in programma nelle prossime settimane e al quale è già possibile iscriversi. Chi fosse interessato può andare sul sito internet dell’Associazione, www.agmtmicologia.org e andare nella sezione “corsi regionali”. Da qui, cliccando su “iscrizione corsi” è possibile compilare il modulo d’iscrizione indicando uno dei 25 gruppi micologici dell’associazione, scegliendo ovviamente quello più vicino al proprio Comune di residenza. Dopodiché si verrà ricontattati via mail per avere giorni, orari e sede del corso.

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