“Niente stranieri da marzo” ma l’Hotel Miravalle si prepara a riaprire: potenziando il ristorante, senza nuove camere

"Con settembre è iniziata una nuova flessione, manca la clientela business". Anche per il tartufo, l'interesse è timido

È già pronto a partire il cantiere per il restauro e la riorganizzazione dell’Hotel Miravalle di San Miniato, destinato a riaprire i battenti alla vigilia della Mostra mercato del tartufo di novembre, dopo uno stop lungo 8 mesi dettato dall’emergenza Covid. Molto si interverrà nell’ala del ristorante, da riorganizzare e da potenziare, mentre il progetto per ricavare altre 7 camere in più resterà congelato, almeno per adesso, nella speranza di poter partire nel 2021. Un cambio di strategia dettato ovviamente dagli effetti della pandemia, che dallo scorso marzo hanno costretto la famiglia Nannetti (titolare della San Martino Srl, società che gestisce i due alberghi di San Miniato) a chiudere lo storico hotel di piazza Duomo.

“Da marzo abbiamo avuto la cancellazione di tutte le prenotazioni estere in entrambi gli alberghi, sia all’Hotel San Miniato che all’Hotel Miravalle – racconta Daniele Nannetti -. Così, il 13 maggio, quando è stato possibile riaprire, abbiamo deciso di farlo solo per l’Hotel San Miniato, anche se a ranghi ridotti e con una situazione finanziariamente non sostenibile”. Da maggio in poi, in pratica, l’Hotel San Miniato è stato ampiamente sufficiente a soddisfare la domanda ricettiva della città della Rocca. “Anche col Miravalle chiuso eravamo comunque mezzi vuoti”, dice Nannetti, che ha deciso nel frattempo di ‘sfruttare’ la chiusura per acquisire tutte le autorizzazione necessarie all’avvio dei lavori al Miravalle.

L’edificio, di proprietà comunale, è stato infatti concesso in gestione alla San Martino Srl dallo scorso anno, attraverso una convenzione ventennale che prevede da parte del privato l’esecuzione di una serie di lavori. “Partiremo dalla copertura per risolvere il problema delle infiltrazioni – spiega Nannetti – per poi intervenire sull’impianto idraulico e nell’area del ristorante che sarà oggetto di un intervento strutturale”. I lavori partiranno la prossima settimana con l’obiettivo di riaprire l’albergo domenica 1 novembre, due settimane prima della Mostra mercato. “A novembre i lavori non saranno ancora conclusi del tutto – precisa l’albergatore – ma ci saranno già alcune novità da vedere”.

Prima fra tutte proprio il ristorante, sotto guida del Pepenero e dello chef Gilberto Rossi, che mai come in questo momento è diventato fondamentale per sopperire al calo di presenze turistiche. “È proprio per gli effetti della pandemia che la ristrutturazione del ristorante è diventata prioritaria rispetto alla ricettività – spiega Nannetti – perché sulla ristorazione puoi ancora investire, senza l’ansia degli zero arrivi e del crollo totale del fatturato, in un momento in cui il mercato del turismo organizzato è praticamente fermo”.

Da maggio ad ora, del resto, solo il periodo tra fine luglio e fine agosto ha fatto ‘respirare’ le strutture ricettive, grazie alla presenza degli italiani, mentre con settembre è iniziata una nuova flessione in negativo a cui non sopperisce neppure la classica clientela business. “Solitamente, da settembre in poi, la clientela di chi si muove per lavoro copre più dell’80% delle nostre presenze – spiega Nannetti -. Quest’anno, con il calo del lavoro nel distretto e con lo smart working, stiamo registrando all’Hotel San Miniato una flessione importante. Quello che è frustrante, però, è l’impossibilità di poter organizzare e pianificare, perché nessuno sa come sarà la situazione la prossima estate. Sentendo gli umori delle agenzie di viaggio e dei tour operator nessuno pensa che nel 2021 torneremo alla situazione pre-Covid. Il mercato del turismo organizzato è limitato solo all’Europa ma la situazione è molto fredda, perché non c’è la certezza dei rapporti né la sicurezza che i confini resteranno aperti.

Una situazione che si riflette nel breve periodo anche a San Miniato, dove si guarda con speranza all’appuntamento dal Tartufo, pur nella consapevolezza che le presenze straniere quest’anno non ci saranno. “Tra i clienti che arrivavano a San Miniato appositamente per il tartufo metà erano stranieri – ricorda Nannetti – e molte persone prenotavano già per l’anno successivo”. Quest’anno si potrà fare affidamento solo sugli italiani, anche se le incertezze della pandemia freneranno le prenotazioni fino alla vigilia. “Un po’ d’interesse c’è ma è molto timido – racconta l’albergatore -. Qualcuno ti telefona ma solo per sapere se a novembre sarai aperto, con l’obiettivo poi di prenotare 15 o 20 giorni prima di venire”.

In ogni caso per San Miniato sarà importante riavere il Miravalle aperto e allo stesso tempo rinnovato. “È un bene pubblico di pregio nel cuore del centro storico – sottolinea il sindaco Simone Giglioli – che adesso sarà ristrutturato e restaurato da parte di un privato come previsto dalla convenzione stipulata lo scorso anno. In un momento come questo penso sia un messaggio positivo, soprattutto per chi verrà in città nei giorni della Mostra mercato”.

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